Scuola: Aggiornamenti in progress - giovedì 12 settembre 2013

° Pane al pane Nelle pieghe del provvedimento c’è un passaggio clamoroso: L'adozione dei testi scolastici diventa facoltativa; i docenti potranno decidere di sostituirli con altri materiali. Diciamo chiaramente che la ministro dell'istruzione, Maria Chiara Carrozza, è riuscita dove i suoi predecessori non erano riusciti: a portare la Scuola nell’agenda del MEF. E, però, sul provvedimento approvato dal CdM restano parecchie incertezze.
La notizia pessima è che il CdM non è in condizione di rimediare al pastrocchio di “Quota 96”. Una notizia ottima (da verificare quando sarà noto il testo definitivo del provvedimento) è che i docenti “inidonei” non passeranno nelle funzioni degli ATA, e che libereranno i posti che saranno coperti nel 2014 assumendo il personale ATA che ne ha diritto. Un segnale interessante è il potenziamento dell’insegnamento della Geografia generale ed economica, ai primi due anni degli istituti tecnici e professionali: un’ora in più è poco ma è significativa. La Ministro ha anche provveduto (con piccole cifre che valgono come segno di attenzione) a qualche facilitazione: welfare per gli studenti meritevoli economicamente in difficoltà; borse di studio per l'alta formazione artistica, musicale e coreutica; finanziamento di progetti didattici nei musei e nei siti di interesse storico, culturale e archeologico; per il personale docente di ruolo, accesso gratuito nei musei statali e nei siti di interesse archeologico, storico e culturale. Sembra deciso che nel prossimo triennio vi siano 85mila nuovi assunti con contratto a t. i.(16 mila per il personale ausiliario, tecnico e amministrativo). Saranno assunzioni a “invarianza finanziaria”: i neo assunti costeranno complessivamente all’erario quanto costavano da supplenti, ma la stabilità lavorativa è valore aggiunto, come lo è la continuità didattica. Le 69mila nuove assunzioni di docenti (26 mila dei quali su Sostegno) e di personale educativo sono una cifra di poco superiore a quella del precedente triennio (nell’agosto 2011, l’assunzione di personale docente ed educativo a.s. 2011/2012 è stata di 30.300 unità; per il 2012/2013 è stata di 21.112; per il 2013/14 è stata di 11.268) ma il vero problema è che si tratta di una cifra incerta, la stima di una operazione vincolata al criterio di invarianza finanziaria. In pratica, ogni anno saranno verificati i posti vacanti e disponibili, le cessazioni per pensionamento e gli effetti del processo di riforma previsto dall'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112. Sarà nostro dovere, pertanto, vigilare sul numero delle assunzioni, e in questo senso l’ANIEF guarda con fiducia alla Corte di giustizia europea che non potrà non imporre al Governo italiano la normativa europea (vieta di stipulare contratti a tempo determinato sui posti in organico, per più di tre anni). Carlo Forte .(ItaliaOggi–10 settembre) segnala nell’art. 14 del provvedimento governativo quello che è, a parere nostro, il pericolo di un condizionamento indiretto dell’INVALSI sulla didattica: “I docenti delle scuole in cui i risultati dei test di valutazione siano stati meno soddisfacenti ed è maggiore il rischio socio-educativo saranno assoggettati alla frequenza di corsi di formazione obbligatori. Le attività formative saranno finalizzate al rafforzamento delle conoscenze e delle competenze di ciascun alunno, necessario per aumentare l'attesa di successo formativo, in particolare nelle regioni dove i risultati delle valutazioni sugli apprendimenti effettuate dall'Invalsi, anche in relazione alle rilevazioni Ocse Pisa, risultano inferiori alla media nazionale. Oppure al potenziamento delle competenze nelle aree ad alto rischio socio-educativo e a forte concentrazione di immigrati; all'aumento delle capacità nella gestione e programmazione dei sistemi scolastici; all'aumento delle competenze relativamente ai processi di digitalizzazione e di innovazione tecnologica; all'aumento delle competenze dei docenti degli istituzioni scolastiche impegnate nei percorsi di alternanza scuola-lavoro”. Facciamo notare che già i test INVALSI influiscono indirettamente sulle scelte dei docenti in sede di programmazione; ancora più ciò sarà, se saranno imposti corsi obbligatori agli insegnanti. A parere nostro, si rafforzerà la diffusa pratica del “teaching for test“.

° Quanto si spende, per Cultura e Scuola
Dato Eurostat (l’istituto di statistica europeo)
Comparando i dati della spesa pubblica del 2011 tra i Paesi dell’Unione europea, rileva che nell’istruzione l’Italia è penultima. Spendiamo l’8,5% del Pil, la media dell’Unione è del 10,9%. Siamo imbattibili, invece, e purtroppo, quando si tratta di spendere poco sulla cultura: solo l’1,1% del Pil, ultimissimi in Europa. (Fonte: Il Messaggero – 10 settembre 2013)

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