Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, ai microfoni di Tgcom24 ha affermato che “è rischioso riaprire per un mese quando le aule sono le stesse dell'anno scorso. Le scuole hanno i dispositivi di protezione ma non gli spazi necessari per rispettare il distanziamento. Gli studenti non sono ancora vaccinati mentre 400 mila tra docenti e amministrativi non hanno avuto la prima dose. Manca chiarezza sui tracciamenti per evitare il contagio e il problema dei trasporti non è ancora risolto. Condividiamo lo spirito di ottimismo e di fiducia del premier Draghi ma serve lavorare subito per non passare anche il prossimo anno in didattica a distanza. Le risorse del PNRR devono subito essere investite per un piano di riorganizzazione degli spazi scolastici, un rapporto inferiore tra alunni e personale, più scuole autonome. Il fabbisogno di assunzione può essere coperto con la stabilizzazione dell'esercito dei precari”.
Il leader dell’Anief ha anche detto che “il sindacato, come tutti gli italiani, vuole ritornare alla normalità, lo vogliono tutti, alunni e insegnanti, ma nonostante i protocolli di sicurezza che abbiamo sottoscritto e il contratto sulla Didattica digitale integrata rispetto all'anno scorso non è cambiato niente sugli spazi a livello stabile come si era impegnato il Ministero dell'istruzione. Mancano all'appello 4 mila sedi di dirigenza, 12 mila plessi dimessi, migliaia di classi dove posizionare i nuovi banchi e almeno ulteriori centocinquantamila insegnanti e amministrativi per garantire la riapertura in sicurezza. Noi siamo pronti a sederci a un tavolo per affrontare tutto perché oltre alla speranza ci accompagni il senso di responsabilità verso milioni di famiglie italiane. Si potrebbe chiudere con la didattica a distanza e programmare oggi stesso un piano straordinario per non riparlare degli stessi problemi a settembre”.
Nel corso dell’intervista a Tgcom24 Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, ha affermato che “il primo problema rimane quello dei trasporti, per non parlare delle zone rosse dove i problemi sono anche logistici. Passiamo alle problematiche sui tracciamenti, poiché c’è un problema di comunicazione tra le istituzioni scolastiche, le Asl e gli enti locali, tanto da non avere la perfetta cognizione di ciò che sta esattamente avvenendo a proposito dei contagi. Si è detto che le scuole non sono luoghi di contagio ma per i protocolli, per quello che abbiamo fatto, per le chiusure nelle zone rosse e la didattica al 50% nelle zone arancioni in attesa che arrivassero gli spazi; sono arrivati i banchi ma mancano le aule, questo è il problema. Le nostre aule sono sovradimensionate. Dovremmo sin da ora riformulare gli organici e mantenerli anche dopo la fine della pandemia per migliorare gli apprendimenti dei nostri alunni e studenti”.
Il presidente Pacifico ha rilasciato anche un’intervista alla stampa specializzata: per accedere all’articolo di Orizzonte scuola, cliccare qui.
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