ROMA, 12 GEN - Un 'no' alle nuove mansioni obbligatorie ipotizzate nell'ambito del rinnovo dei contratti arriva dall'Anief, associazione del settore scuola. La stessa organizzazione denuncia poi un giro di vite per le comunicazioni via Facebook o Whatsapp tra docenti e alunni. In una nota l'Anief afferma infatti che "rasenta l'assurdo la 'stretta', chiesta dall'Aran, sulle sanzioni disciplinari: si vuole introdurre, infatti, la possibilità di far assegnare, direttamente dal capo d'istituto, multe pari fino a 4 ore di lavoro e la sospensione dal servizio fino a 10 giorni lavorativi. Pesanti sanzioni scatterebbero, inoltre, qualora un docente dovesse comunicare con i suoi alunni via Facebook o Whatsapp, oppure intrattenere rapporti con genitori e alunni non 'coerenti con le finalità educative'". "Nelle ultime ore - riporta una nota dell'organizzazione - stanno emergendo dei dettagli importanti sulla proposta presentata per iscritto ieri dall'amministrazione pubblica ma sottaciuta dai sindacati maggiori: mentre sugli aumenti tutto tace e si rimanda alla prossima settimana, ieri l'incontro si è concentrato sulla richiesta di introdurre nel contratto delle nuove mansioni innovative, dei veri e propri servizi obbligatori, come il tutoraggio degli studenti delle superiori, impegnati nelle attività di azienda scuola-lavoro e la formazione annuale. La quale, proprio come temeva l'Anief, diverrebbe una componente di fatto aggiuntiva, senza che vi sia un corrispondente incremento in busta paga, visto che dai bonus, ammesso che si riesca, al massimo si otterrebbero 20 euro netti mensili". (ANSA).
Anief informa che la scadenza dei ricorsi avverso la sentenza negativa dell'Adunanza Plenaria sui diplomati magistrale e quella dei ricorsi per l'ammissione ai concorsi riservati previsti dalla fase transitoria del nuovo reclutamento è stata prorogata al 31 gennaio 2018.
ROMA, 11 GEN - "Non firmare il rinnovo del contratto della scuola". E' quanto chiede l'associazione sindacale Anief, spiegando che anche oggi si è avuto un nulla di fatto, con rinvio alla prossima settimana. "Anche il terzo incontro tra parte pubblica e rappresentanti dei lavoratori, svolto oggi, ha assunto una veste totalmente interlocutoria, se non priva di significato. Le parti - spiega una nota - hanno solo sfiorato l'argomento più succoso del confronto, ovvero le risorse per garantire gli aumenti promessi dalla funzione pubblica oltre un anno fa. Non è stata presentata nessuna risorsa in più". Secondo Marcello Pacifico (Anief-Cisal) il "nostro sindacato dice a gran voce ai rappresentativi di non firmare, perché si stanno sottraendo 200 euro mensili ai lavoratori della scuola. Bisogna invece assolutamente recuperare l'indennità di vacanza contrattuale e il resto da erogare al momento della firma. Ogni altra ipotesi è quasi 'criminale', nel senso che dopo dieci anni di attesa non si può rifilare un contratto che non copre nemmeno l'inflazione che negli ultimi anni ha superato i compensi del comparto di quasi il 15 per cento". (ANSA).
Il giorno dopo lo sciopero, si registra un successo senza precedenti: la stampa italiana ha ripreso e portato in prima linea la riuscita protesta del giovane sindacato e i sit-in svolti a Roma, davanti al Miur, e in altre sei città, organizzati per opporsi alla sentenza del Consiglio di Stato che condanna i docenti precari in possesso del diploma magistrale alla precarietà a vita.
L’Anief è presente su oltre 200 testate giornalistiche – di carta stampata, radio-televisive e agenzie di stampa – comprese le più importanti a livello nazionale: Agi, Ansa, Askanews, Avvenire, Il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Giorno, Il Manifesto, Il Mattino, Il Messaggero, Il Tempo, Il Giornale, Italia Oggi, L’Unione Sarda, La Stampa, Leggo, Metro, Panorama, Rai, Rai News, Tg24 Sky, TgCom24 Mediaset.
Lo sciopero delle maestre e dei maestri della scuola dell'infanzia e primaria ha creato molti disagi nel giorno del ritorno a scuola dopo le vacanze natalizie. Lo sostiene l'Anief, secondo cui in migliaia hanno aderito allo sciopero nazionale, indetto per protestare contro la decisione del Consiglio di Stato di negare alle maestre e ai maestri precari con diploma magistrale conseguito fino al 2001/02 di essere presenti nelle GaE. "Volevamo dare un segnale forte al Ministero - ha detto all'Agi Chiara Cozzetto, portavoce Anief Lazio - e credo che oggi ci siamo riusciti. Molte scuole sono rimaste chiuse. I diplomati magistrali sono con noi in piazza e oggi si deve prendere una posizione definitiva. Per noi la soluzione è quella di riaprire le graduatorie ad esaurimento per chi ha l'abilitazione, senza fare concorsi o fasi transitorie". In mattinata una delegazione Anief, capitanata dal suo presidente nazionale Marcello Pacifico, e dei Cobas sara' ricevuta al Miur. Anche in altre città, diversi manifestanti - riferisce una nota dell'Anief - si sono radunati davanti agli uffici scolastici regionali come a Torino, Milano, Bologna, Palermo, Cagliari, Catanzaro e Bari. Secondo l'Anief per risolvere il problema deve essere adottato un decreto legge urgente per riaprire per la terza e ultima volta le graduatorie ad esaurimento per il personale docente abilitato e confermare nei ruoli i docenti già assunti con riserva. Così da garantire la continuità didattica ma anche l'assunzione per merito, la parità di trattamento, la ragionevolezza nell'incontro tra domanda e offerta di lavoro nei due ambiti scolastici.
"La richiesta di un decreto legge - ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - è legittima e necessaria. Già due volte, infatti, il Parlamento, nel 2008 (Legge 169) e nel 2012 (Legge 14), ha riaperto le attuali graduatorie permanenti trasformate ad esaurimento (Legge 296/06) al personale docente in possesso di abilitazione. A fronte di un nuovo sistema di reclutamento, grazie al decreto legislativo 59/2017, e alla discutibile sentenza dell'adunanza plenaria, oggetto di nuovo contenzioso, è arrivato il momento di riaprirle per la terza e ultima volta. Anche perché in molte province le GaE sono esaurite, pure in presenza di personale abilitato a cui non è stato consentito l'inserimento. Mentre - ha concluso Pacifico - in molti casi, gli stessi 44mila diplomati magistrali inseriti con riserva nelle GaE e i 6mila assunti in ruolo con riserva, quand'anche saranno licenziati per effetto del giudizio di merito orientato dalla sentenza plenaria, si ritroverebbero dopo un 'balletto' di supplenze a essere richiamati come precari, con grave danno alla continuita' didattica. Solo che un titolo di studio, se è considerato abilitante e valido per insegnare come supplente, non può non valere per essere assunto in ruolo".
Vai al servizio sullo sciopero dal minuto 8.35 al minuto 10.35 e ascolta l'intervista al presidente nazionale Anief professore Marcello Pacifico (dal minuto 9.45 al minuto 9.52)
Scuola: centinaia maestre protestano davanti a Ministero
(ANSA) - ROMA, 8 GEN - "Siamo insegnanti non burattini", "la maestra non si tocca", "riaprire le Gae". Sono in centinaia davanti al ministero dell'Istruzione a Roma i docenti, tante le giovani donne, che protestano contro la "vergognosa" sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali. Viale Trastevere è chiusa in parte (è stata lasciata libera soltanto una carreggiata) e i manifestanti convocati dai sindacati Anief, Saese e Cub, con l'adesione dei Cobas, sono saliti fin sulle scalinate del ministero. Tanti i cartelli di protesta e le bandiere, ma la situazione è assolutamente tranquilla e tenuta sotto controllo dalle forze dell'ordine. "No ai licenziamenti di massa", chiedono le maestre, preoccupate di una possibile fine del loro contratto: "abilitate quando serve, licenziate quando conviene", ribadiscono a più voci". (ANSA).
Scuola: sindacati, a Torino in sciopero una maestra su due
Chiuse 20 istituti, corteo blocca traffico in centro
(ANSA) - TORINO, 8 GEN - E' alta, per i sindacati, l'adesione a Torino allo sciopero delle maestro contro la sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrati. Secondo i primi dati raccolti da Anief, Cub, Cobas e Saese una maestra su due ha scelto di scioperare e circa venti scuole elementari sono rimaste chiuse. Le insegnanti, alcune centinaia, hanno bloccato il traffico del centro dando vita ad un corteo che dalla sede dell'ufficio scolastico regionale di corso Vittorio Emanuele si sta muovendo verso la sede della Rai. E' in corso un incontro con il direttore scolastico regionale. (ANSA)
Scuola: sciopero, presidio di 500 docenti a Milano
Davanti a ufficio regionale
(ANSA) - MILANO, 8 GEN - È iniziato anche a Milano, come nel resto d’Italia, con oltre cinquecento insegnanti di scuola primaria e dell'infanzia, lo sciopero contro la sentenza del Consiglio di Stato che esclude i diplomati alle magistrali dalle Graduatorie Ad Esaurimento (Gae). Gli insegnanti, arrivati in Via Polesine davanti all'Ufficio Scolastico Regionale, al grido di "assunzione", provengono da diverse province della Lombardia, come Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, e molti altri stanno arrivando, assicurano gli insegnanti. Tra gli slogan presenti sugli striscioni anche 'Precariato crimine di Stato' e 'Nessun docente di meno'. ''Uno sciopero non basta sia chiaro. L'apertura del Ministero la rispediamo a mittente'', grida al megafono una delle organizzatrici del presidio.
In Lombardia sono circa 2000 i docenti che, secondo la presidente lombarda del sindacato Anief Fiorella Regi, rischiano il "licenziamento di massa che potrebbe verificarsi dopo questa sentenza". "Visto che i docenti sono stati inseriti in Gae con riserva, è possibile che appena ci sarà la sentenza di merito questi vengano immediatamente licenziati. C'è chi ha fatto mutui e investimenti per il futuro e ora si trova con pugno di mosche in mano", ha concluso la presidente. È il caso, ad esempio, di Maria Alicandro, insegnante in una scuola primaria di Bollate entrata di ruolo con riserva lo scorso anno scolastico, dopo aver superato anche l'anno di prova: "Ora rischio di retrocedere dal mio ruolo e di essere reinserita in secondo fascia - spiega - In sostanza torno a fare la supplente con incarico annuale. Dopo aver fatto dodici anni di precariato torno al punto di inizio". (ANSA).
"Lo sciopero di lunedì 8 non è contro una sentenza, ma per rispettare i diritti: il diritto comunitario di chi da anni insegna nelle nostre scuole e vuole essere stabilizzato, perché da anni giudica i nostri figli; il diritto di chi non ha nessuna fase transitoria, il diritto di chi al pari di altri, con l'abilitazione vuole insegnare, perché spesso la sua vita è questa. L'insegnamento non può essere valido solo per fare il supplente, ma deve essere valido anche per essere assunti di ruolo". Così Marcello Pacifico presidente dell'Anief, in un'intervista al Gr1 Rai. "Sciopero e manifestazione a Roma - prosegue - davanti al Miur e ad alcuni dei più importanti uffici scolastici regionali d'Italia per far capire alle famiglie che questo personale è a contatto ogni giorno con i nostri figli, li ha educati; basti pensare che il 60 per cento delle maestre e maestri in Italia è over 50, perciò ha il titolo di diploma magistrale, quindi non si capisce perché chi l'ha conseguito entro una certa data non abbia il diritto, come gli altri, di insegnare ai nostri figli". (omniroma.it)
ROMA, 3 GEN - Le vacanze natalizie potrebbero allungarsi di un giorno per alcuni. Lunedì prossimo, 8 gennaio, data in cui suona la prima campanella del nuovo anno dopo la pausa delle festività, è, infatti, in calendario uno sciopero dei docenti della scuola Primaria e dell'Infanzia con una manifestazione nazionale a Roma davanti al ministero dell'Istruzione. La protesta è stata indetta, a ridosso di fine anno, dai Cobas, insieme ad altre organizzazioni di base, contro quella che viene definita la "vergognosa" sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali. "Questa sentenza - ha spiegato nei giorni scorsi il leader dei Cobas, Piero Bernocchi - pone drammatici problemi, professionali e umani, ai diplomati magistrali. Molti di loro hanno avuto nomine annuali dalle Gae (graduatorie a esaurimento), in diversi sono già stati immessi in ruolo, e ora, oltre alla perdita del posto di lavoro, rischiano di ritrovarsi improvvisamente reinseriti in seconda fascia o, secondo un'interpretazione ancora più penalizzante della sentenza, addirittura in terza fascia". Domani è stato fissato un incontro al ministero dell'Istruzione per trovare una soluzione. Le organizzazioni sindacali rappresentative "non dovranno accontentarsi - esorta alla vigilia del confronto Marcello Pacifico, presidente dell'Anief - di una possibile fase transitoria da introdurre anche per il personale dell'infanzia e della primaria: sarebbe comunque un'ingiustizia, perché l'unica strada percorribile è che tutti i diplomati magistrale iscritti con riserva nelle Gae (graduatorie a esaurimento) siano confermati nei ruoli, subito, a tempo indeterminato e determinato, anche attraverso la riapertura delle Gae per tutto il personale in possesso di abilitazione". La vicenda è complessa. Dopo il pacchetto di assunzioni per l'anno scolastico 2017-18, nelle graduatorie a esaurimento di infanzia e primaria risultano iscritti con riserva circa 43.600 docenti. Quando arriverà la sentenza di merito torneranno, se sarà loro sfavorevole (ed è probabile che lo sia visto che il Cds riconosce che il titolo di diploma magistrale è abilitante, ma non dice che debba garantire l'accesso diretto alle Graduatorie a esaurimento, che costituiscono corsia preferenziale per l'assunzione) nelle Graduatorie di istituto. Non saranno licenziati perché già ora, dalle Gae - spiegano addetti ai lavori - finché non vengono assunti fanno i supplenti. Chi rischia davvero il posto però sono i circa 5.000 già assunti, una parte dei quali, tuttavia, ha avuto sentenze, positive, passate in giudicato. Quindi non tutti dovranno andare via ma solo quelli le cui sentenze di merito saranno negative. (ANSA).
Ascolta l'intervista al presidente nazionale Anief professore Marcello Pacifico
Roma, 2 gen. (Labitalia) - "Dopo gli aumenti insignificanti, pari a 85 euro medi lordi (40 netti) dal 2018, arriva l'una tantum del biennio 2016/2017 a dir poco ridicola: dai 370 euro per la fascia retributiva più bassa ai 712 per quella più alta. In media, meno di 500 euro, poco più di 230 euro netti, dieci volte meno di quanto effettivamente spettante. L'accordo appena siglato dai confederali, a seguito dell'intesa del 30 novembre 2016 presa con il governo, riguarda per ora 250mila dipendenti statali, in servizio nei ministeri e nelle amministrazioni centrali, ma l'intenzione della parte pubblica è quella di estendere il modello anche agli altri comparti, scuola compresa". È quanto si legge in una nota dell'Anief-Cisal.
Il sindacato di categoria ricorda che per oggi, 2 gennaio, sono stati convocati all'Aran i sindacati che sono rappresentativi da trent'anni del maxi-settore della conoscenza, mentre entro il 10 gennaio si dovrebbe conoscere la data per l'elezione del rinnovo delle Rsu della scuola, da svolgere entro il 20 aprile. "Un evento che potrebbe essere caratterizzato da un cambiamento epocale, derivante proprio dalla concreta possibilità per l'Anief, con 38mila deleghe (pari al 6%) e oltre 8mila candidati, di sforare la fatidica soglia del 5%", sottolinea.
Per Marcello Pacifico (Anief-Cisal), "ai tavoli di contrattazione abbiamo l'intenzione di portare le nostre rivendicazioni, a partire da quelle stipendiali, perché un contratto degno di questo nome, dopo quasi dieci anni di blocco, doveva prevedere almeno 270 euro di aumento dal 2018, come minimo sindacale, un più 11% rispetto anche al 20% ricevuto dai lavoratori del settore privato negli ultimi dieci anni, certo non il 3,48% concordato da Cisl, Uil e Cgil con il governo". "Un contratto si firma, infatti, se si trovano le risorse per recuperare quel 50% restante rispetto all'indicizzazione dell'indennità di vacanza contrattuale, ancora bloccata ai livelli del 2008. A questo, si sarebbero dovuti aggiungere 2.654 euro di arretrati rispetto ai 230 euro che si avranno concretamente dopo il conguaglio fiscale e al netto del lordo stato. Per tale ragione, continuiamo ad invitare il personale ad inviare una specifica diffida all'amministrazione e alla Ragioneria dello Stato per sbloccare l'indennità di vacanza contrattuale. Tutti gli interessati possono inviare da subito il modello di diffida predisposto dall'Anief", conclude.
Il tema riguarda Migranti e rifugiati, uomini e donne in cerca di pace. In questa ricorrenza, il presidente Anief invita tutto il mondo della scuola a far riflettere al rientro dello sciopero i nostri studenti di ogni ciclo su come il conflitto sociale, di religione, di civiltà possa distruggere l'umanità e su come possiamo collaborare tutti insieme per costruire un mondo di pace e giustizia, a partire dalla conoscenza e dal rispetto del diritto internazionale.
ROMA, 30 DIC - "Dopo gli aumenti insignificanti, pari a 85 euro medi lordi (40 netti) dal 2018, arriva l'una tantum del biennio 2016/2017 a dir poco ridicola: dai 370 euro per la fascia retributiva più bassa ai 712 per quella più alta. In media, meno di 500 euro, poco più di 230 euro netti, dieci volte meno di quanto effettivamente spettante". Le critiche arrivano dal sindacato Anief, dopo l'accordo siglato dai confederali, a seguito dell'intesa del 30 novembre 2016 con il Governo, che riguarda per ora 250mila dipendenti statali, in servizio nei ministeri e nelle amministrazioni centrali, ma l'intenzione della parte pubblica di estendere il modello anche agli altri comparti, scuola compresa. "Per il 2 gennaio sono stati convocati all'Aran i sindacati che sono rappresentativi da trent'anni del maxi-settore della conoscenza mentre entro il 10 gennaio si dovrebbe conoscere la data per l'elezione del rinnovo delle Rsu della scuola, da svolgere entro il prossimo 20 aprile. Un evento che potrebbe essere caratterizzato da un cambiamento epocale, derivante proprio dalla concreta possibilità per l'Anief, con 38mila deleghe (pari al 6%) e oltre 8mila candidati, di sforare la fatidica soglia del 5%", scrive Marcello Pacifico, di Anief-Cisal. "Ai tavoli di contrattazione abbiamo l'intenzione di portare le nostre rivendicazioni, a partire da quelle stipendiali. Perché un contratto degno di questo nome, dopo quasi dieci anni di blocco, doveva prevedere almeno 270 euro di aumento dal 2018, come minimo sindacale, un più 11% rispetto anche al 20% ricevuto dai lavoratori del settore privato negli ultimi dieci anni, certo non il 3,48% concordato da Cisl, Uil e Cgil con il Governo. Un contratto si firma, infatti - prosegue Pacifico - se si trovano le risorse per recuperare quel 50% restante rispetto all'indicizzazione dell'indennità di vacanza contrattuale, ancora bloccata ai livelli del 2008. A questo, si sarebbero dovuti aggiungere 2.654 euro di arretrati rispetto ai 230 euro che si avranno concretamente dopo il conguaglio fiscale e al netto del lordo stato. Per tale ragione, continuiamo ad invitare il personale ad inviare una specifica diffida all'amministrazione e alla Ragioneria dello Stato per sbloccare l'Indennità di vacanza contrattuale". Gli interessati possono inviare il modello di diffida predisposto dall'Anief. (ANSA).
Si rende noto che martedì 2 gennaio 2018 la Segreteria Nazionale Anief resterà chiusa
Si rende noto che martedì 2 gennaio 2018 la Segreteria Nazionale Anief resterà chiusa
ROMA, 27 DIC - Ancora una manciata di ore e sulla prima fase del concorso per selezionare 2.425 nuovi presidi si potrà mettere la parola fine. A ridosso di Natale le domande pervenute erano circa 25mila, alle 9.30 di stamani se ne contavano 28.840 di cui 17.434 già inoltrate. Per presentare la propria candidatura, tramite la piattaforma del Miur Polis, c'è tempo fino alle ore 14.00 di venerdì 29 dicembre. All'ultimo concorso ordinario per dirigenti scolastici - nel 2011 - erano arrivate a viale Trastevere 42.158 domande per 2.386 posti in palio. Al nuovo corso-concorso possono partecipare i docenti e il personale educativo di ruolo con almeno cinque anni di servizio. Utile anche il servizio precedente al ruolo. La selezione dei partecipanti sarà severissima: cinque prove, un corso di formazione e un tirocinio. Si parte con un quizzone di 100 domande, estratte da una banca dati di 4mila quesiti resa nota sul sito del Ministero almeno 20 giorni prima dell'avvio della prova. La fase concorsuale prevede, infatti, una prova preselettiva unica a livello nazionale nel caso in cui le candidature siano almeno tre volte superiori ai posti messi a bando ed essendo la quota già superata è certo che ci sarà questa prima scrematura. Le domande punteranno a verificare le conoscenze di base per l'espletamento delle funzioni dirigenziali. La prova sarà svolta al computer. Sarà ammesso allo scritto, in base al punteggio ottenuto (il massimo è 100), un numero di candidati pari a tre volte il numero dei posti disponibili per il corso di formazione dirigenziale. Per quanto riguarda la prova scritta, sono previste cinque domande a risposta aperta e due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2). I candidati che otterranno il punteggio minimo di 70 punti potranno accedere all'orale che mira ad accertare la preparazione degli aspiranti dirigenti anche attraverso la risoluzione di un caso pratico. Chi supererà scritto e orale sarà ammesso, sulla base di una graduatoria che tiene conto anche dei titoli, al corso di formazione dirigenziale e di tirocinio selettivo. Due i mesi di lezione in aula e quattro quelli di tirocinio a scuola, che potranno essere integrati anche da sessioni di formazione a distanza. Tra gli obiettivi che il Miur si è prefissato c'è anche quello di ringiovanire la categoria, considerando che il 31,6% dei presidi in servizio ha più di 60 anni e l'età media è di 55,6 anni. Un goal che, secondo l'Anief, difficilmente sarà segnato. "Come si fa a ridurre l'età media dei capi d'istituto se lo stesso dicastero dell'Istruzione si ostina a lasciare fuori dal concorso a preside tutti i laureati con cinque anni di servizio non ancora assunti o appena immessi in ruolo?" stigmatizza il sindacato annunciando già ricorsi. Attualmente sono 6.792 i dirigenti scolastici in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze, tenendo conto anche di scuole sottodimensionate e dei distacchi (comandi) presso altre amministrazioni o sindacali. (ANSA).