Dalle proiezioni giunte dal territorio nazionale, il risultato dovrebbe oscillare tra il 6,5 e il 7,5%, andando a costituire un testa a testa con la Gilda, viste le 41mila deleghe Anief certificate dal Miur (+27 mila dal 2014) rispetto alle probabili 75 mila complessivamente registrate sul nuovo comparto, e ai possibili 60 mila voti espressi rispetto alla precedente tornata, al lordo degli altri ex comparti di AFAM, Università e Ricerca, dove il giovane sindacato non si è presentato. Complessivamente, tra i voti espressi nelle 5 mila scuole dove è stata presentata la lista Anief, si potrebbero superare le 60 mila preferenze (+ 33 mila rispetto al 2015): 11 mila in Sicilia, 9 mila in Lombardia e Campania, le tre regioni che raccolgono la metà dei voti. Se i dati e le relative proiezioni saranno confermati, a scrutinio finale nonostante l'alta percentuale dei votanti, l'aumento delle deleghe e l'unificazione dei comparti, Anief si ritroverebbe a superare la soglia del 5% della rappresentatività, con una preferenza alle proprie liste del 12%, e con una media sul tasso di rappresentativa più del doppio superiore alla precedente certificazione, con una forbice dal 6,5 al 7.5% tale da garantire le prerogative sindacali fino ad oggi negate in termini di permessi, distacchi, assemblee, partecipazione sindacale.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): Ci accingiamo ad assistere ad un vero terremoto, non solo nel comparto più grande della pubblica amministrazione, ma anche per tutto il pubblico impiego dove la confederazione Cisal - cui Anief aderisce dal 2014 - potrebbe conquistare la rappresentatività anche nei comparti degli enti centrali, locali e nella Presidenza del Consiglio dei Ministri, di fatto collocandosi come terza forza confederale. I complimenti più vivi sono rivolti alle Rsu elette cui daremo una formazione adeguata e ai non eletti che siamo pronti a candidare come RSA. È giusto ricordare le liste più votate, a testimonianza dello sforzo comune e della voglia di cambiamento che i candidati Anief hanno saputo interpretare: l’IPSSCT Verri di Busto Arsizio, dove ci sono stati assegnati 112 voti, l’IS Angelo Berti di Verona, con 88 voti, ma anche l'IIS Antonello Messina di Messina, che con 87 voti ha fatto registrare il record di voti Anief nelle scuole della Sicilia. Aspettiamo con fiducia i risultati definitivi e siamo pronti a far entrare il diritto nei nostri istituti, nella contrattazione nazionale e integrativa #perunascuolagiusta. Buon lavoro a tutti noi.
È totalmente inutile pensare a una fase transitoria: dal 28 aprile è stato indetto uno sciopero della fame e un presidio permanente al Miur. Il 2 e 3 maggio invece sarà la volta di uno sciopero nazionale che culminerà il 3 maggio in una manifestazione nazionale a Roma, davanti alla sede ministeriale. Necessario sospendere subito tutti i ricorsi pendenti presso il Tribunale amministrativo in attesa di un riesame della questione in Parlamento e in Cassazione.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: Su 120 mila docenti abilitati alle superiori, soltanto uno su tre ha presentato domanda di partecipazione alla fase transitoria che, peraltro, per come ideata, non garantisce l’immissione in ruolo di tutti né è utile al conferimento delle supplenze. Per i posti di sostegno, addirittura, si è presentato soltanto uno specializzato su sei degli ultimi cinque anni; uno su due è già di ruolo. Pertanto, ipotizzare, di applicare questo sistema di reclutamento alla primaria sarebbe inutile; meglio ritornare sui propri passi e riaprire le Gae come ha fatto il Parlamento nella XVI legislatura.
Per opporsi alla decisione dell’Avvocatura dello Stato, l’Anief ha predisposto uno specifico ricorso, rivolto al giudice del lavoro, finalizzato proprio ad opporsi al licenziamento dei diplomati magistrale che hanno superato l'anno di prova: per informazioni cliccare qui.
Ancora una volta un contratto nazionale non individua i ruoli di chi ha avuto riconosciuto nominalmente un ruolo apicale nell'amministrazione scolastica, ma a livello retributivo e non giuridico continua ad essere mortificato. Per colpa della temporizzazione, gli ex assistenti amministrativi nel nuovo ruolo di direttori percepiscono uno stipendio inferiore. Il potere d'acquisto degli stipendi, di fatto, premia chi era segretario.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): È arrivato davvero il momento di dire basta, soprattutto visto che più di un posto su quattro il prossimo anno sarà vacante. Anief ha messo a disposizione il modello di diffida per sbloccare la temporizzazione”.
ROMA, 15 APR - "Preso atto dell'inerzia che continua a contraddistinguere l'azione di chi amministra l'istruzione pubblica in Italia", l'associazione sindacale Anief ha deciso di "incrociare di nuovo le braccia, aderendo alla proclamazione dello sciopero generale nel comparto scuola indetta per il 2 e 3 maggio e già ratificata dal dipartimento della Funzione Pubblica". La protesta, che coinvolgerà il personale docente e Ata a tempo indeterminato e determinato, atipico e precario, "segue le due già realizzate negli ultimi mesi: quella dell'8 gennaio, a ridosso della sentenza in Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, cui ha fatto seguito lo sciopero del 23 marzo nel giorno d'insediamento delle Camere, a cui si è aggiunto il malcontento per un rinnovo di contratto al ribasso", spiega una nota. Secondo Marcello Pacifico (Anief-Cisal), "tra il personale, la situazione di insofferenza ha raggiunto l'apice. Tra i precari, anche di lungo corso, non si arresterà fino a quando non saranno riaperte le Graduatorie ad esaurimento, trasformato tutto l'organico di fatto in organico di diritto, autorizzato un nuovo vero piano straordinario di 150mila assunzioni per docenti educatori ed Ata". "Tutto il personale, invece, continua a chiedere ulteriori risorse per riportare gli stipendi al costo della vita. Sono tanti i motivi che hanno portato il nostro sindacato a chiedere di scioperare, per ben tre volte in quattro mesi, consapevoli del fatto che non possiamo essere ostaggio della politica. Anche perché chi è docente e Ata non può più fare il missionario. È chiamato, certamente, ad educare al diritto, al dovere e al lavoro. Ma ha anche il diritto di essere assunto dopo 36 mesi di lavoro. E per farlo, i precari devono essere immessi in ruolo dalle GaE, se in possesso di abilitazione, attraverso qualsiasi canale; occorre poi trasformare i quasi 100mila posti degli organici di fatto in cattedre vacanti, quindi da collocare in quelle di diritto. Allo stesso modo, riteniamo che sia giunta finalmente l'ora di allineare gli stipendi almeno all'aumento del costo della vita", ha concluso. (ANSA).
ROMA, 14 APR - "In presenza di disabili il Ministero dell'Istruzione indica di formare classi con massimo 20 alunni, ma molte scuole non ne tengono conto e spesso risparmiano anche sui docenti": lo denuncia l'Anief, ricordando che l'esortazione del Miur è stata ribadita in questi giorni con la Nota n.16041 con la quale sono state fornite indicazioni a tutti gli Uffici Scolastici in merito alla dotazione organica del personale docente per l'anno scolastico 2018-2019. "Non è possibile che applicando la Legge 244/07, sino alla più recente Legge 128/13, l'organico di diritto del sostegno continui ad essere bloccato al 70% di quello annualmente assegnato dal Miur", fa sapere il presidente di Anief e Cisal Marcello Pacifico. "È un problema facilmente risolvibile, non di certo con l'assegnazione di supplenze triennali, come autorizza il D.lgs 66/17, ma piuttosto con la stabilizzazione del personale e incentivi a permanere nei ruoli e non invece - avverte - con penalizzazioni per i passaggi di ruolo".(ANSA).
ROMA, 12 APR - Ancora una brutta notizia per 1 milione e 200 mila lavoratori della scuola: gli incrementi non arriveranno in busta paga nemmeno a fine mese ma se va bene nel prossimo mese di maggio. A renderlo noto è il sindacato Anief, secondo il quale i motivi sono dovuti ai ritardi negli adempimenti di rito, sull'accordo raggiunto all'Aran ad inizio febbraio, complicati dalla situazione d'impasse che sta vivendo la politica italiana. Ciò vuol dire - secondo i calcoli del sindacato - che se la situazione non dovesse sbloccarsi, gli incrementi medi di 85 euro lordi promossi a marzo, di fatto tra i 37 e i 52 euro netti, potrebbero essere corrisposti in estate. Gli arretrati, del biennio 2016-2017, sono per Anief 13 volte sotto il tasso IPCA, l'Indice dei prezzi al consumo, aggiornato per il 2016/17 e 3 volte inferiore per il 2018: verranno quindi corrisposti circa 435 euro in media, a fronte di oltre 6mila spettanti. "È per questo motivo - dice Marcello Pacifico di Anief-Cisal - che come Anief abbiamo definito l'intesa del 9 febbraio l'accordo della vergogna. Perché il tasso IPCA dal 2008 al 2016 è aumentato del 8,52%, poi del 9,32 per il 2017 e dell'11,22 per quanto riguarda quest'anno, a fronte degli aumenti pattuiti rispettivamente dello 0,36%, 1.09% e del 3,48%. Come ricordato la settimana scorsa dalla Corte dei Conti, non senza osservazioni. Del resto, gli economisti sanno bene che l'inflazione rimane l'unico strumento per valutare nel rinnovo della forma contrattuale se gli aumenti sono giusti o esigui". (ANSA).
Roma, 11 apr. (Adnkronos/Labitalia) - L'Anief aderisce allo sciopero della scuola del 2 e 3 maggio. "Non possiamo tollerare –spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief- quest'impasse della politica che deve per forza di cose dare delle prime importanti risposte al mondo della scuola, dopo avere assunto recisi impegni nel corso della campagna elettorale".
"Persino negli Stati Uniti -fa notare- dopo dieci anni gli insegnanti sono tornati a scioperare: 20 mila professori si sono astenuti dal fare lezione nel West Virginia, Oklahoma e Kentucky, per chiedere un aumento dei salari di 10.000 dollari, a fronte dei 6.100 dollari che gli sono stati comunque concessi".
Invece, avverte, "in Italia, dopo dieci anni di blocco, si è arrivati a un aumento mensile medio di 85 euro". "Tra l'altro, nemmeno garantito a tutti. In ogni caso, annualmente il rinnovo porterà in media meno di mille euro lordi. Ne consegue che mentre un insegnante italiano non arriva a percepire 30 mila euro l'anno, un collega statunitense ne prende più del doppio, 60 mila dollari, e scende in piazza per rivendicare incrementi dieci volte superiori a quelli sottoscritti e accolti con tanto di brindisi dai nostri sindacati confederali", conclude.
ROMA, 7 APR - "Ci saremmo certamente aspettati modifiche che rimpolpassero, in assoluto, lo spessore della scuola superiore di secondo grado. Sarebbe stato quindi più opportuno qualificare il titolo di studio, elevandone la qualità complessiva. Questo, avrebbe contribuito anche a spazzare via, una volta per tutte, i periodici tentativi di cancellazione del valore legale del titolo di studio: è una questione di primaria importanza, perché in tal modo si dà il giusto valore all'impegno degli studenti e si risolleva, anche a livello di considerazione sociale, l'operato di docenti e personale Ata. Anziché sulla verifica caso per caso, si è voluto puntare, invece, sulla logica dell'uniformità a tutti i costi". Lo sostiene in una nota Marcello Pacifico (Anief-Cisal) in merito alle novità sull'esame di maturità previste nel 2019. "A ben vedere, prosegue la nota, la revisione delle prove ha comunque depotenziato gli esami di maturità, perché dal 2019 si svolgeranno meno prove, solo due scritti e un'orale, ma anche ha apportato una complessiva riduzione dei punteggi derivanti degli esiti diretti dell'esame stesso. Anche il continuo investimento sulle prove standardizzate Invalsi ha collaborato in questo: stiamo andando verso un sistema che guarda sempre più alla valutazione delle nozioni e della preparazione di base, quindi ad una istruzione sempre più 'piatta'. E pensare che solo qualche mese fa, lo stesso Istituto Invalsi aveva ammesso, al termine di un monitoraggio nazionale, che occorrono politiche scolastiche differenziate in base alle esigenze del territorio e alle tipologie di scuole". "Le innovazioni - aggiunge- verteranno principalmente sulla seconda prova scritta: comprenderà più discipline, ci sarà la definizione dei quadri di riferimento, la mancanza di un riferimento esplicito ed esclusivo alle conoscenze, abilità e competenze del quinto anno e la definizione di una griglia di valutazione comune. Tra le (poche) novità positive c'è l'introduzione di un curriculum dello studente allegato al diploma, nel quale saranno indicati, in forma descrittiva, i livelli di apprendimento conseguiti nelle prove scritte a carattere nazionale, distintamente per ciascuna delle discipline oggetto di rilevazione e la certificazione sulle abilità di comprensione e uso della lingua inglese". (ANSA).
ROMA, 5 APR - Sono oltre due milioni e mezzo gli studenti che quest'anno si sono ritrovati con un docente diverso rispetto all'anno precedente, un numero che corrisponde un iscritto su tre. Va peggio però per gli alunni disabili: almeno 100 mila allievi con problemi di apprendimento - il 43% dei 233 mila alunni disabili presenti quest'anno nelle classi di ogni ordine di scuola - si sono visti assegnare un insegnante specializzato diverso rispetto all'anno precedente. I numeri li rende noti il sindacato Anief il quale scrive che la rivista Tuttoscuola ha calcolato come una spesa per le Casse dello Stato di circa 1.650 euro per alunno disabile permetterebbe la stabilizzazione dei posti di sostegno. "Solo il 7% di quanto già si spende, ma il risultato sarebbe del tutto diverso", osserva il sindacato, secondo il quale una soluzione è necessaria, anche perché aumenta di anno in anno il numero degli alunni disabili: +106% negli ultimi vent'anni e con esso anche quello dei docenti di sostegno precari: 10 mila nel 99-00 (17% del totale docenti di sostegno), 30 mila nel 2004-05 (38%), 40 mila nel 2007-08 (45%), 41.021 nel 2016-17 (29,8%). Ancora oggi quasi un insegnante di sostegno su 3 è 'in deroga', cioè precario. Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, "ben 100mila alunni disabili sono costretti a subire il valzer dei 41 mila supplenti chiamati ogni anno su posti vacanti e disponibili, ma esclusi dal reclutamento per colpa delle leggi dello Stato. Per ragioni di finanza, applicando la L.244/07, sino alla più recente L.128/13, l'organico di diritto del sostegno è bloccato al 70% di quello annualmente utilizzato, nonostante invece ogni anno cresca di quasi 8 mila unità il numero di alunni con disabilità certificata iscritti nelle nostre scuole. Inoltre, ora che secondo la Cassazione i precari hanno diritto allo stesso trattamento economico dei colleghi di ruolo, non si comprende perché debba essere impedito il diritto alla continuità didattica da parte del personale a tempo determinato: è un problema facilmente risolvibile, non con l'assegnazione di supplenze triennali ma piuttosto con la stabilizzazione del personale e incentivi a permanere nei ruoli e non invece penalizzazioni per i passaggi di ruolo". (ANSA).
ROMA, 3 APR - I test Invalsi da soli non servono se poi non si interviene con dei correttivi. Lo pensa Marcello Pacifico, responsabile nazionale dell'Associazione sindacale che riuscire ricercatori in formazione, precari, in servizio, e di ruolo, (Anief). "La valutazione dell'apprendimento degli studenti e dell'insegnamento dei docenti - sostiene - non può passare per dei test nazionali che non tengono conto della classe degli alunni e del territorio da cui parte ogni programmazione didattica. E' chiaro che una scuola dei Parioli è diversa da una scuola dello Zen di Palermo e questo non si può addebitare né agli alunni, né al corpo docente. Servono reali correttivi, servono strumenti per far lavorare tutti meglio, ad esempio sotto il profilo dell'organico. E' ovvio che l'obiettivo deve essere comune a livello nazionale, ma da soli i test Invalsi non servono a nulla se non si interviene nel singolo territorio". (ANSA).
ROMA, 2 APR - Il precariato nella scuola "non è mai stato sconfitto, infatti coi nuovi organici a settembre tornano 100mila supplenze annuali": lo rileva l'Anief, secondo il quale "ciò significa che tra pochi mesi, sul finire dell'estate e con l'avvio dell'anno scolastico 2018/19, ci ritroveremo sul groppone lo storico surplus di cattedre della scuola pubblica italiana". Questa situazione, osserva ancora l'organizzazione sindacale, "conferma che sia il piano di assunzioni straordinario introdotto dalla Legge 107/2015, sia l'introduzione dei concorsi transitori, prodotti sempre dalla riforma Buona Scuola, non hanno scalfito l'annoso problema della 'supplentite italica'. L'inutilità del nuovo sistema di reclutamento è rappresentato dal nuovo sistema di Formazione iniziale e tirocinio che porterà al ruolo solo dopo un periodo che tra colloqui, selezioni e formazione prevede tra i due e i quattro anni d'attesa, durante i quali la maggior parte di questi precari saranno pagati con stipendi figurativi, visto che non dovrebbero superare i 400 euro".(ANSA).
ROMA, 31 MAR - "Di fronte alle insistenze dei sindacati, innescate dall'Udir ed espresse il 30 ottobre nel corso dell'incontro con i dirigenti Miur, l'amministrazione scolastica centrale ha fatto un passo indietro: anche gli altri capi d'istituto potranno candidarsi a ad avere il ruolo che gli spetta negli Esami di Stato 2018 delle superiori". Lo sottolinea un comunicato del sindacato autonomo dei presidi Udir. "Per farlo, dovranno produrre domanda cartacea all'Ufficio Scolastico Regionale di competenza, indicando anche il nominativo del loro sostituto, per condurre la scuola durante i giorni di assenza. Per la sostituzione nella presidenza degli Esami di Stato della scuola media da attuare individuando un docente di scuola secondaria di primo grado non impegnato in Commissione. Su queste novità, - prosegue il comunicato - il Ministero dell'Istruzione ha preso l'impegno di pubblicare al più presto una nota ufficiale che andrà ad integrare e a modificare la Circolare Miur 4537 del 16 marzo scorso". Per Marcello Pacifico, presidente dell'Udir, "la minaccia del nostro ricorso contro la palese esclusione illegittima dei dirigenti scolastici di primo ciclo dalla maturità, ha sortito il suo effetto. Si tratta di un risultato importante, raggiunto, come in altre occasioni, in solitudine, visto che siamo stati gli unici a presentare formale ricorso. È la dimostrazione che certi tipi di azioni hanno sempre buone possibilità di fare rispettare la giustizia, anche senza arrivare in tribunale".
Vai al video con l'intervista al presidente nazionale Anief prof Marcello Pacifico
Vai al video con l'intervista al presidente nazionale Anief prof Marcello Pacifico
ROMA, 23 MAR - Circa 5mila lavoratori, provenienti da tutta Italia, stamattina hanno invaso le piazze di Roma, per poi ritrovarsi in oltre mille davanti al Ministero dell'Istruzione, "dove è stata ribadita la richiesta di trovare con celerità una soluzione per decine di migliaia di precari con diploma magistrale cacciati dalle graduatorie ad esaurimento da una sentenza del Consiglio di Stato". I numeri sullo sciopero di stamane li ha forniti l'Anief che ha indetto, insieme a Saese ma anche dai Cobas (limitatamente, in questo caso, ai docenti di scuola dell'infanzia e primaria) la manifestazione odierna. A metà mattinata una delegazione Anief è salita al Ministro dell'Istruzione per incontrare i dirigenti ministeriali che si occupano della questione: il sindacato ha chiesto di sospendere tutti i ricorsi al giudice amministrativo e al giudice del lavoro, in attesa del parere della Cassazione, dopo il deposito della richiesta di annullamento della sentenza dell'Adunanza Plenaria n. 11/2017 e della denuncia presso la Corte europea dei diritti dell'uomo. Anche ai parlamentari riuniti durante l'insediamento delle Camere è stata presentata la richiesta per l'approvazione di un decreto legislativo per riaprire le GaE (graduatorie ad esaurimento) ed è stata illustrata la piattaforma sindacale Anief. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, parlando ai manifestanti, ha detto di avere "chiesto a gran voce di non attuare alcun provvedimento ferma-contratti, poiché occorre fermarsi e aspettare la Cassazione per salvare i contratti. A partire dai maestri con diploma magistrale già entrati di ruolo da GeE: sarebbe assurdo che coloro che hanno svolto l'anno di prova e si sono visti pure confermare il ruolo possano ritrovarsi precari in graduatoria d'Istituto. Chiediamo, quindi il massimo rispetto per le nostre richiesta, confortate pure dall'accoglimento del parer dell'ex presidente della sezione Lavoro della Cassazione Michele De Luca. Inoltre - ha concluso il sindacalista autonomo - è giunto il momento di rimettere mano una volta per tutte al sistema del reclutamento in questo Paese". (ANSA)
ROMA, 23 MAR - Il personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) ha più carichi di lavoro ma dal 2011 si sono persi 3.667 posti di lavoro: a sostenerlo è il sindacato Anief che confronta i dati tra gli anni scolastici 2011/2012 e quello attuale: per l'anno scolastico 2017/18 rispetto allo scorso anno in calo i posti Dsga (direttore servizi generali amministrativi) di 78 unità; nel complesso i collaboratori scolastici sono 131.143, gli assistenti amministrativi 46.822, gli assistenti tecnici 16.175, i Dsga sono 7.994, con un calo rispetto allo scorso anno di 77 unità. "A parte gli spostamenti, che non incidono sull'entità numerica, il dato che balza agli occhi è quello relativo ai totali: complessivamente, oggi abbiamo 203.534 posti in organico di diritto, mentre sei anni fa erano 2017.123. Ma come si giustifica tale decremento?", si chiede il sindacato il quale ricorda che "la categoria Ata continua a subire anche un'ulteriore ingiustizia: la sottrazione di almeno 10-12mila posti vacanti e disponibili, incomprensibilmente assegnati ogni anno fino al 30 giugno anziché al 31 agosto dell'anno successivo. A cui si aggiungono altrettanti posti "mascherati" nell'organico di fatto". "Con la scuola dell'autonomia - dice Marcello Pacifico di Anief-Cisal - i compiti del personale Ata sono aumentati a dismisura. Ma anziché incrementare il numero di Ata si è riusciti nell'impresa di ridurne la capienza. Lo stesso incremento di qualche migliaio di unità, cui abbiamo assistito quest'anno, è stato vanificato dai tagli che "sotto traccia" si sono continuati a fare. La stessa Buona Scuola di Renzi ha prima permesso il travaso di migliaia di posti ai lavoratori perdenti posto delle province, contro il quale abbiamo anche avviato una class action; successivamente, il Governo a maggioranza PD ha dimenticato di inserire il personale Ata sia nel piano straordinario di assunzioni. Noi non ci stiamo, per questo siamo al loro fianco e intendiamo continuare le battaglie legali e legislative che oggi ci hanno portato a scioperare e a scendere in piazza a Roma". (ANSA).
Dal minuto 17.51, il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico intervistato al Miur
ROMA, 22 MAR - Lezioni a rischio domani per uno sciopero del personale scolastico. L'azione di protesta, accompagnata da una manifestazione davanti al ministero dell'Istruzione, è stata indetta da Anief e Saese ma anche dai Cobas (limitatamente, in questo caso, ai docenti di scuola dell'infanzia e primaria). La data di domani coincide con l'insediamento delle Camere e con il parere che dovrebbe essere espresso dall'Avvocatura dello Stato in relazione all'applicazione della sentenza con cui il Consiglio di Stato ha disposto la cancellazione dalle graduatorie a esaurimento di oltre 50 mila diplomati magistrali. "Dopo una campagna per le elezioni politiche dove il tema scuola non è stato certamente centrale, e' giunto il momento - ha spiegato il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - di richiamare l'attenzione della politica. Tra i motivi dello sciopero spicca quello della necessità di aprire ai precari le Graduatorie a esaurimento. Ci appelliamo alla sensibilità dei nuovi senatori e onorevoli perché facciano giustizia nei confronti di decine di migliaia di precari abilitati e specializzati che rischiano il licenziamento". "Volevamo manifestare davanti al Parlamento per inviare ai nuovi deputati e senatori un messaggio forte e chiaro affinché vengano restituiti a decine di migliaia di maestre il diritto a insegnare e la sicurezza del posto di lavoro che si sono guadagnati in anni e anni di precariato mal retribuito. Ma la manifestazione, autorizzata in precedenza, è stata vietata all'ultimo momento dalla questura, forse - afferma il leader dei Cobas, Piero Bernocchi - per un intervento del ministro degli Interni che non ha voluto 'turbare' la prima giornata dei neo-eletti/e, decidendo di 'recintare' il Parlamento con un'ampia zona off limits per ogni sorta di protesta". "Ferma restando la protesta più ampia, che coinvolge tutta la categoria docente e Ata, contro un contratto miserabile sul piano economico e l'inserimento in esso delle imposizioni della legge 107, lo sciopero del 23 marzo ha come obiettivi immediati, da presentare ai nuovi parlamentari e al governo che verrà - aggiunge Bernocchi - la conservazione del posto in 'ruolo' o nelle Gae (graduatorie a esaurimento) per le maestre diplomati magistrali che vi si trovano, la riapertura delle Gae per tutti i precari abilitati e l'immissione immediata 'in ruolo' per i precari con 3 anni di servizio". (ANSA).
ROMA, 20 MAR - La riapertura urgente delle GaE a tutti i docenti abilitati all'insegnamento, come già avvenuto nel 2008 (Legge 169) e nel 2012 (Legge 14); la stabilizzazione di tutto il personale e il risarcimento per l'abuso dei contratti a termine; l'adeguamento dell'organico di fatto a quello di diritto, inclusi i posti in deroga per sbloccare assunzioni e trasferimenti: questi secondo l'Anief alcuni dei punti che compongono la piattaforma della protesta che si terrà a Roma venerdì prossimo davanti al Ministero dell'Istruzione. Le altre richieste avanzate dall'organizzazione sindacale della scuola sono: l'allineamento degli stipendi all'inflazione, con il recupero dell'indicizzazione dell'indennità di vacanza contrattuale; la parità di trattamento tra personale assunto a tempo determinato e personale assunto a tempo indeterminato, come indicato dalle pronunce della Suprema Corte di Cassazione; il riconoscimento del ruolo svolto dai facenti funzione Dsga e dei vicari dei dirigenti scolastici dei nuovi profili del personale Ata e collaboratori scolastici, nonché dei servizi prestati in altro ruolo; una finestra a 61 anni per i pensionamenti di tutto il personale scolastico, allineando l'Italia al trattamento adottato in diversi Paesi Ue. "Lanciamo un appello alle 50 mila maestre con diploma magistrale inserite nelle Graduatorie ad esaurimento, parte delle quali già immesse in ruolo con riserva, agli abiliti TFA, PAS, agli Insegnanti Tecnico Pratici e abilitati all'estero, perché aderiscano alla nostra protesta: sono tutti docenti - afferma il presidente di Anief Marcello Pacifico - coinvolti nello sbarramento delle GaE, perché la partecipazione alla nuova fase transitoria del reclutamento, prevista dalla riforma contenuta nella Legge 107 del 2015 non risolve il problema del precariato". (ANSA).