Mai era accaduto che un anno scolastico iniziasse con 205 mila cattedre da coprire con personale precario: nell’ultimo decennio, il numero di contratti a tempo determinato è addirittura raddoppiato. Anche perché su 180mila immissioni in ruolo ne sono state fatte soltanto 90mila, per colpa di un sistema di reclutamento che lascia ai margini gli abilitati all’insegnamento e permette di lavorare sempre più con le Mad. E ora pure con gli annunci sui social.
Il problema della supplentite e del ricorso alla magistratura per l’abuso dei contratti a termini con crescenti danni erariali per lo Stato, si risolve per Anief con la riapertura straordinaria delle ex graduatorie permanenti a tutto il personale abilitato, incluso i diplomati magistrali, Itp ed educatori, e la fine dei licenziamenti. Fu fatto proficuamente nel 2008 e nel 2012, con due “finestre specifiche” rivolte al personale precario abilitato: perché oggi non si può ripetere? Il presidente nazionale Marcello Pacifico lo chiede prima che vengano costituite le nuove graduatorie del salva-precari bis, come specificato in un punto della piattaforma dello prossimo sciopero del 12 novembre.
“Il nodo della questione – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che fino a tutto il 2014 ci furono gli effetti benefici delle riaperture delle GaE, mentre ai laureati in scienze della formazione primaria laureati dopo il 2012 fu impedito l’ingresso, come ai diplomati magistrali dal primo aggiornamento del febbraio 2002 delle ex graduatorie permanenti. Il tutto, con il beneplacito delle attuali organizzazioni sindacali che hanno raggiunto l’intesa nei giorni scorsi sulla proroga dei contratti in essere in caso di licenziamento, gli stessi sindacati che hanno seguito l’Anief nella vertenza legale che ha ammesso a partire dal 2014 migliaia di maestre con riserva nelle stesse GaE e in duemila nei ruoli con sentenza passata in giudicato prima della doppia pronuncia negativa dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato che ora pone a rischio migliaia di immessi in ruolo in corso d’anno pure dopo avere svolto l’anno di prova”.