ROMA, 12 APR - Ancora una brutta notizia per 1 milione e 200 mila lavoratori della scuola: gli incrementi non arriveranno in busta paga nemmeno a fine mese ma se va bene nel prossimo mese di maggio. A renderlo noto è il sindacato Anief, secondo il quale i motivi sono dovuti ai ritardi negli adempimenti di rito, sull'accordo raggiunto all'Aran ad inizio febbraio, complicati dalla situazione d'impasse che sta vivendo la politica italiana. Ciò vuol dire - secondo i calcoli del sindacato - che se la situazione non dovesse sbloccarsi, gli incrementi medi di 85 euro lordi promossi a marzo, di fatto tra i 37 e i 52 euro netti, potrebbero essere corrisposti in estate. Gli arretrati, del biennio 2016-2017, sono per Anief 13 volte sotto il tasso IPCA, l'Indice dei prezzi al consumo, aggiornato per il 2016/17 e 3 volte inferiore per il 2018: verranno quindi corrisposti circa 435 euro in media, a fronte di oltre 6mila spettanti. "È per questo motivo - dice Marcello Pacifico di Anief-Cisal - che come Anief abbiamo definito l'intesa del 9 febbraio l'accordo della vergogna. Perché il tasso IPCA dal 2008 al 2016 è aumentato del 8,52%, poi del 9,32 per il 2017 e dell'11,22 per quanto riguarda quest'anno, a fronte degli aumenti pattuiti rispettivamente dello 0,36%, 1.09% e del 3,48%. Come ricordato la settimana scorsa dalla Corte dei Conti, non senza osservazioni. Del resto, gli economisti sanno bene che l'inflazione rimane l'unico strumento per valutare nel rinnovo della forma contrattuale se gli aumenti sono giusti o esigui". (ANSA).
Roma, 11 apr. (Adnkronos/Labitalia) - L'Anief aderisce allo sciopero della scuola del 2 e 3 maggio. "Non possiamo tollerare –spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief- quest'impasse della politica che deve per forza di cose dare delle prime importanti risposte al mondo della scuola, dopo avere assunto recisi impegni nel corso della campagna elettorale".
"Persino negli Stati Uniti -fa notare- dopo dieci anni gli insegnanti sono tornati a scioperare: 20 mila professori si sono astenuti dal fare lezione nel West Virginia, Oklahoma e Kentucky, per chiedere un aumento dei salari di 10.000 dollari, a fronte dei 6.100 dollari che gli sono stati comunque concessi".
Invece, avverte, "in Italia, dopo dieci anni di blocco, si è arrivati a un aumento mensile medio di 85 euro". "Tra l'altro, nemmeno garantito a tutti. In ogni caso, annualmente il rinnovo porterà in media meno di mille euro lordi. Ne consegue che mentre un insegnante italiano non arriva a percepire 30 mila euro l'anno, un collega statunitense ne prende più del doppio, 60 mila dollari, e scende in piazza per rivendicare incrementi dieci volte superiori a quelli sottoscritti e accolti con tanto di brindisi dai nostri sindacati confederali", conclude.
ROMA, 7 APR - "Ci saremmo certamente aspettati modifiche che rimpolpassero, in assoluto, lo spessore della scuola superiore di secondo grado. Sarebbe stato quindi più opportuno qualificare il titolo di studio, elevandone la qualità complessiva. Questo, avrebbe contribuito anche a spazzare via, una volta per tutte, i periodici tentativi di cancellazione del valore legale del titolo di studio: è una questione di primaria importanza, perché in tal modo si dà il giusto valore all'impegno degli studenti e si risolleva, anche a livello di considerazione sociale, l'operato di docenti e personale Ata. Anziché sulla verifica caso per caso, si è voluto puntare, invece, sulla logica dell'uniformità a tutti i costi". Lo sostiene in una nota Marcello Pacifico (Anief-Cisal) in merito alle novità sull'esame di maturità previste nel 2019. "A ben vedere, prosegue la nota, la revisione delle prove ha comunque depotenziato gli esami di maturità, perché dal 2019 si svolgeranno meno prove, solo due scritti e un'orale, ma anche ha apportato una complessiva riduzione dei punteggi derivanti degli esiti diretti dell'esame stesso. Anche il continuo investimento sulle prove standardizzate Invalsi ha collaborato in questo: stiamo andando verso un sistema che guarda sempre più alla valutazione delle nozioni e della preparazione di base, quindi ad una istruzione sempre più 'piatta'. E pensare che solo qualche mese fa, lo stesso Istituto Invalsi aveva ammesso, al termine di un monitoraggio nazionale, che occorrono politiche scolastiche differenziate in base alle esigenze del territorio e alle tipologie di scuole". "Le innovazioni - aggiunge- verteranno principalmente sulla seconda prova scritta: comprenderà più discipline, ci sarà la definizione dei quadri di riferimento, la mancanza di un riferimento esplicito ed esclusivo alle conoscenze, abilità e competenze del quinto anno e la definizione di una griglia di valutazione comune. Tra le (poche) novità positive c'è l'introduzione di un curriculum dello studente allegato al diploma, nel quale saranno indicati, in forma descrittiva, i livelli di apprendimento conseguiti nelle prove scritte a carattere nazionale, distintamente per ciascuna delle discipline oggetto di rilevazione e la certificazione sulle abilità di comprensione e uso della lingua inglese". (ANSA).
ROMA, 5 APR - Sono oltre due milioni e mezzo gli studenti che quest'anno si sono ritrovati con un docente diverso rispetto all'anno precedente, un numero che corrisponde un iscritto su tre. Va peggio però per gli alunni disabili: almeno 100 mila allievi con problemi di apprendimento - il 43% dei 233 mila alunni disabili presenti quest'anno nelle classi di ogni ordine di scuola - si sono visti assegnare un insegnante specializzato diverso rispetto all'anno precedente. I numeri li rende noti il sindacato Anief il quale scrive che la rivista Tuttoscuola ha calcolato come una spesa per le Casse dello Stato di circa 1.650 euro per alunno disabile permetterebbe la stabilizzazione dei posti di sostegno. "Solo il 7% di quanto già si spende, ma il risultato sarebbe del tutto diverso", osserva il sindacato, secondo il quale una soluzione è necessaria, anche perché aumenta di anno in anno il numero degli alunni disabili: +106% negli ultimi vent'anni e con esso anche quello dei docenti di sostegno precari: 10 mila nel 99-00 (17% del totale docenti di sostegno), 30 mila nel 2004-05 (38%), 40 mila nel 2007-08 (45%), 41.021 nel 2016-17 (29,8%). Ancora oggi quasi un insegnante di sostegno su 3 è 'in deroga', cioè precario. Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, "ben 100mila alunni disabili sono costretti a subire il valzer dei 41 mila supplenti chiamati ogni anno su posti vacanti e disponibili, ma esclusi dal reclutamento per colpa delle leggi dello Stato. Per ragioni di finanza, applicando la L.244/07, sino alla più recente L.128/13, l'organico di diritto del sostegno è bloccato al 70% di quello annualmente utilizzato, nonostante invece ogni anno cresca di quasi 8 mila unità il numero di alunni con disabilità certificata iscritti nelle nostre scuole. Inoltre, ora che secondo la Cassazione i precari hanno diritto allo stesso trattamento economico dei colleghi di ruolo, non si comprende perché debba essere impedito il diritto alla continuità didattica da parte del personale a tempo determinato: è un problema facilmente risolvibile, non con l'assegnazione di supplenze triennali ma piuttosto con la stabilizzazione del personale e incentivi a permanere nei ruoli e non invece penalizzazioni per i passaggi di ruolo". (ANSA).
ROMA, 3 APR - I test Invalsi da soli non servono se poi non si interviene con dei correttivi. Lo pensa Marcello Pacifico, responsabile nazionale dell'Associazione sindacale che riuscire ricercatori in formazione, precari, in servizio, e di ruolo, (Anief). "La valutazione dell'apprendimento degli studenti e dell'insegnamento dei docenti - sostiene - non può passare per dei test nazionali che non tengono conto della classe degli alunni e del territorio da cui parte ogni programmazione didattica. E' chiaro che una scuola dei Parioli è diversa da una scuola dello Zen di Palermo e questo non si può addebitare né agli alunni, né al corpo docente. Servono reali correttivi, servono strumenti per far lavorare tutti meglio, ad esempio sotto il profilo dell'organico. E' ovvio che l'obiettivo deve essere comune a livello nazionale, ma da soli i test Invalsi non servono a nulla se non si interviene nel singolo territorio". (ANSA).
ROMA, 2 APR - Il precariato nella scuola "non è mai stato sconfitto, infatti coi nuovi organici a settembre tornano 100mila supplenze annuali": lo rileva l'Anief, secondo il quale "ciò significa che tra pochi mesi, sul finire dell'estate e con l'avvio dell'anno scolastico 2018/19, ci ritroveremo sul groppone lo storico surplus di cattedre della scuola pubblica italiana". Questa situazione, osserva ancora l'organizzazione sindacale, "conferma che sia il piano di assunzioni straordinario introdotto dalla Legge 107/2015, sia l'introduzione dei concorsi transitori, prodotti sempre dalla riforma Buona Scuola, non hanno scalfito l'annoso problema della 'supplentite italica'. L'inutilità del nuovo sistema di reclutamento è rappresentato dal nuovo sistema di Formazione iniziale e tirocinio che porterà al ruolo solo dopo un periodo che tra colloqui, selezioni e formazione prevede tra i due e i quattro anni d'attesa, durante i quali la maggior parte di questi precari saranno pagati con stipendi figurativi, visto che non dovrebbero superare i 400 euro".(ANSA).
ROMA, 31 MAR - "Di fronte alle insistenze dei sindacati, innescate dall'Udir ed espresse il 30 ottobre nel corso dell'incontro con i dirigenti Miur, l'amministrazione scolastica centrale ha fatto un passo indietro: anche gli altri capi d'istituto potranno candidarsi a ad avere il ruolo che gli spetta negli Esami di Stato 2018 delle superiori". Lo sottolinea un comunicato del sindacato autonomo dei presidi Udir. "Per farlo, dovranno produrre domanda cartacea all'Ufficio Scolastico Regionale di competenza, indicando anche il nominativo del loro sostituto, per condurre la scuola durante i giorni di assenza. Per la sostituzione nella presidenza degli Esami di Stato della scuola media da attuare individuando un docente di scuola secondaria di primo grado non impegnato in Commissione. Su queste novità, - prosegue il comunicato - il Ministero dell'Istruzione ha preso l'impegno di pubblicare al più presto una nota ufficiale che andrà ad integrare e a modificare la Circolare Miur 4537 del 16 marzo scorso". Per Marcello Pacifico, presidente dell'Udir, "la minaccia del nostro ricorso contro la palese esclusione illegittima dei dirigenti scolastici di primo ciclo dalla maturità, ha sortito il suo effetto. Si tratta di un risultato importante, raggiunto, come in altre occasioni, in solitudine, visto che siamo stati gli unici a presentare formale ricorso. È la dimostrazione che certi tipi di azioni hanno sempre buone possibilità di fare rispettare la giustizia, anche senza arrivare in tribunale".
Vai al video con l'intervista al presidente nazionale Anief prof Marcello Pacifico
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ROMA, 23 MAR - Circa 5mila lavoratori, provenienti da tutta Italia, stamattina hanno invaso le piazze di Roma, per poi ritrovarsi in oltre mille davanti al Ministero dell'Istruzione, "dove è stata ribadita la richiesta di trovare con celerità una soluzione per decine di migliaia di precari con diploma magistrale cacciati dalle graduatorie ad esaurimento da una sentenza del Consiglio di Stato". I numeri sullo sciopero di stamane li ha forniti l'Anief che ha indetto, insieme a Saese ma anche dai Cobas (limitatamente, in questo caso, ai docenti di scuola dell'infanzia e primaria) la manifestazione odierna. A metà mattinata una delegazione Anief è salita al Ministro dell'Istruzione per incontrare i dirigenti ministeriali che si occupano della questione: il sindacato ha chiesto di sospendere tutti i ricorsi al giudice amministrativo e al giudice del lavoro, in attesa del parere della Cassazione, dopo il deposito della richiesta di annullamento della sentenza dell'Adunanza Plenaria n. 11/2017 e della denuncia presso la Corte europea dei diritti dell'uomo. Anche ai parlamentari riuniti durante l'insediamento delle Camere è stata presentata la richiesta per l'approvazione di un decreto legislativo per riaprire le GaE (graduatorie ad esaurimento) ed è stata illustrata la piattaforma sindacale Anief. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, parlando ai manifestanti, ha detto di avere "chiesto a gran voce di non attuare alcun provvedimento ferma-contratti, poiché occorre fermarsi e aspettare la Cassazione per salvare i contratti. A partire dai maestri con diploma magistrale già entrati di ruolo da GeE: sarebbe assurdo che coloro che hanno svolto l'anno di prova e si sono visti pure confermare il ruolo possano ritrovarsi precari in graduatoria d'Istituto. Chiediamo, quindi il massimo rispetto per le nostre richiesta, confortate pure dall'accoglimento del parer dell'ex presidente della sezione Lavoro della Cassazione Michele De Luca. Inoltre - ha concluso il sindacalista autonomo - è giunto il momento di rimettere mano una volta per tutte al sistema del reclutamento in questo Paese". (ANSA)
ROMA, 23 MAR - Il personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) ha più carichi di lavoro ma dal 2011 si sono persi 3.667 posti di lavoro: a sostenerlo è il sindacato Anief che confronta i dati tra gli anni scolastici 2011/2012 e quello attuale: per l'anno scolastico 2017/18 rispetto allo scorso anno in calo i posti Dsga (direttore servizi generali amministrativi) di 78 unità; nel complesso i collaboratori scolastici sono 131.143, gli assistenti amministrativi 46.822, gli assistenti tecnici 16.175, i Dsga sono 7.994, con un calo rispetto allo scorso anno di 77 unità. "A parte gli spostamenti, che non incidono sull'entità numerica, il dato che balza agli occhi è quello relativo ai totali: complessivamente, oggi abbiamo 203.534 posti in organico di diritto, mentre sei anni fa erano 2017.123. Ma come si giustifica tale decremento?", si chiede il sindacato il quale ricorda che "la categoria Ata continua a subire anche un'ulteriore ingiustizia: la sottrazione di almeno 10-12mila posti vacanti e disponibili, incomprensibilmente assegnati ogni anno fino al 30 giugno anziché al 31 agosto dell'anno successivo. A cui si aggiungono altrettanti posti "mascherati" nell'organico di fatto". "Con la scuola dell'autonomia - dice Marcello Pacifico di Anief-Cisal - i compiti del personale Ata sono aumentati a dismisura. Ma anziché incrementare il numero di Ata si è riusciti nell'impresa di ridurne la capienza. Lo stesso incremento di qualche migliaio di unità, cui abbiamo assistito quest'anno, è stato vanificato dai tagli che "sotto traccia" si sono continuati a fare. La stessa Buona Scuola di Renzi ha prima permesso il travaso di migliaia di posti ai lavoratori perdenti posto delle province, contro il quale abbiamo anche avviato una class action; successivamente, il Governo a maggioranza PD ha dimenticato di inserire il personale Ata sia nel piano straordinario di assunzioni. Noi non ci stiamo, per questo siamo al loro fianco e intendiamo continuare le battaglie legali e legislative che oggi ci hanno portato a scioperare e a scendere in piazza a Roma". (ANSA).
Dal minuto 17.51, il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico intervistato al Miur
ROMA, 22 MAR - Lezioni a rischio domani per uno sciopero del personale scolastico. L'azione di protesta, accompagnata da una manifestazione davanti al ministero dell'Istruzione, è stata indetta da Anief e Saese ma anche dai Cobas (limitatamente, in questo caso, ai docenti di scuola dell'infanzia e primaria). La data di domani coincide con l'insediamento delle Camere e con il parere che dovrebbe essere espresso dall'Avvocatura dello Stato in relazione all'applicazione della sentenza con cui il Consiglio di Stato ha disposto la cancellazione dalle graduatorie a esaurimento di oltre 50 mila diplomati magistrali. "Dopo una campagna per le elezioni politiche dove il tema scuola non è stato certamente centrale, e' giunto il momento - ha spiegato il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - di richiamare l'attenzione della politica. Tra i motivi dello sciopero spicca quello della necessità di aprire ai precari le Graduatorie a esaurimento. Ci appelliamo alla sensibilità dei nuovi senatori e onorevoli perché facciano giustizia nei confronti di decine di migliaia di precari abilitati e specializzati che rischiano il licenziamento". "Volevamo manifestare davanti al Parlamento per inviare ai nuovi deputati e senatori un messaggio forte e chiaro affinché vengano restituiti a decine di migliaia di maestre il diritto a insegnare e la sicurezza del posto di lavoro che si sono guadagnati in anni e anni di precariato mal retribuito. Ma la manifestazione, autorizzata in precedenza, è stata vietata all'ultimo momento dalla questura, forse - afferma il leader dei Cobas, Piero Bernocchi - per un intervento del ministro degli Interni che non ha voluto 'turbare' la prima giornata dei neo-eletti/e, decidendo di 'recintare' il Parlamento con un'ampia zona off limits per ogni sorta di protesta". "Ferma restando la protesta più ampia, che coinvolge tutta la categoria docente e Ata, contro un contratto miserabile sul piano economico e l'inserimento in esso delle imposizioni della legge 107, lo sciopero del 23 marzo ha come obiettivi immediati, da presentare ai nuovi parlamentari e al governo che verrà - aggiunge Bernocchi - la conservazione del posto in 'ruolo' o nelle Gae (graduatorie a esaurimento) per le maestre diplomati magistrali che vi si trovano, la riapertura delle Gae per tutti i precari abilitati e l'immissione immediata 'in ruolo' per i precari con 3 anni di servizio". (ANSA).
ROMA, 20 MAR - La riapertura urgente delle GaE a tutti i docenti abilitati all'insegnamento, come già avvenuto nel 2008 (Legge 169) e nel 2012 (Legge 14); la stabilizzazione di tutto il personale e il risarcimento per l'abuso dei contratti a termine; l'adeguamento dell'organico di fatto a quello di diritto, inclusi i posti in deroga per sbloccare assunzioni e trasferimenti: questi secondo l'Anief alcuni dei punti che compongono la piattaforma della protesta che si terrà a Roma venerdì prossimo davanti al Ministero dell'Istruzione. Le altre richieste avanzate dall'organizzazione sindacale della scuola sono: l'allineamento degli stipendi all'inflazione, con il recupero dell'indicizzazione dell'indennità di vacanza contrattuale; la parità di trattamento tra personale assunto a tempo determinato e personale assunto a tempo indeterminato, come indicato dalle pronunce della Suprema Corte di Cassazione; il riconoscimento del ruolo svolto dai facenti funzione Dsga e dei vicari dei dirigenti scolastici dei nuovi profili del personale Ata e collaboratori scolastici, nonché dei servizi prestati in altro ruolo; una finestra a 61 anni per i pensionamenti di tutto il personale scolastico, allineando l'Italia al trattamento adottato in diversi Paesi Ue. "Lanciamo un appello alle 50 mila maestre con diploma magistrale inserite nelle Graduatorie ad esaurimento, parte delle quali già immesse in ruolo con riserva, agli abiliti TFA, PAS, agli Insegnanti Tecnico Pratici e abilitati all'estero, perché aderiscano alla nostra protesta: sono tutti docenti - afferma il presidente di Anief Marcello Pacifico - coinvolti nello sbarramento delle GaE, perché la partecipazione alla nuova fase transitoria del reclutamento, prevista dalla riforma contenuta nella Legge 107 del 2015 non risolve il problema del precariato". (ANSA).
ROMA, 19 MAR - L'Anief chiede al ministero dell'Istruzione la proroga di una settimana per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso per docenti abilitati a causa del blocco del sistema "istanze on line". Il sistema continua a restituire ai docenti che vogliono accedere alla domanda per il concorso la pagina del login, o se permette la compilazione - spiega il sindacato in una nota - poi non permette di salvare i dati. Dal numero delle segnalazioni ricevute, impossibile pensare si tratti di problemi legati al singolo pc o browser utilizzato. Dal numero verde, secondo quanto riferiscono i docenti, al momento nessuna soluzione. Alla luce di tali problematiche, Anief chiede ufficialmente al Miur la proroga di una settimana per la consegna delle candidature. Il sindacato, nel frattempo, avvia i ricorsi anche per la valutazione - come aspecifico - del servizio prestato in qualità di docente di religione cattolica, che quindi deve essere dichiarato all'atto di presentazione della domanda. "Quella della presentazione delle domande per accedere al concorso per abilitati che porterà al terzo anno di Fit e all'immissione in ruolo è una procedura che il Miur - afferma il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - si poteva risparmiare, visto che si tratta di docenti già abilitati e specializzati. Ma, per come si sono messe le cose a seguito dell'approvazione della riforma, la Legge 107/2015, è diventato un passaggio obbligato fondamentale per essere assunti. Pertanto, siamo certi che il Miur terrà conto delle lamentele dei diretti interessati e della nostra richiesta di slittamento della data di scadenza". (ANSA).
ROMA, 18 MAR - Venerdì prossimo, 23 marzo, sciopero nella scuola in concomitanza con la prima seduta del Parlamento. A proclamarlo i Cobas e l'Anief. A Roma - informa una nota dell'Anief - sono attesi migliaia di maestre e di maestri, di insegnanti e Ata che andranno in corteo dalle ore 9 alle 14 da Piazzale Ostiense a Viale Trastevere, per manifestare sotto il Miur. Una delegazione dell'Anief incontrerà i rappresentanti dell'amministrazione, diversi neo-eletti deputati e senatori e responsabili scuola dei partiti di riferimento". Tra le richieste del sindacato: riapertura delle Gae (graduatorie a esaurimento) per tutti gli abilitati, tutela dei lavoratori precari e neo-immessi secondo le norme Ue, sbocco dell'indennità di vacanza contrattuale, restituzione della trattenuta Tfr, finestra a 61 anni per le pensioni e salario minimo legato all'inflazione. "Dopo una campagna per le elezioni politiche dove il tema scuola non è stato certamente centrale, è giunto il momento - spiega il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - di richiamare l'attenzione della politica. Tra i motivi dello sciopero spicca quello della necessità di aprire ai precari le Graduatorie a esaurimento: già in passato dopo altrettanti scioperi e partecipate manifestazioni con migliaia di adesioni, Anief è riuscita a riaprire le Graduatorie a esaurimento. Ci appelliamo alla sensibilità dei nuovi senatori e onorevoli perché facciano giustizia nei confronti di decine di migliaia di precari abilitati e specializzati che rischiano il licenziamento". (ANSA).
ROMA, 17 MAR - "Sebbene l'obiettivo del Miur sia quello di far svolgere la prova orale dei docenti abilitati già nel mese di maggio, in modo da fare in tempo a predisporre le graduatorie per l'anno scolastico 2018-19, assicurando così di poter svolgere il terzo anno Fit (Formazione iniziale e tirocinio) e avere quindi l'immissione in ruolo definitiva dall'anno successivo, c'è il rischio concreto che non vi siano presidenti o commissari sufficienti per valutare la preparazione dei candidati". A sostenerlo è l'Anief. "Pesa il precedente di due anni fa: niente esonero, spostamenti di sede fuori provincia interamente a proprio carico, compenso irrisorio a fronte del lavoro svolto, altissimo rischio di contenziosi. E infatti, a causa delle dimissioni, della ricerca capillare di nuovi commissari, moltissime sono state le commissioni che hanno prolungato i lavori, tanto che a oggi in Friuli Venezia Giulia scoppia il caso dei 'compiti smarriti' per la scuola di infanzia. Ecco perché - conclude l'Anief - non c'è grande entusiasmo da parte dei docenti che avrebbero i requisiti". "Ancora una volta certe lezioni non sembrano avere avuto effetto. Perseverando negli stessi errori, è chiaro - afferma il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - che si alimenta il contenzioso e non si evolve mai. Giudicare la preparazione di possibili futuri colleghi docenti è un compito delicato che prevede alta professionalità e non si può sempre pensare di fare cassa alle spalle di questa categoria. Come non si può pensare di escludere a priori decine di migliaia di aspiranti docenti 'bollando' i loro titoli non sufficienti oppure di non fare riconoscere il servizio prestato nell'infanzia e primaria, procedendo anche all'esclusione degli Itp (insegnanti tecnico pratici), dei diplomati Isef, delle Accademie di Belle Arti, dell'infanzia e primaria, oltre alla mancata valutazione dei servizi di ruolo, su sostegno o altra classe di concorso. Sono tutti docenti abilitati che riteniamo debbano fare ricorso, presentando la loro candidatura, dichiarando i servizi e ricorrendo entro il prossimo 22 marzo". (ANSA).
ROMA, 16 MAR - Per le prove Invalsi di terza media "solo un computer ogni 2-3 alunni: per l'amministrazione bastano, ma non è così". Lo afferma l'Anief ricordando che da quest'anno, in occasione degli esami di licenza media, le verifiche si svolgeranno, tra il 4 e il 21 aprile avvalendosi, del personal computer. "Ma ora si scopre, leggendo un comunicato emesso in queste ore dall'Invalsi, che non vi sono le condizioni tecnologiche per garantire a ogni alunno di utilizzare un proprio computer: 'gli studenti coinvolti sono 574.600 e - dal censimento delle strutture informatiche effettuato da Invalsi - le postazioni effettive risultano 216.000, il che significa che ogni scuola ha a disposizione un computer per ogni 2,5 studenti circa". L'Invalsi parla di "un dato molto incoraggiante", ma, per l'Anief, "non è così: le prove dovranno infatti necessariamente essere somministrate in momenti diversi e, andando oltre alla mancata contemporaneità, preoccupa che la dotazione complessiva tecnologica in seno ai nostri istituti sia così povera". "Nelle scuole italiane il numero di postazioni digitali 'vere', in grado di essere connesse a una rete internet moderna e reggere il peso di sistemi operativi e software aggiornati, risulta - afferma il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - del tutto inadeguato rispetto alla quantità dei nostri alunni. Perché, se a dividersi una postazione sono tra i due e i tre alunni delle classi di terza media, come dice l'Invalsi, questo significa che, quando si considerano anche le prime e le seconde classi, ogni istituto può mettere a disposizione appena un computer ogni otto-nove alunni. Questo preoccupante dato conferma la lontananza dell'Italia dalle realtà scolastiche più avanzate, come i Paesi del Nord Europa, dove le dotazioni informatiche risultano in numero maggiore, garantendo in molti casi un computer per ogni allievo". (ANSA).
ROMA, 14 MAR - Dal 3 aprile sarà possibile presentare le domante per la mobilità nella scuola: lo ricorda l'Anief che fa sapere di essere pronto ad aprire sportelli straordinari per assistenza ad personam. "Prendono quindi il via le grandi manovre che a breve porteranno almeno 200mila lavoratori della scuola a chiedere di spostarsi sui tanti posti vacanti e disponibili", ricorda la sigla sindacale. "Di questi, il 30% saranno assegnati ai trasferimenti di sede e il 10% per i passaggi di ruolo e di cattedra. Nello stesso periodo è prevista la presentazione delle domande per la compilazione delle graduatorie d'istituto, al fine dell'individuazione dei docenti soprannumerari che saranno obbligati a presentare anche loro domanda di trasferimento. Le date sono state già prefissate e variano a seconda del ruolo professionale". "Abbiamo deciso di attivare sportelli e seminari a seguito delle numerosissime domande che ogni giorno raccogliamo dal personale - afferma Marcello Pacifico di Anief-Cisal - ancora una volta disorientato dinanzi alla mole di cavilli e burocrazia che caratterizza la mobilità scolastica italiana: lo stesso personale scolastico è infatti cosciente che inserire o meno una X su un modello di domanda può essere decisivo per ottenere il trasferimento. La nostra assistenza riguarda inoltre la tutela dei loro diritti, nuovamente lesi da norme inique e discriminanti: per questo, continuiamo a patrocinare ricorsi per docenti e Ata".(ANSA).
ROMA, 10 MAR - Riaprire le graduatorie a esaurimento e stabilizzare i contratti dei precari sono gli obiettivi dello sciopero della scuola proclamato per il 23 marzo prossimo dall'Anief che oggi, in una nota, conferma l' appuntamento, che sarà accompagnato da un sit-in a Piazza Montecitorio. "Negli ultimi giorni hanno aderito all'iniziativa Anief - afferma l'associazione - altri sindacati che si aggiungono ai tantissimi docenti e Ata che nel giorno dell'inizio della XVIII legislatura si fermeranno per reclamare modifiche al contratto su aumenti, precariato, ricostruzione di carriera, mobilità, potenziamento: a capitanare la protesta saranno le maestre e maestri con diploma magistrale, per chiedere a gran voce la riapertura urgente delle Graduatorie ad esaurimento e il superamento della sentenza in adunanza plenaria 11/2017. Il malessere della categoria ha raggiunto livelli altissimi: a giugno scadono 45 mila contratti sottoscritti ad inizio anno dai docenti inseriti con riserva nelle GaE e c'è il pericolo di non rinnovarli, mentre continuano a rischiare il licenziamento altre 6 mila maestre assunte con riserva a tempo indeterminato, nonostante abbiano superato l'anno di prova come le altre 2 mila maestre immesse in ruolo grazie a otto sentenze del Consiglio di Stato passate in giudicato". "L'unica soluzione - conclude l'Anief - rimane un decreto legge urgente che riconosca a tutto il personale con abilitazione l'inserimento nelle GaE, ovvero nel doppio canale utile per le immissioni in ruolo, alla luce anche dei tanti posti vacanti e disponibili, peraltro, coperti con continue supplenze dagli stessi aspiranti". (ANSA).