Invece di creare le condizioni per evitare i contagi nelle classi, chi governa la scuola si affida alle istituzioni sanitarie per creare degli istituti “sentinella dove ogni mese si faranno test salivari su un campione di circa 110mila alunni”: sarebbe questa “la strategia alla quale si sta lavorando per controllare la circolazione del virus a settembre, quando ci sarà la ripresa delle attività”. La novità è che anche il Governo e i virologi, come ha sempre sostenuto Anief, ora si aspettano “che il ritorno in classe faccia risalire la curva dei casi, soprattutto asintomatici”: per questo motivo, “l'Istituto superiore di sanità sta scrivendo un protocollo con le Regioni proprio per capire quello che avverrà tra i più giovani, individuando subito eventuali positività”.
La soluzione che si sta intraprendendo non piace al sindacato, anche perché oggi si scoprirà, dopo l’invio dei dati regionali al commissario straordinario Francesco Figliuolo, che i docenti e Ata non vaccinati saranno al messimo 100 mila. “Il Governo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - deve spiegare perché 100 mila alunni possono fare test salivari diagnostici non invasivi e continuare a fare lezioni non vaccinati insieme agli altri 6 milioni, mentre 100 mila insegnanti, educatori, Ata dovrebbero persino a pagamento fare ogni 48 ore tamponi antigenici rapidi invasivi, a dispetto di un milione di colleghi già vaccinati che possono comunque continuare a contrarre e diffondere il virus in classi sottodimensionate e perdere anch'essi il green pass. Cui prodest?”, chiede il sindacalista.
Intanto, mentre Anief annuncia di aver dato mandato al proprio ufficio legale di impugnare la Nota ministeriale che vieta la gratuità dei tamponi a tutto il personale scolastico come previsto dal protocollo sottoscritto dal ministro, in 120mila aderiscono alla raccolta firme per la petizione per abolire l'obbligo di possesso e di esibizione del green pass al personale scolastico e universitario e le relative sanzioni.
La strada del ritorno alla scuola in presenza sembra tracciata e non è delle migliori: dopo non avere fatto nulla per favorire il distanziamento sociale, prima vera arma per prevenire i contagi da Covid e operare in sicurezza, adesso scopriamo che a settembre le lezioni riprenderanno con delle “scuole sentinella”, scelte “dalle amministrazioni locali, e dovranno essere da una a tre per ogni provincia”: saranno scuole, però, solo di primaria e secondaria di primo grado, quindi frequentate da alunni dai 6 ai 14 anni.
In tutto, saranno solo “4,2 milioni di ragazzi” coinvolti negli accertamenti preventivi a campioni. “I tecnici vogliono fare circa 110mila test al mese (divisi in due tranche, una ogni 15 giorni) preferibilmente a ragazzi che frequentano classi diverse. E visto che ovviamente la partecipazione è volontaria”.
E gli altri? E il personale? “Come Anief – dice il suo presidente Marcello Pacifico - siamo d’accordo con i test salivari a campione, periodici, ma per tutti” coloro che stazionano nelle scuole: quindi non solo per gli alunni fino alla terza media come si sta prospettando. E sia il personale, sia tutti gli studenti”, compresi quelli universitari, “dovrebbero farli ovviamente in modo gratuito”, ha detto oggi il sindacalista ad Italia Stampa.
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