Le risorse per il rinnovo del contratto sono ampiamente insufficienti per avvicinare gli stipendi del personale scolastico italiano a quello europeo: lo ha candidamente detto il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ai segretari generali dei cinque sindacati più rappresentativi del comparto istruzione e ricerca, assicurando loro anche di continuare ad agire con il massimo impegno, al fine di reperire ulteriori risorse nell’ambito delle decisioni che potranno scaturire dal dibattito in sede parlamentare.
Tra l’amaro e l’ironico è il commento di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, il sindacato che tra i 40 emendamenti presentati al Disegno di legge di Bilancio 2020 AS 1586 prevede anche le modalità per garantire l’avanzamento dei compensi dei dipendenti e dei dirigenti pubblici eliminando i lacciuoli e i vincoli che limitano la portata: “Ad oggi, stime alla mano, si arriva a coprire a malapena 65 euro in media a dipendente scolastico, altro che aumenti a tre cifre come segnale iniziale: qui, se va bene, gli insegnanti e il personale Ata si dovranno accontentare di una trentina di euro netti al mese, poco più di un antipasto con pizza”.
Sugli stipendi degli statali e del personale della scuola è inutile illudersi ancora: la realtà, promesse a parte, è che la tanto ventilata significativa rivalutazione dei trattamenti retributivi di oltre un milione di lavoratori della scuola, quindi, non ci sarà: le risorse, a tal fine disponibili, sono del tutto insufficienti e da utilizzare anche per coprire l’elemento perequativo, ovvero gli aumenti da 85 euro lordi medi che il Governo precedente ha accordato solo per i portatori di compensi di fascia media e maggiore, e lasciano in questo modo i compensi annui dei lavoratori di comparto sotto di 9 mila euro rispetto alla media dell’Unione Europea e con oltre mille euro di potere d’acquisto perso solo negli ultimi sette anni.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, “siccome dal Mef e dal Governo non giungono segnali diversi, se non di conferma dei finanziamenti previsti nella bozza della manovra di Bilancio presentata nei giorni scorsi, viene da sé che con i finanziamenti pubblici per il rinnovo dei contratti ci si fermerà qui. Lo hanno fatto intendere, a più riprese, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e quello della Funzione Pubblica Fabiana Dadone”.
“Noi, come sindacato - continua Pacifico - contro la stagnazione stipendiale, oltre che per una serie di disfunzioni della macchina pubblica scolastica da sanare, abbiamo appena scioperato e presentato una lunga serie di richiesta di modifica della manovra di fine anno. Certamente, avremmo preferito farlo assieme agli altri sindacati del comparto Scuola, che solo ora sembrano svegliarsi, ma nemmeno troppo, visto che si sono fermati all’allestimento di un sit-in tra pochi intimi e rimangono in attesa degli incontri dei direttivi unitari”.
“Nel frattempo, la Legge di Bilancio va avanti, tra pochi giorni verrà votata in Aula alla Camera e tra un mese è attesa all’approvazione finale: di questo passo, quando si deciderà per uno sciopero unitario, sarà già diventata legge dello Stato. E non certo per colpa nostra”, conclude il sindacalista Anief.
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