Il reclutamento dei docenti precari è così male organizzato che pur in presenza di una mole altissima di precari storici, non tutti sotto contratto, i dirigenti scolastici per coprire le tante cattedre vuote si stanno rivolgendo agli studenti non ancora laureati che hanno prodotto una semplice domandina alle scuole con il sistema, nemmeno previsto dalla legge, della “messa a disposizione”.
La modalità, denunciata prima di tutti dall’Anief, sta prendendo largo, dopo che si è allungata la lista delle regioni, come Veneto, Lombardia e Piemonte, ma anche del Sud, come Sardegna, Abruzzo e la Sicilia, con sempre più graduatorie ad esaurimento e di merito prive di candidati: a mancare all’appello, sono soprattutto docenti di sostegno, italiano, matematica e discipline tecniche alle superiori.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Se la politica avesse dato retta all’Anief e all’Unione europea, non saremmo ridotti in questo stato. Sarebbe bastato prevedere dei canali di accesso ai ruoli attraverso graduatorie di istituto provinciali per tutti i docenti e laureati ivi inseriti, scorrendo, le graduatorie di merito esistenti, senza licenziare il personale assunto con riserva. È un paradosso, nel Paese del mondo col più grande numero di aspiranti insegnanti, nelle scuole si deve tamponare con la chiamata diretta dei laureandi: peggio di così non si poteva fare. Speriamo che il ministro Fioramonti ci ascolti”
Se in un Paese moderno, come l’Italia, decine e decine di migliaia di supplenze della scuola pubblica vengono affidate ai presidi, c’è qualcosa che non quadra: perché i poveri dirigenti scolastici, prima tentano di reperire i supplenti con le graduatorie d’istituto di seconda e terza fascia. Sempre più spesso, però, si rendono conto che queste liste non bastano. Ed è in quel momento che le Mad, diventano “una risorsa imprescindibile”, ha ricordato anche Il Corriere della Sera. Aggiungendo che stanno aumentando i casi in cui gli stessi presidi, per coprire le discipline con meno candidati, sono costretti ad accettare le proposte di supplenza prodotte da precari non solo fuori graduatoria ma anche da semplici studenti universitari.
Marcello Pacifico: troppi errori
“Lo scorso anno – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - furono oltre 10.000 i docenti a essere assunti con un contratto annuale tramite ‘messa a disposizione’. Quest’anno saranno almeno il doppio, alla luce dell’incremento di supplenze con scadenza 31 agosto o 30 giugno 2020, conseguente a una serie di circostanze, che porterà a sottoscrivere quasi 200 mila contratti a termine: l’alto numero di pensionamenti, circa 40 mila, metà dei quali con Quota 100; le oltre 20 mila immissioni in ruolo mancate sulle 53.627 autorizzate dal Mef, i 20 mila posti ufficialmente vacanti non autorizzati per i ruoli; le decine di migliaia di cattedre in organico di fatto, ma in realtà vacanti, l’ostinazione del Miur a lasciare chiuse le GaE, a non utilizzare gli abilitati di seconda e terza fascia d’istituto per le assunzioni a tempo indeterminato e a non autorizzare i vincitori di concorso a spostarsi di regione. Senza dimenticare la decisione del ministro dell’Istruzione e del Governo uscente di puntare tutto sui concorsi, facendo finta di non sapere che nel frattempo la Commissione Europea ha recapitato all’Italia una lettera di costituzione in mora per abuso di precariato. Le graduatorie di istituto devono essere trasformate in provinciali, aggiornate ogni anno e utilizzate per il reclutamento attraverso l’attuale doppio canale in presenza di Gae esaurite dove collocare ogni semestre il personale che si abilita con corsi abilitanti ordinari o si laurea. Soltanto così si affronta il problema appena denunciato”.
Abbiamo toccato il fondo
“È stata somma degli errori prodotti da chi ha governato negli ultimi anni la scuola, senza mai ascoltare i consigli e le proposte di chi, come l’Anief, la vive ogni giorno, anche sotto forma di emendamenti alle varie leggi approvate, ad averci portato a questo stato di cose. Arrivando – continua Pacifico – anche a licenziare maestri, con diploma magistrale, già assunti in ruolo o itp, con tanto di anno di prova svolto, per ottemperare alle discutibili sentenze del Consiglio di Stato, senza riuscire nemmeno ad assicurare il mantenimento del docente licenziato sulla cattedra almeno sino alla fine dell’anno scolastico. Speriamo che aver toccato il fondo, affidando tante migliaia di cattedre a giovani senza esperienza e anche privi del titolo di studio, faccia rinsavire chi di dovere”.
“Confidiamo nell’entusiasmo del nuovo ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, per assistere a una svolta che porti nei ruoli i precari estromessi in modo illegittimo, assicurando, anche a breve con il decreto salva-precari rivisto e corretto, una didattica non più affidata a docenti probabilmente pure preparati, ma non ancora pronti per mettersi dietro la cattedra”, conclude il sindacalista a capo dell’organizzazione rappresentativa. Noi siamo pronti a spiegare le nostre proposte”.
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