Il decreto “agostano” n. 104, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 agosto scorso con nuovi interventi a favore del lavoro e anche per la messa in sicurezza della scuola stanzia oltre un miliardo per la scuola, ma a sorpresa esclude il personale amministrativo dallo smart working: a sottolinearlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, interpellato dalla testata radiofonica Italia Stampa. “Non si comprende per quale motivo nel resto di tutta la pubblica amministrazione è stato autorizzato il ‘lavoro agile’ fino a dicembre, addirittura si vorrebbe trasformarlo in modalità ordinaria e stabile a partire dal prossimo anno, mentre nella scuola si decide di non sperimentare questa possibilità”. Il sindacalista torna quindi a puntare il dito sulla scarsità di stabilizzazioni nel settore che detiene il poco invidiabile record di contratti annuali e che a settembre andrà a determinare una vera e propria caccia al supplente: “servono norme urgenti per stabilizzare diverse categorie di docenti e di personale scolastico, siamo pronti a sostenerle anche mobilitando i precari, perché è importante che queste proposte passino in Parlamento e siano accolte dal Governo”.
La scuola continua ad essere considerata un comparto avulso da tutti gli altri, pubblici e privati: anche nell’applicazione di pratiche lavorative che stanno entrando di diritto anche nel resto la P.A.. Il caso della negazione dello smart working rientra in questa logica ingiustificata. “Se è vero che da una parte deve essere garantito l’avvio regolare dell’anno scolastico, con la presenza degli insegnanti e dello stesso personale amministrativo, è anche vero che ci sono dei compiti delle segreterie scolastiche che possono essere svolti da ‘remoto’”, ha detto il sindacalista autonomo.
Per il sindacato, l’abrogazione del lavoro agile potrebbe render vano il lavoro di sintesi per la pianificazione ed elaborazione del protocollo in termini di prevenzione per evitare un ritorno dei contagi da Covid. La decisione del Governo è quindi molto discutibile, anche perché nel recente protocollo sulla sicurezza sottoscritto anche da Anief, continua il presidente Marcello Pacifico, “abbiamo chiarito che se ci dovesse essere un passaggio contrattuale” su questi temi, “si dovranno chiaramente definire queste mansioni, a partire da quando si possa praticare tale lavoro ‘agile’ dopo l’emergenza Covid che abbiamo avuto” e che stiamo ancora vivendo. “Questa contraddizione giunge, peraltro, in un momento in cui i contagi aumentano e mancano appena due settimane all’inizio del nuovo anno scolastico, anche se la maggioranza delle scuole apriranno a partire dal 14 settembre”.
“Abbiamo quindi predisposto degli emendamenti – dice ancora il sindacalista leader dell’Anief – da collocare l’interno del decreto 104 anche per favorire l’assorbimento del precariato che purtroppo quest’anno non troverà sbocco, visto che i concorsi sono stati rinviati e delle 100 mila immissioni in ruolo più della metà andrà probabilmente deserte. Servono anche delle norme per i docenti diplomati magistrale, per gli insegnanti tecnico-pratici e per gli insegnanti di religione cattolica, che sono stati esclusi, assieme ai maestri della scuola dell’infanzie e primaria, dai concorsi straordinari. Quindi chiederemo al Parlamento, appena si riunirà a fine agosto ed inizierà l’esame del decreto 104, delle profonde modifiche”.
Ascolta l’intervento completo del professor Marcello Pacifico a Italia Stampa: clicca qui.
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17 agosto 2020
Ufficio Stampa Anief