Saltata la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Potrebbe slittare di un anno la legge sulla nuova educazione civica: il testo - il ddl 1264 approvato in Senato in via definitiva ad inizio mese - doveva infatti essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro venerdì 16 agosto. “Di conseguenza – sostiene Tuttoscuola - la sua entrata in vigore, trascorsi i rituali 15 giorni, sfora il mese entrando in vigore nei primi giorni di settembre, nel nuovo anno scolastico”. Un pericolo che si aggiunge alle tante incongruenze che hanno accompagnato l’introduzione della disciplina inglobata in altre, che non a caso Anief ha da tempo definito ‘random a costo zero’. A chi sarà ridotto l'orario per arrivare alle 33 ore annue? Chi la insegnerà? Quali programmi, non essendo ancora una materia? Si aspetta una risposta del Miur, ma difficilmente i collegi docenti potranno decidere a settembre.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, è sarcastico: Stiamo assistendo all’approvazione di una norma che sembra avere effetti più mediatici che sostanziali. Avere tolto delle ore d’insegnamento per fare spazio all’educazione civica è stato il primo errore. Poi, si è deciso di lasciare ai collegi la responsabilità di decidere a chi affidare le 33 ore di lezione annue: cosa accadrà nei tanti prevedibili casi in cui nell’organico dell’autonomia non vi sono docenti che hanno competenze per insegnare la materia che, soprattutto nella secondaria, non può essere di certo improvvisata? Anche la possibilità di ‘spalmare’ l’insegnamento a più docenti appare superficiale. Come ancora nulla si sa sulla formazione da attuare. Adesso arriva il possibile slittamento di 12 mesi: peggio di così, non si poteva fare.
A leggere il primo comma dell’art. 2 della legge che istituisce l’educazione civica dalla scuola primaria in poi non vi sarebbero dubbi: il testo prevede che “a decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione è istituito l’insegnamento trasversale dell’educazione civica”.
IL POSSIBILE SLITTAMENTO DI UN ANNO
A questo punto, quindi, la nuova educazione civica, obbligatoria e con tanto di voto in decimi, entrerebbe in vigore non subito, ma nell’anno scolastico 2020/21. “Considerato che alcune norme di legge, per effetto dell’art. 2 comma 9, decadranno automaticamente soltanto nell’anno di avvio della nuova educazione civica, per il prossimo anno scolastico 2019-20 continueranno ad essere valutate le attività di “cittadinanza e costituzione” per gli alunni del primo e del secondo ciclo, compreso il colloquio dell’esame di maturità”, sottolinea Tuttoscuola, ricordando anche che “il posticipo di un anno per la nascita della nuova disciplina di studio consentirà al Ministro di varare con apposito decreto le linee guida di attuazione e permettere agli insegnati di organizzare l’insegnamento che, oltre ad essere ricco di contenuti, prevede la trasversalità degli interventi da parte dei docenti”.
I PUNTI CRITICI
Anief ribadisce che sono molti i punti su cui occorrerebbe fare chiarezza. Ad iniziare dalla formazione dei docenti incaricati dell’insegnamento dell’educazione civica: come ha sottolineato Il Sole 24 Ore, infatti, “per la loro formazione non vengono stanziati nuovi fondi ma saranno utilizzati 4 milioni di euro del fondo previsto dal Piano nazionale di formazione e per la realizzazione delle attività formative introdotto nel 2015 con la legge n. 107”. A parte il fatto che la somma stanziata appare insufficiente, non si ha ancora uno straccio di indicazione su come si attuerà tale formazione.
Allo stesso modo, risultano troppo generiche le informazioni fornite alle scuole su chi effettivamente dovrà insegnare le 33 ore annue di educazione civica in tutte le classi a partire dalla primaria: non trattandosi di una disciplina aggiuntiva, le ore verranno inglobate all’interno di altre. Di fatto, per insegnare l’educazione civica si utilizzeranno uno o più docenti del consiglio di classe oppure del potenziamento, sperando che nella secondaria, dove i temi da affrontare resultano più tecnici e complessi, siano competenti nell’area giuridica.
LE PROPOSTE INASCOLTATE DEL SINDACATO
Anief, ricevuta in audizione presso la Commissione Cultura della Camera lo scorso 12 marzo, aveva detto a chiare lettere quali erano i punti deboli e quelli da valorizzare, ma non è stata ascoltata: il sindacato chiese l’istituzione della disciplina come materia autonoma, quindi aggiuntiva alle attuali, con un minimo annuale di non meno di 33 ore per la scuola primaria e 66 ore per la secondaria. Per la scuola primaria e secondaria di primo grado, la disciplina doveva essere impartita dai docenti dell’area storico-geografica; per la scuola secondaria di secondo grado i docenti dovevano avere una preparazione specifica. Anief ha voluto estendere l’oggetto degli studi alle istituzioni europee: a livello europeo, ha ricordato il sindacato, esiste una Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 (2006/962/CE), relativa alle competenze chiave per l'apprendimento permanente, che delinea 8 competenze chiave, tra cui le Competenze sociali e civiche.
IL PARERE DEL PRESIDENTE ANIEF
Inoltre, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, in quella sede aveva ricordato che “non si possono formare cittadini consapevoli e responsabili se non in una prospettiva più ampia che vada oltre i confini nazionali e conduca verso una coscienza eurounitaria”. Oggi, lo stesso leader del sindacato rappresentativo e autonomo torna sull’argomento ricordando anche che la valutazione della disciplina giuridica appare cervellotica, perché affidata non al docente o, di concerto, ai docenti che l’hanno impartita, ma al coordinatore di classe. Ribadiamo che sarebbe stato molto meglio affidarla in toto ai docenti di diritto immessi in ruolo su posti di potenziamento”.
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