Il tampone rinofaringeo si attuerà gratuitamente, a spese dello Stato, solo per i dipendenti della scuola in condizioni particolari di salute che ne facessero richiesta e che non possono vaccinarsi: lo ha confermato il Ministero dell’Istruzione nelle passate ore, inviando alle scuole il testo del Protocollo di sicurezza siglato alla vigilia di Ferragosto da alcuni sindacati, ma non dall’Anief che si è rifiutata, e poi da una Nota di chiarimento del capo dipartimento Jacopo Greco che ha rappresentato l’amministrazione durante la trattativa.
Marcello Pacifico, quale presidente nazionale Anief ha dato mandato all'ufficio legale di impugnare l'atto in tribunale con misure urgenti per palese violazione del protocollo sulla sicurezza sottoscritto dal ministro: “I tamponi diagnostici – dichiara il sindacalista autonomo - devono essere gratuiti per tutto il personale, sia esso vaccinato, sia fragile sia che voglia chiedere il rilascio del green pass temporaneo valido per sole 48 ore. La risposta da parte dei giudici si avrà già nei prossimi giorni”.
Intanto, continua la raccolta adesioni al ricorso proposto dall’Anief – c’è tempo fino al 23 agosto - contro l'obbligo di possesso e di esibizione del certificato verde, sia per i lavoratori della scuola e degli atenei sia per gli studenti universitari, e contro le relative sanzioni e la raccolta firme per la petizione che ha superato in una settimana le 115 mila adesioni. Come è stato ratificato lo sciopero Anief nel primo giorno del calendario regionale delle lezioni del nuovo anno scolastico.
Le scuole potranno utilizzare parte delle specifiche risorse che saranno loro assegnate destinandole alla copertura dei costi per effettuare tamponi diagnostici “al personale scolastico, impegnato nelle attività in presenza e che si trovi in condizioni di fragilità sulla base di idonea certificazione medica”. Lo si legge nella Nota esplicativa ministeriale 900 del 18 agosto 2021, a firma del capo dipartimento Jacopo Greco, dalla quale si apprende anche che il Ministero sta assegnando alle scuole “specifiche risorse per affrontare l’emergenza sanitaria” e garantendo “il costante supporto amministrativo – contabile”.
Nella nota del Ministero dell’Istruzione si specifica chiaramente che “le scuole potranno utilizzare parte delle risorse assegnate, e in corso di assegnazione, per l’effettuazione tramite le ASL o strutture diagnostiche convenzionate di tamponi nei confronti del solo personale scolastico fragile, dunque esentato dalla vaccinazione”. L’amministrazione spiega che è “un’azione orientata verso coloro che, non avendo la possibilità di vaccinarsi per motivi certificati di salute, si trovano ad essere privi della primaria copertura vaccinale e, quindi, con maggiore rischio per la diffusione dell’epidemia all’interno delle istituzioni scolastiche”.
Dopo avere rimarcato che il tampone diagnostico rappresenta uno strumento essenziale per monitorare l’andamento dell’epidemia, anche all’interno della comunità scolastica, la specifica ha il sapore della beffa per quei sindacati che avevano interpretato troppo favorevolmente il protocollo sottoscritto. Tanto che una organizzazione sindacale, tra le quelle firmatarie del testo sulla sicurezza da adottare nelle scuole da settembre, parla ora di “protocollo che viene stravolto” e definisce il comportamento del Ministero “non accettabile” perché “un atto ufficiale dell’amministrazione scolastica, anziché chiarire il contenuto, altera” la sostanza dell’accordo. Ne consegue che se la circolare applicativa del protocollo non dovesse essere modificata, lo stesso sindacato ritirerà la sua firma di assenso.
“Le ultime circostanze sul green pass obbligatorio – commenta ancora Marcello Pacifico, leader dell’Anief – confermano che abbiamo fatto bene a non dare il nostro assenso sul protocollo sulla sicurezza proposto dall’amministrazione scolastica. Si tratta di un modo di procedere discriminante e lesivo dei diritti di tutti i lavoratori. Per questo confermiamo i nostri ricorsi, da presentare entro il 23 agosto, contro l’obbligo del green pass sia per i dipendenti scolastici e accademici sia per gli studenti universitari. Senza dimenticare che tornare in classe con la convinzione che chi ha fatto il vaccino è immune dal virus e non lo può diffondere, potrebbe addirittura portare ad un allentamento delle condizioni di prevenzione a alla lunga peggiorare il quadro dei contagi”.
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