A poco più di una settimana dall’inizio del nuovo anno scolastico, con oltre 8.200 collegi dei docenti in programma anche per definire l’organizzazione per assicurare la sicurezza in classe, si accavallano i dubbi e le mancate risposte da parte dell’amministrazione. Soprattutto sul fronte del Green Pass. Domani, 24 agosto, potrebbe essere una giornata rivelatrice: i sindacati siederanno l’uno di fronte all’altro “per confrontarsi sull’interpretazione del protocollo sulla sicurezza ed in particolare sulla parte relativa al “fondo tamponi” e al suo utilizzo”.
Il sindacato Anief, che non ha sottoscritto il testo sulla sicurezza proposto dal Ministero, reputa il comportamento ambivalente del Ministero non accettabile, perché chiaro che i tamponi gratuiti dovono essere destinati a tutti i lavoratori della scuola e degli atenei, ma anche agli studenti universitari, che non sono vaccinati: l’organizzazione sindacale ha posto la questione come centrale, tanto da avere raccolto oltre 122mila firme per la petizione con cui si limita il tampone solo ai ‘fragili’. Inoltre, il sindacato ricorda che stasera alle ore 24 scadono i termini per aderire al ricorso per opporti all’obbligo del Green Pass tra i dipendenti della scuola e universitari sia tra gli studenti degli atenei che non accettano la violazione discriminatoria di sottoporsi a tampone ogni due giorni per entrare nei locali dove si fa istruzione.
“Si tratta di ricorsi che fanno seguito alla raccolta firme – ha detto oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief all’agenzia Teleborsa – con cui si intende portare la richiesta in Parlamento, in sede di conversione del decreto legge, affinché quest'obbligo venga tolto. Perché è un provvedimento che va contro una precisa raccomandazione della Commissione e del Parlamento europeo: è una norma che va disapplicata. Questo è già avvenuto in Spagna - ricorda - con l'introduzione del Green pass per accedere ai locali e noi siamo più che convinti che debbano essere rispettate le norme comunitarie".
Anief non ci sta. L’obbligo del certificato verde sta diventando punitivo nei confronti del personale docente, ma soprattutto discriminatorio. “Perché – dice il leader Anief, Marcello Pacifico - si consuma solo nei confronti del personale della scuola che, di fatto, deve fare un tampone invasivo naso-faringeo ogni 48 ore e che, tra l'altro, doveva essere gratuito e invece lo sarà solo per il personale fragile. Anief è decisa a portare avanti i ricorsi: oggi è l'ultimo giorno per poter aderire e per tentare di avere un provvedimento urgente prima dell'inizio dell'anno scolastico. Poi, ovviamente, si potrà sempre ricorrere nei giorni successivi, ma i provvedimenti saranno assunti ad anno scolastico già iniziato". Possono presentare ricorso da una parte i dipendenti della scuola e universitari, dall’altra gli studenti degli atenei sottoposti anch’essi all’obbligo di presentazione del Green Pass.
"Stiamo cercando in tutti i modi di tutelare il personale, i diritti un po' di tutti, ma soprattutto continuiamo a ribadire che vogliamo una scuola in sicurezza. - ribadisce Pacifico - Qui non è un problema di pro-vax o no-vaxqui è un problema di aprirle le scuole in sicurezza e quindi estendere i tamponi salivari gratuiti a tutto il personale scolastico, amministrativo e studenti e mettere le risorse per sdoppiare le classi a raddoppiare gli organici".
Il problema è più che reale: proprio oggi la rivista Tuttoscuola ha ricordato che “i nodi da sciogliere sono ancora diversi, a partire dal numero di docenti che ancora non hanno ricevuto nemmeno la prima dose di vaccino, fino al carico di lavoro dei presidi, ora chiamati a controllare anche il Green pass del personale. Senza contare il problema dei trasporti”.
Per la precisione il personale scolastico che ancora non si è vaccinato ammonta a circa 186mila unità. Secondo le prime stime dei dei dirigenti scolastici alla fine, tra no vax ed esentati per motivi medici potrebbero essere circa 100mila persone senza certificazione verde. E nonostante i tentativi di rassicurazione da parte del Ministero dell’Istruzione, i presidi hanno ancora diversi interrogativi che sperano di poter scegliere prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.
“La stragrande maggioranza del personale scolastico, che voglio nuovamente ringraziare, ha compreso l’importanza della vaccinazione, compiendo un gesto fondamentale per tutelare se stessi, i più fragili e la scuola intera”, ha detto il ministro Bianchi in un’intervista al Sole24Ore. “Ci sono poi coloro che non possono vaccinarsi, per problemi di salute, che vanno tutelati proprio perché sono più esposti. Resta una quota di persone che, per diverse ragioni, non vogliono vaccinarsi e che si assumeranno le proprie responsabilità individuali”.
Tutte persone che, secondo l’Anief, non possono essere coattivamente portate a vaccinarsi, ancora di più perché nelle aule vi sono anche gli alunni, la maggior parte dei quali non è vaccinata. E fino a 12 anni nessuno lo sarà, perché la medicina non ha ancora sperimentato gli effetti del vaccino sui bambini: perché, allora, questo accanimento contro chi insegna e lavora nelle scuole? Il sindacato Anief continua a pensare che la prima arma da utilizzare contro il Covid a scuola è l’allargamento delle aule. Perché il Covid non è vinto e la sicurezza non è assicurata: la verità è che serve una specifica voce prevista anche dai fondi europei del Pnrr, stabilendo dei criteri relativi al rapporto tra il personale scolastico e studentesco, oltre che il dimensionamento delle scuole.
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