''Bene ha fatto il governo a implementare le risorse per scuola e ricerca così come è positiva la maggiore attenzione che sembrerebbe essere arrivata per questi settori, tanto da incrementare i finanziamenti. È bene però che si stabiliscano da subito gli obiettivi da raggiungere, scongiurando il rischio di disperdere i fondi Ue: il fine ultimo deve essere quello di elevare la cultura dei nostri giovani e della popolazione, annullando quell'odioso gap formativo che oggi la caratterizza, che ha le basi nel digital divide e che trova purtroppo la massima espressione nell'abbandono scolastico precoce. Per questo occorre ricostruire 15 mila plessi scolastici spazzati via in Italia nell'ultimo decennio da assurde politiche di spending review fatte sulla pelle della popolazione". Così, in una nota, il presidente di Anief, Marcello Pacifico, sul Recovery plan del governo.
“È rischioso in questo momento riaprire le scuole per un mese perché non è stato fatto niente sul distanziamento sociale che bisogna rispettare per essere tutti in presenza. Quando la scorsa estate abbiamo firmato il protocollo sulla sicurezza per riaprire gli istituti, avevamo preso un impegno con il Ministero di andare a rivedere i criteri per il dimensionamento scolastico, per dotare le scuole di più classi, di più plessi e di più organici. Ad oggi addirittura si riapre nelle zone rosse fino alla terza media, questo ci sembra molto pericoloso, soprattutto quando ancora nessuno degli 8 milioni di studenti ha ricevuto il vaccino e solo 800mila su 1,3 milioni tra insegnanti e amministrativi hanno avuto la prima dose". E' quanto dichiara all'Adnkronos Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. "Non essendo cambiato niente - continua il sindacalista - sarebbe meglio finire l'anno scolastico con la dad, completare la vaccinazione, iniziare quella di tutti gli studenti e nel frattempo andare a pensare come utilizzare i soldi del Pnnr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per garantire il diritto allo studio in presenza e in sicurezza con migliaia di aule in più. Bisogna recuperare almeno 12mila plessi dismessi negli ultimi anni, 4mila sedi di presidenza e diminuire il rapporto tra alunni, insegnanti e personale amministrativo: fin quando c'è il Covid l'unico criterio deve essere quello del distanziamento sociale, in uno spazio di 45 mq non ci possono stare più di 15 alunni".
Il personale scolastico vaccinato, quasi tutti con AstraZeneca, tranne i "fragili", è fermo e pari a 1.111.124 lavoratori, pari al 76,8% a fronte di 1.446.943 complessivi. Il dato è stato fornito oggi dal ministero dell'Istruzione ai sindacati, dopo che questi ultimi avevano ieri sollecitato la trasmissione di numeri ufficiali, soprattutto per comprendere quanti docenti, amministrativi, tecnici, ausiliari, Dsga e dirigenti scolastici non siano coperti nemmeno con la prima dose del vaccino anti Covid19. Dai numeri forniti dall'amministrazione scolastica risulta anche che le somministrazioni si sono svolte in modo fortemente differenziato, con Regioni dove la prima dose del vaccino è stata somministrato a tutti o quasi, e altre dove invece nemmeno alla metà del personale scolastico. "Come sindacato - dice il suo presidente nazionale Marcello Pacifico - reputiamo incomprensibile e ingiustificabile che la macchina amministrativa si muova con efficacia così diversa. Come reputiamo un errore la decisione di riprendere le attività in presenza con la totalità degli alunni, senza però avere provveduto a coprire totalmente il personale almeno con una dose di vaccino: una circostanza che avrebbe almeno tutelato i lavoratori della scuola non dal contagio ma almeno dai ricoveri. Esortiamo il Governo a ravvedersi il prima possibile, includendo docenti e personale della scuola tra le liste prioritarie, e le Regioni in ritardo a provvedere di conseguenza a realizzare quelle vaccinazioni che andavano fatte nelle passate settimane". La seconda dose è stata ricevuta solo dall'1,54% del personale della scuola. (ANSA).
"É sempre più chiaro che non passa certo per i concorsi ordinari e straordinari la possibilità di abbattere il tasso altissimo di precarietà che caratterizza il corpo insegnante della scuola pubblica e che non può contare più sulle attuali graduatorie, visto che sono in gran parte svuotate e non garantiscono più il turn over. Rimaniamo convinti che l'unica soluzione per evitare il peggio, con 230 mila cattedre da assegnare a supplenti, rimanga quello di assumere il personale che ha già svolto 36 mesi di servizio, come confermato nell'ultima lettera di costituzione in mora complementare ex art. 258 TFUE con cui la Commissione europea esorta l'Italia a prevenire l'abuso di contratti a tempo determinato e ad evitare condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico, ad iniziare dalla scuola. L'unica soluzione, per evitare una multa salatissima dell'Ue, rimane quella di rivedere i concorsi e predisporre da subito un canale speciale di assunzione con graduatoria unica finale". A sostenerlo è Marcello Pacifico presidente del sindacato Anief. (ANSA).
Ora si passa ai tavoli per i rinnovi dei contratti di comparto a tre anni dalla scadenza. Anief pronta a tutelare e migliorare i diritti di 1,5 milioni di insegnanti, ricercatori, amministrativi, educatori della scuola, università, afam e ricerca. Prime assemblee dal 19 aprile per informare tutti i lavoratori, ascoltare la loro opinione e votare la piattaforma sindacale. Vai al calendario
“Rischioso in questo momento riaprire le scuole per un mese perché non è stato fatto niente sul distanziamento sociale che bisogna rispettare per essere tutti in presenza. Quando la scorsa estate abbiamo firmato il protocollo sulla sicurezza per riaprire gli istituti, avevamo preso un impegno con il Ministero di andare a rivedere i criteri per il dimensionamento scolastico, per dotare le scuole di più classi, di più plessi e di più organici. Ad oggi addirittura si riapre nelle zone rosse fino alla terza media, questo ci sembra molto pericoloso, soprattutto quando ancora nessuno degli 8 milioni di studenti ha ricevuto il vaccino e solo 800mila su 1,3 milioni tra insegnanti e amministrativi hanno avuto la prima dose". È quanto dichiara all'Adnkronos Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief
Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, ai microfoni di Tgcom24 ha affermato che “è rischioso riaprire per un mese quando le aule sono le stesse dell'anno scorso. Le scuole hanno i dispositivi di protezione ma non gli spazi necessari per rispettare il distanziamento. Gli studenti non sono ancora vaccinati mentre 400 mila tra docenti e amministrativi non hanno avuto la prima dose. Manca chiarezza sui tracciamenti per evitare il contagio e il problema dei trasporti non è ancora risolto. Condividiamo lo spirito di ottimismo e di fiducia del premier Draghi ma serve lavorare subito per non passare anche il prossimo anno in didattica a distanza. Le risorse del PNRR devono subito essere investite per un piano di riorganizzazione degli spazi scolastici, un rapporto inferiore tra alunni e personale, più scuole autonome. Il fabbisogno di assunzione può essere coperto con la stabilizzazione dell'esercito dei precari”.
Il leader dell’Anief ha anche detto che “il sindacato, come tutti gli italiani, vuole ritornare alla normalità, lo vogliono tutti, alunni e insegnanti, ma nonostante i protocolli di sicurezza che abbiamo sottoscritto e il contratto sulla Didattica digitale integrata rispetto all'anno scorso non è cambiato niente sugli spazi a livello stabile come si era impegnato il Ministero dell'istruzione. Mancano all'appello 4 mila sedi di dirigenza, 12 mila plessi dimessi, migliaia di classi dove posizionare i nuovi banchi e almeno ulteriori centocinquantamila insegnanti e amministrativi per garantire la riapertura in sicurezza. Noi siamo pronti a sederci a un tavolo per affrontare tutto perché oltre alla speranza ci accompagni il senso di responsabilità verso milioni di famiglie italiane. Si potrebbe chiudere con la didattica a distanza e programmare oggi stesso un piano straordinario per non riparlare degli stessi problemi a settembre”.
ROMA, 16 APR - Il Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, incontrando i sindacati, ha annunciato il prossimo invio di un piano programmatico per l'apertura di tavoli sul reclutamento, l'organizzazione scolastica e la riforma degli istituti tecnici superiori. A renderlo noto è il sindacato Anief dopo l'incontro avvenuto nel pomeriggio con il ministro Bianchi. Il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico, ha nel suo intervento rimarcato la necessità di intervenire subito contro i vincoli sulla mobilità e sull'assegnazione provvisoria visti gli emendamenti presentati al decreto legge Sostegni in V e VI commissione da quasi tutto l'arco parlamentare e sui concorsi viste le modifiche apportate dal decreto legge Contenimento Covid attualmente assegnato alla I commissione del Senato. Inoltre ha ribadito come per riaprire le scuole in sicurezza in presenza, su tutto il territorio nazionale, a maggio ma soprattutto per un più regolare avvio del prossimo anno scolastico, sia necessario dare alla scuola quelle risposte che il sindacato chiede da tempo rispetto a più classi, più plessi, più organici sia per contenere la diffusione dell'epidemia sia per incrementare gli apprendimenti dei nostri studenti. Il tavolo sul reclutamento riguarderà l'ipotesi di indire concorsi regolari e stabili annuali al netto di una gestione di una fase transitoria che dovrà tenere conto dello storico del personale precario utilizzato dallo Stato al fine di un suo progressivo assorbimento della pianta organica ordinaria, mentre nel tavolo sull'organizzazione scolastica si parlerà di autonomia, responsabilità e gestione delle istituzioni scolastiche. Anief ha dato la sua disponibilità a partecipare in maniera attiva e costruttiva fin da subito a questi tavoli che dovrebbero essere attivati dalla prossima settimana. (ANSA).