È iniziato il conto alla rovescia per il primo dei tre concorsi per diventare insegnante della scuola pubblica, come previsto dall’articolo 20 del decreto Pa bis n° 75/2023, che modifica le modalità sul nuovo reclutamento contenute nella Legge 79/22. In tutto, si assegneranno 70.000 posti. La scadenza per aderire alla prima procedura è prevista tra dieci giorni, il 9 gennaio prossimo, e riguarda la selezione per diventare docente in tutti i cicli scolastici: la selezione sarà di tipo “smart”, poiché la prova scritta si baserà sulla modalità computer based a risposta immediata, con gli argomenti presentati comuni a tutte le classi di concorso che permetteranno di coinvolgere con un’unica prova aspiranti docenti di più classi di concorso, sostegno compreso. Seguirà l’orale con lezione disciplinare. Il secondo bando di concorso prevede le prove dopo la prossima estate. Il terzo, invece, si svolgerà nel 2025.
Anief ricorda che a settembre inizierà comunque un nuovo anno scolastico con i soliti 200 mila supplenti: per vincere la supplentite servono un paio di decisioni. La prima è quella di finirla di illudersi che basteranno i nuovi concorsi, che di fatto andranno a coprire forse il turn over: ad essere risolutive sono invece senza dubbio le assunzioni in ruolo finalmente dalle GPS su tutti i posti vacanti, senza più discriminazioni economiche. Ripristinare il doppio canale di reclutamento è una condizione imprescindibile. Come sarebbe fondamentale prevedere l’assunzione in ruolo di tutti i docenti idonei: per questo Anief continua a chiedere con forza di procedere con le immissioni in ruolo in surroga anche per gli oltre 20 mila partecipanti al concorso Straordinario bis attraverso l’integrazione delle graduatorie dei concorsi riservati: sarebbe un primo passaggio importante per valorizzare chi merita la cattedra, vincere la precarietà cronica e – conclude Pacifico – davvero aprire le porte alla continuità didattica”.
I CONCORSI
Le procedure selettive 2023/24 sono di tipo “smart”, scrive Orizzonte Scuola. Per la prova scritta il Ministero pensa a 6 sessioni per infanzia primaria, 20 per la secondaria. In questo modo in meno di un mese sarà possibile “liquidare” la prova scritta, un tempo record se si considera che nel 2022 – ai tempi si svolgeva la prova del concorso ordinario 2020 – è stato necessario il periodo 14 marzo – 27 maggio. Il Ministero pensa anche a incentivi per il personale che farà parte di commissioni che svolgeranno i lavori con una certa celerità. Dunque “presto e bene” dovrebbe essere il leitmotiv del concorso 2023.
Ad essere assunti saranno coloro che dopo la somma dei punteggi di prova scritta, prova orale e titoli, si collocheranno all’interno del numero dei posti a bando. È prevista la riserva dei posti del 30% per i candidati con tre anni di servizio negli ultimi dieci nelle scuole statali, di cui uno specifico, anche non consecutivi. Come funziona. Come è prevista l’integrazione, nel limite dei posti banditi, della graduatoria nella misura delle eventuali rinunce all’immissione in ruolo successivamente intervenute, con i candidati che hanno raggiunto almeno il punteggio minimo previsto per il superamento delle prove concorsuali. A parità di punteggio complessivo si applicano le preferenze di cui all’articolo 5, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487.
Le graduatorie di merito saranno approvate con decreto dal dirigente preposto all’USR responsabile della procedura concorsuale, sono trasmesse al sistema informativo del Ministero e sono pubblicate nell’albo e sul sito internet dell’USR. Per le classi di concorso per le quali è disposta l’aggregazione interregionale delle procedure, sono approvate graduatorie distinte per ciascuna regione: avranno validità annuale a decorrere dall’anno scolastico successivo a quello di approvazione delle stesse e perdono efficacia con la pubblicazione delle graduatorie del concorso successivo e comunque alla scadenza del predetto periodo, fermo restando il diritto dei vincitori, come individuati al comma 1, all’immissione in ruolo, ove occorra anche negli anni successivi, in caso di incapienza dei posti destinati annualmente alle assunzioni, nel limite delle facoltà assunzionali disponibili a legislazione vigente.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha già comunicato ai sindacati di voler pubblicare a settembre /ottobre 2024 il secondo concorso della fase straordinaria PNRR. Al secondo concorso potranno verosimilmente partecipare coloro che non avranno superato il primo concorso, più coloro che nel frattempo avranno acquisito il titolo di accesso (30 dei 60 CFU utili per l’abilitazione). Se saranno rispettate le tempistiche, si tratterà di due possibilità una a ridosso dell’altra, in modo che l’accesso nei percorsi di abilitazione sia continua e diventi strutturale.
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