Tutte le indicazioni politiche fanno propendere per il ritorno sui banchi tra un mese e mezzo. Anche per questo motivo il ministero dell’Istruzione, con la nota inviata alle scuole il 16 marzo, ha inteso validare la didattica a distanza, cercando di trasformarla da esperimento di «vicinanza» agli studenti a delle “lezioni” quasi equiparabili alla didattica tradizionale in classe. A questo proposito, sembra sempre più necessario che gli organi collegiali degli insegnanti, a partire dai collegi dei docenti, vengano convocati a distanza dai dirigenti scolastici per predisporre i criteri di valutazione da adottare durante questa fase di didattica non in presenza, che si protrarrà per diverse settimane.
“Sono diverse le domande a cui soprattutto i collegi dei docenti dovranno rispondere su come fare in questi giorni – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -: come ci si dovrà comportare con la valutazione a distanza? Cosa accadrà in tutti quei casi in cui non sarà attivata, soprattutto se per motivi non dipendenti dagli studenti, visto che almeno uno su tre ha problemi di accesso? Anche il ministero dell’Istruzione è chiamato a chiarire alcuni aspetti ancora poco chiari: se, infatti, la chiusura delle scuole dovesse ancora protrarsi, la valutazione degli studenti continuerà a essere solo meramente formativa? E si può pensare di realizzare consigli di classe o addirittura scrutini finali con i docenti collegati in tempo reale, tramite piattaforme telematiche? Poi, ci sono da risolvere molti altri problemi, che se non risolti si riverseranno sull’inizio del prossimo anno scolastico”.
Le scuole resteranno chiuse ancora e probabilmente a lungo, quasi sicuramente fino ai primi di maggio, ma è ormai considerata possibile una ulteriore proroga fino alla fine dell’anno scolastico. Per saperlo bisognerà aspettare i dati sui contagi dei prossimi giorni, ma è chiaro ormai che la prospettiva non sia breve. A scriverlo è Il Corriere della Sera, sulla base degli ultimi dati nazionali sull’avanzare del contagio tra la popolazione italiana.
Intanto, al ministero dell’Istruzione non si esclude alcuno scenario, come ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, per fare in modo che l’anno scolastico sia «valido non solo formalmente ma anche nella sostanza»: l’obiettivo è, continua il quotidiano milanese, fare in modo cioè che questi mesi di didattica a distanza servano non solo «a fare comunità, ma anche ai fini dell’apprendimento» anche se «chiaramente non potranno essere raggiunti tutti gli obiettivi del programma».
“Per chiudere l’anno senza contestazioni – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è bene poi che da Viale Trastevere arrivino indicazioni chiare sulla gestione straordinaria dei prossimi Esami finali di Stato, anche prevedendo eventuali semplificazioni delle prove tradizionali, a partire dalla maturità che riguarda circa mezzo milione di studenti. Senza queste disposizioni, è chiaro che si terrebbero in piedi le tante voci, alcune delle quali impraticabili, sulla fine dell’anno scolastico e su come si svolgeranno le prove degli esami di fine ciclo”.
“Ma al ministero dell’Istruzione è bene che si proceda pure con un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato, anche alla luce del blocco dei concorsi per due mesi, assumendo prima di tutto vincitori e idonei delle precedenti procedure, oltre che tutti i precari inseriti nelle graduatorie, anche d’istituto, e utilizzando la ‘call veloce’, provvedendo a coprire pure tutti i posti vacanti in organico di diritto, anche per il sostegno, il personale Ata e il dirigenti scolastici. L’ombra delle 200 mila supplenze annuali si fa sempre più lunga”, conclude il presidente nazionale Anief.
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