Corriere della Sera: «Noi a scuola demotivati e pagati poco»

Tornate a valorizzare gli insegnanti. È l’appello che le associazioni dei docenti rivolgono alle istituzioni in occasione della Giornata mondiale dell’insegnante che si è celebrata ieri in più di 100 Paesi con iniziative e convegni. L’Unesco stabilì questa giornata nel 1994, proprio per commemorare la firma della Raccomandazione sullo status degli insegnanti.

Raccomandazione redatta a Parigi, il 5 ottobre del 1966, da una speciale conferenza intergovernativa convocata dall’Unesco. «Non possiamo dimenticare le ‘tare’ con cui ormai si devono confrontare quotidianamente gli 800 mila professionisti dell’educazione del nostro Paese, sempre più osteggiati e messi in discussione: si sono sensibilmente ridotti di numero, in tanti sono avanti negli anni e costretti a lavorare loro malgrado, tutti sono sottopagati», ha sottolineato Marcello Pacifico, presidente Anief, uno dei sindacati dei docenti.

Per Pacifico «anche per colpa di una società che svilisce tutte le forme di sapere e di cultura, oggi più che mai il ruolo educativo di chi insegna è sempre più in discussione». Per questo l’Anief chiede alle istituzioni di invertire la tendenza, «tornando finalmente a valorizzare gli insegnanti italiani». La Giornata mondiale dei docenti si è trasformata in un momento emblematico per sottolineare il contributo vitale dei professori nell’ambito della formazione e dello sviluppo dell’individuo.

Continua il responsabile dell’Anief: «Il sindacato non può fare a meno di soffermarsi sull’azione distruttiva che, in particolare negli ultimi cinque anni, i nostri governanti hanno perpetrato nei loro confronti: 40 anni fa l’insegnante risultava tra le professionalità più rilevanti nella considerazione sociale e delle famiglie italiane. In molti casi rappresentava l’unica presenza tangibile dello Stato in zone povere ed emarginate. I tagli agli organici e le riforme attuate dal 2007 hanno via via ridotto il personale. I giovani docenti sono aumentati e il rapporto di lavoro si è sempre più precarizzato: piuttosto che assumere in ruolo, come indicato dall’Ue con una chiara direttiva del 1999, si è scelta la strada del licenziamento e della riassunzione a oltranza. Perfino la maggior parte dei vincitori dell’ultimo concorso a cattedra è composta da ultra 35enni». Nel frattempo i Cobas della scuola hanno indetto uno sciopero generale per il 18 ottobre.

Fonte: Corriere della Sera

 

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