Con la motivazione di una ripresa delle attività didattiche, alcuni Ds e Dsga richiedono al personale Ata con contratto a tempo determinato di produrre domanda di ferie maturate fino ad ora. “Queste richieste non sono basate su alcuna ragione plausibile – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ma su ipotesi di riapertura a breve delle scuole del tutto inverosimili”
In questo periodo di chiusura forzata delle scuole e di lavoro agile per quasi tutto il personale della scuola, periodo prolungato fino al 13 aprile 2020 così come deciso nel nuovo DPCM, ci sono direttori dei servizi generali e amministrativi e dirigenti scolastici che pubblicano circolari in cui “invitano” i lavoratori Ata, soprattutto collaboratori scolastici, a usufruire delle ferie fin qui maturate.
“Con la motivazione che allo stato attuale non è possibile prevedere la data di rientro alle normali attività lavorative – spiega Stefano Cavallini, segretario generale Anief – e con l’ipotesi di una ripresa graduale nei mesi di maggio e giugno 2020, stanno pervenendo segnalazioni da alcune zone d’Italia come la Campania, di “inviti” al personale Ata con contratto a tempo determinato, da parte di dirigenti scolastici e Dsga, a usufruire di ferie fin ad oggi maturate”
Le giustificazioni di tali richieste, anche se variano nella forma, essenzialmente si indirizzano sulla considerazione che durante la possibile ripresa graduale delle attività scolastiche, sarà necessaria la presenza del maggior numero possibile di risorse professionali (personale Ata) per far fronte alle procedure lavorative (ordinarie e straordinarie) caratterizzanti la conclusione dell’attuale anno scolastico.
“Se nella sostanza possiamo comprendere la preoccupazione dei Dirigenti e Direttori per l’incognita della ripresa e di tutte le incombenze che ci potranno essere – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – non è accettabile che si faccia pressione sui lavoratori Ata, soprattutto collaboratori, sull’utilizzo delle ferie”.
Il nuovo DPCM del 1° aprile 2020 ha prorogato l’interruzione delle attività didattiche e la chiusura di fatto delle scuole. Pertanto non possiamo ipotizzare ad oggi come e quando avverrà l’effettiva ripresa delle attività lavorative. A maggior ragione, non è possibile prevedere l’utilizzo massivo del personale Ata per il periodo maggio-giugno.
“Per la verità, a essere ottimisti, non si intravede una ripresa delle attività didattiche prima di metà giugno o luglio - continua Stefano Cavallini - Non è pensabile immaginare una ripresa completa delle attività scolastiche senza essere sicuri che l’epidemia sia stata completamente debellata. Né è pensabile far entrare in contatto quasi 10 milioni di persone tra alunni e personale scolastico senza avere la certezza dello scampato pericolo”.
Partendo da queste considerazioni, l’Anief ritiene del tutto ingiustificate queste richieste sia da un punto di vista normativo che lavorativo e invita pertanto tutto il personale Ata a decidere liberamente e con coscienza se prendere in considerazione tali “inviti”, senza sentirsi in nessun modo forzato nella scelta.
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