Che le supplenze fossero assegnate dalle graduatorie di istituto lo si sapeva da dicembre, mentre la retrodatazione era stata già prevista quale possibilità nell’ordinanza ministeriale. L’unica novità dal vertice notturno sembra lo slittamento dei quiz ad anno iniziato con l’aggiunta di una prova scritta, altro che stabilizzazione. Se confermata, Anief si dice pronta fin da ora a impugnare tutto in tribunale per chiedere la semplice graduazione delle posizioni e per far accedere tutti i precari nella graduatoria straordinaria finale
LA POSIZIONE DEL SINDACATO ANIEF
Questo è il commento a caldo del sindacato che ha fatto della sua battaglia contro la precarietà una missione fin dalla sua fondazione, che patrocina con i suoi legali i ricorsi fino in Cassazione e Corte di giustizia europea, che raccoglie le denunce e le petizioni per il Consiglio d’Europa. Sempre che le indiscrezioni trapelate alla stampa siano confermate:
- graduatorie di istituto aggiornate ma soltanto per nominare i supplenti entro settembre e non per attingere ai ruoli - come chiedeva Anief;
- concorso riservato rinviato ad autunno con una prova scritta più difficile che sostituisce quel test concordato dagli altri sindacati firmatari con l’ex ministro Fioramonti (e che comunque potrebbe essere utilizzato sempre per la pre-selezione) - di cui i precari chiedevano la pubblicazione prima della prova:
- retrodatazione giuridica dei vincitori già contemplata dallo stesso ministro Azzolina nel decreto-legge.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, ha affermato che “a settembre, il numero dei precari sarà doppio rispetto a cinque anni fa (over 200 mila insegnanti), le richieste di risarcimento per l’abuso dei contratti a termine lieviteranno (15 mila pro capite), la Commissione UE multerà probabilmente lo Stato italiano nell’attuale procedura d’infrazione (NIF 4231/14). E tutto questo perché? Per il merito, certamente no. Perché, infatti, i precari meritano di essere chiamati supplenti dalle graduatorie di istituto per tutto l’anno e non meritano di essere assunti nei ruoli da quelle stesse graduatorie? Forse che il lavoro svolto da insegnante a tempo determinato sia diverso da quello svolto a tempo indeterminato? A queste domande, complice forse l’ora tarda, sembra che la politica non abbia saputo dare una risposta semplice. Lo farà ancora una volta un giudice, sempre che queste indiscrezioni siano vere”, chiude Marcello Pacifico. “Magari, più tardi, leggiamo nel testo del Governo concordato con l’attuale maggioranza l’utilizzo delle graduatorie di istituto per le immissioni in ruolo nelle more dell’espletamento dei nuovi concorsi, e allora sarà come svegliarsi da un brutto sogno”.
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