“L’obbligo del green pass è illegittimo e discriminatorio nella misura in cui va contro il regolamento 953 del 2021 e ai sensi del quale è stato adottato per gli spostamenti per l’estero”: a dichiararlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, il sindacato che non ha sottoscritto il protocollo della sicurezza sulla scuola approvato alla vigilia di Ferragosto. Nel corso di un’intervista pubblicata oggi su Orizzonte Scuola, il sindacalista ricorda che “il Regolamento europeo spiega chiaramente che non può essere messo l’obbligo e non si possono discriminare i cittadini dell’Unione europea in base alla vaccinazione e al possesso del green pass. Vogliamo notificare il ricorso al Tar Lazio avverso tutti i provvedimenti amministrativi applicativi dell’obbligo: abbiamo aperto le adesioni. L’obbligo che porta tra l’altro non solo alla sospensione dello stipendio ma anche alle multe da 400 a 1000 euro: anche questo per noi è illegittimo”. Come se non bastasse, non è certo “l’imposizione a salvare la scuola in presenza”.
Diventa operativa la risposta dell’Anief contro l’imposizione del green pass per lavorare nella scuola: il giovane sindacato ha avviato i ricorsi al Tar Lazio contro la decisione presa dal Governo e contestualmente si rivolgerà al tribunale di Roma con un ricorso collettivo per chiedere un risarcimento per i singoli. “E poi – spiega il presidente Marcello Pacifico - chiederemo un’ordinanza urgente per cancellare questa norma perché qualsiasi cosa in contrasto con il regolamento comunitario è ritenuto nullo. Un po’ come avvenuto in Spagna per i ricorsi avverso il green pass introdotto per gli spostamenti”.
Anief ha anche avviato una petizione anti green pass obbligatorio per il personale scolastico e universitario, oltre che per gli studenti degli atenei: in pochi giorni ha ottenuto oltre 110 mila adesioni, segnale evidente che l’obbligo non convince il personale scolastico. “E oltre un milione di visualizzazioni – dice Pacifico -, ciò che ci ha colpito è il fatto che molti hanno finanziato la campagna di diffusione della petizione in maniera autonoma: è segno che la maggior parte del personale della scuola reputa questa norma discriminatoria e punitiva, ma soprattutto inutile”.
Secondo il leader dell’Anief è che “a fronte dei 10 milioni di italiani, di cui 8 milioni e mezzo di studenti, un milione e mezzo di personale non è l’imposizione di un obbligo vaccinale che salva la lezione in presenza. Anzi”, c’è un paradosso di cui nessuno parla ma che è tutt’altro che improbabile: “si potrebbe alimentare la convinzione che chi ha il vaccino è immune dal virus e non lo può diffondere, questo farà peggiorare i nostri dati. Per non parlare poi degli studenti universitari, anch’essi obbligati al green pass e per i quali è prevista la sanzione. A fine agosto ci sarà una riunione con il ministro Messa per vedere come si dovrà applicare la norma”. Senza contare che “anche i dirigenti scolastici hanno l’obbligo del green pass: se un dirigente non lo ha, chi lo sanziona? Sarà un quesito che porremo”.
L’obbligo del green passa sembra non piacere anche a coloro che sono già vaccinati. “Io per primo – dice Pacifico - ho fatto entrambe le dosi, come organizzazione sindacale abbiamo promosso e sponsorizzato la vaccinazione. Ma qui il problema è capire le ragioni di legittimità di un’imposizione e di una sanzione rispetto all’imposizione. Oggi l’obbligo è inutile, dannoso, discriminatorio, e quindi va combattuto sia dal personale vaccinato che da quello non vaccinato perché la scuola è la scuola dei diritti”.
La conclusione, per il sindacalista autonomo, è inevitabile: “Se il governo ritiene che il vaccino sia lo strumento necessario per la guerra contro il Covid, lo renda obbligatorio per legge. Nessun Paese lo ha fatto, l’Italia potrebbe essere il primo, ma dubito che la Corte costituzionale possa mettere l’obbligatorietà del vaccino in questo momento”.
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16 agosto 2021
Ufficio Stampa Anief