Lo ha detto oggi Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato, nel corso della XIV Conferenza organizzativa legali: la posizione presa dalla Corte Costituzionale è sulla stregua di quanto espresso 20 mesi fa dalla Corte di Giustizia Europea. Quello compiuto dall’Esecutivo Renzi – ossia aver avviato il piano straordinario d’assunzioni per alcune categorie di docenti e un fondo risarcitorio da 10 milioni di euro - è solo un primo passo. Dopo sei anni di contenzioso, si è arrivati ad un punto fermo: uno Stato che usa e getta il personale precario assume un comportamento illegittimo. Ora, l’attenzione si sposta su tutti gli altri docenti precari abilitati inseriti nelle graduatorie d'istituto e ai laureati a cui l’amministrazione non vuole dare alcuna prospettiva. Oltre che al personale Ata, che non è personale di serie B e va stabilizzato allo stesso modo. Oggi più di ieri, basterà dimostrare al giudice di aver svolto oltre 36 mesi di supplenza su posto vacante, per ottenere almeno il risarcimento: i 10 milioni indicati nel comma 132 della Buona Scuola sono solo un acconto.
“Sull’abuso di precariato, il Governo sapeva che la Consulta avrebbe dato ragione ai ricorrenti: per questo motivo, lo scorso anno ha avviato il piano straordinario d’assunzioni per alcune categorie di docenti e un fondo per il risarcimento pari a 10 milioni di euro”: così si è espresso, stamane a Terrasini, nel corso della XIV Conferenza organizzativa legali Anief, Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’associazione sindacale, commentando la decisione presa dalla Corte Costituzionale di adeguare l’Italia al parere espresso dalla Corte di Giustizia Europea un anno e mezzo fa.
“È chiaro - ha detto il leader sindacalista, all'apertura dei lavori con avvocati e collaboratori Anief a confronto sulle iniziative legali attivate – che, dopo sei anni di contenzioso e denunce dell’Anief, avviate nel 2010, quello compiuto dall’Esecutivo Renzi è solo un primo passo verso la messa in parallelo dell’Italia rispetto alle indicazioni dei giudici sovranazionali sul fronte della reiterazione delle supplenze, nel rispetto della sentenza Mascolo della Corte di Giustizia Europea del novembre 2014. Finché non si darà piena attuazione alla stabilizzazione automatica del personale precario, anche degli altri comparti della pubblica amministrazione, che hanno svolto oltre tre anni di servizio su posto libero, pure non continuativo, la posizione italiana sul precariato scolastico rimarrà non conforme al diritto dell'Unione Europea”.
“La posizione della Corte Costituzionale, sempre in attesa del testo ufficiale, ci sembra chiara – ha continuato Pacifico – e il fatto che la Buona Scuola abbia sanato o meno le storture e le manchevolezze della normativa italiana è un dato secondario. La Consulta ha espresso con chiarezza un concetto: uno Stato che usa e getta il personale precario assume un comportamento illegittimo. Ora, l’attenzione si sposta su tutti gli altri docenti precari abilitati inseriti nelle graduatorie d'istituto e ai laureati a cui l’amministrazione non vuole dare alcun genere di prospettiva di assorbimento nei propri quadri. E al personale Ata, che non è personale di serie B e va stabilizzato allo stesso modo delle altre categorie professionali”.
Durante la conferenza, è stato ricordato che anche per la Consulta la posizione dell’Italia sul precariato è illegittima, perché si basa sui commi 1 e 11, articolo 4, della Legge 124 del 3 maggio 1999, “nella parte in cui autorizza – ha scritto in queste ore la Corte Costituzionale - in violazione della normativa comunitaria, il rinnovo potenzialmente illimitato di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti nonché di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario, senza che ragioni obiettive lo giustifichino”. Pertanto, in mancanza di ragione sostitutive, si deve procedere alla stabilizzazione del personale e, come minimo, al risarcimento per l’abuso dei contratti.
Cosa significa questo per i docenti precari ancora da stabilizzare? “Alcuni tribunali del lavoro – ha detto Pacifico - rifacendosi alla normativa comunitaria, ordineranno l’assunzione diretta. Di sicuro, anche in base al parere della Consulta, autorizzeranno gli indennizzi, che corrispondono sino a 12 mensilità, secondo quanto deciso di recente dalle sezioni unite della Corte di Cassazione. Solo nella scuola, se si moltiplica per migliaia e migliaia di ricorsi, presentata non solo dai docenti ma anche dal personale Ata, il Miur sbaglia di grosso se pensa di aver risolto la situazione stabilizzando quasi tutti i precari delle graduatorie ad esaurimento”.
“Oggi più di ieri, basterà dimostrare di aver svolto oltre 36 mesi di supplenza su posto vacante, per ottenere il risarcimento. Questo significa che i 10 milioni indicati nel comma 132 della Buona Scuolanon sono che un acconto: basta dire che solo in Piemonte nell’ultimo anno è stato assegnato ai precari oltre un milione di euro come somma risarcitoria. Considerando che la maggior parte dei ricorsi devono ancora essere esaminati, il Governo farebbe bene a trovare sin d’ora i capitoli di finanza da cui stanziare altri fondi per indennizzi numericamente molti più corposi, dovuti alle mancate stabilizzazioni”.
Anief rammenta che attraverso il proprio portale è ancora possibile chiedere, per la propria posizione, l’immissione in ruolo, il riconoscimento degli scatti stipendiali e l’estensione dei contratti dal 30 giugno al 31 agosto. È possibile, infine, ricorrere per farsi riconoscere per intero tutto il punteggio dichiarato da supplente (punti 6, piuttosto che punti 3 per i primi quattro anni), nel rispetto di quanto più volte affermato dai giudici del lavoro sulla ricostruzione e la progressione di carriera, ed in coerenza con quanto espresso dalla Corte di giustizia UE.
Per approfondimenti:
LA SENTENZA DELLA CORTE UE (Terza Sezione) del 9 luglio 2015
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