La formazione sarà ancora più in prima linea nella scuola di domani: come riporta anche la rivista specializzata Orizzonte scuola, “la questione controversa riguardante la riforma delle carriera dei docenti nel mondo scolastico è al centro dell’agenda dell’assessore alla Formazione del Trentino, Mirko Bisesti, che cerca di accelerare i tempi su tale riforma”.
Sul docente tutor, in arrivo a settembre 2023 per combattere per l’orientamento e la dispersione scolastico, l’amministrazione non sembra volersi scostare dalla prima versione proposta: oggi il ministro dell’Istruzione Giuseppe ha ribadito che saranno coinvolti circa 40 mila insegnanti e che in questa prima fase, al via il prossimo mese con la formazione on line, riguarderà gli ultimi tre anni della scuola superiore per poi estenderla nel tempo al biennio iniziale e alle scuole medie, così da coprire tutti gli otto anni della scuola secondaria: il docente tutor, ha detto il ministro, “avrà un ruolo decisivo” perché a lui spetterà “personalizzare il percorso formativo e coordinare in una logica di team tutti gli altri docenti per far si che la formazione del ragazzo sia sempre più aderente alle sue necessità“. Secondo Valditara “si tratta della prima pietra della rivoluziona del merito. Che prevede di tirar fuori i talenti che ogni ragazzo ha dentro di sé e non permettere che qualcuno rimanga indietro”.
"Sul reclutamento del personale è evidente che la strada non può essere che quella portata avanti da Anief: introdurre il doppio canale di reclutamento attraverso l'assunzione in ruolo dei docenti precari da quelle graduatorie delle supplenze 'GPS', le graduatorie provinciali utilizzate per assegnare i contratti a termine ogni inizio di anno scolastico". Ad affermarlo è il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico commentando con Teleborsa l’ipotesi non più impossibile dell’approvazione di un decreto Pnrr dedicato specificatamente al tema del reclutamento scolastico e alla necessità di attingere da nuove graduatorie rispetto a quelle oggi utilizzate, le GaE, quale dei concorsi e le Gps prima fascia solo sostegno, che non riescono minimamente a sopperire alla richieste effettiva di copertura delle cattedre libere.
La maturità 2023 cambia faccia per gli studenti: si torna alle tre prove “classiche” dopo tre anni di Covid, ma non cambia praticamente nulla per i docenti e i dirigenti scolastici a cui spettano i compensi introdotti ben 15 anni fa. A quantificare le somme aggiuntive da assegnare a commissari e presidenti dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione continua ad essere il decreto interministeriale del 24 maggio 2007, con la successiva nota n. 7054 del 2 luglio 2007: le quote-base per la funzione svolta vanno da 400 a 1.200 euro lordi, a cui bisogna aggiungere eventuali maggiorazioni, soprattutto per chi deve affrontare i costi per la “trasferta. In linea generale, i compensi rimangono da fame. Ad alcuni docenti coinvolti nelle prove non viene assegnato alcun compenso.
Dopo le stabilizzazioni dei precari e la mobilità vincolata, al Parlamento Europeo approda anche l’ingiustificataeliminazione dell’organico aggiuntivo nella scuola italiana nel momento più inopportuno: la questione, che riguarda 40 mila lavoratori della scuola rimasti senza occupazione, in prevalenza Ata, ed arriva proprio mentre negli istituti scolastici raddoppiano le incombenze quotidiane per via dei tanti progetti legati al Pnrr, è stata sollevata dall’eurodeputato Ignazio Corrao, dei Greens/EFA: “Occorre urgentemente l’aumento del personale ATA nelle scuole. Ho interrogato la Commissione UE per spingere il Ministero a non perdere più tempo”, ha detto l’eurodeputato soffermandosi sul caso della regione “Sicilia fortemente a rischio analfabetismo e dispersione scolastica”.