Parametri di distanziamento interpersonale tra alunni, no alla mascherina durante le lezioni sì ad indossarla durante gli spostamenti, divieto di assembramenti e, dunque, ricreazione al banco: sono le proposte delle Regioni sulla riapertura delle scuole a settembre, sintetizzate in un documento approvato dai Governatori e inviato nelle ultime ore al ministero dell’Istruzione.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “chi pensa che a settembre si potrà tornare attuando gli attuali parametri di formazione delle classi si sbaglia di grosso. Semplicemente perché classi pollaio e aule con pochi metri quadrati non garantiscono alcuna sicurezza in condizioni normali, figuriamoci in tempo di prevenzione da possibili ritorni del coronavirus. La Camera ha la possibilità di risolvere il problema. In caso contrario a settembre per la scuola si farà durissima”.
“Noi abbiamo proposto dei parametri sul distanziamento e sul divieto di assembramento”, ha detto all’Adnkronos Cristina Grieco, coordinatrice all’Istruzione della Conferenza delle Regioni. Nella proposta approvata dalla Conferenza, si prevede la “mascherina solo per gli spostamenti”, la ricreazione in classe e “parametri per il distanziamento interpersonale. Poi i dirigenti scolastici avranno autonomia di organizzazione, ma è importante avere le linee guida del ministero – ha continuato Grieco – per vedere dove il numero di ragazzi o bimbi è troppo elevato rispetto alla capienza delle classi perché le scuole dovranno dunque organizzarsi. La certezza è che c’è urgenza di poter cominciare ad organizzarsi con dati alla mano”.
GLI EMENDAMENTI AL DECRETO RILANCIO
Anief ritiene praticabili le misure richieste per il ritorno in classe dalle Regioni, ma a patto che vengano associate ad altri provvedimenti. Come il numero ridotto di alunni per classe e la riorganizzazione scolastica con la cancellazione di vincoli imposti a partire dalla Legge 133/08 che ha dettato lo sciagurato dimensionamento, la soppressione o fusione di 4 mila istituti autonomi e la formazione di scuole-mostro con migliaia di alunni iscritti. Il giovane sindacato si è speso in questa direzione facendo da tramite per la presentazione di 40 emendamenti all'articolo 230 del Decreto Rilancio in discussione nelle Commissioni di competenza della Camera dei Deputati, una parte dei quali su questi temi.
SÌ ALLE SCUOLE DI PROSSIMITÀ
Tra le richieste di modifica del Decreto Rilancio figura, ad esempio, l’attivazione delle scuole cosiddette di “prossimità”, da formare anche con 300 alunni e non più oltre 600, come avviene oggi. Inoltre, va prevista la rimodulazione delle classi, introducendo un numero massimo non superiore a 15 alunni e sopprimendo così una volta per tutte la vergogna delle classi pollaio con anche più di 30 iscritti. Superata l’emergenza Covid-19, le classi non potranno comunque più andare oltre i 22 alunni e 20 in presenza di alunni con disabilità. Nelle zone colpite dal Covid-19 la rimodulazione delle classi dovrà prevedere ancora meno alunni iscritti.
LE RICHIESTE DELL’ANIEF
Il presidente nazionale Anief lo ha detto anche in occasione dell’incontro di Villa Pamphili con il premier Giuseppe Conte: dopo aver ricordato che servono “investimenti in Istruzione, Ricerca e Formazione per far ripartire il Paese”, il sindacalista ha affermato che, in seguito al “dimensionamento” attuato a partire dalla Legge 133/08, abbiamo subìto la cancellazione di un sesto dell’organico di diritto, a fronte di 75 mila posti ridotti nei restanti due terzi dei comparti pubblici: ciò ha portato la scuola a collezionare il 75% dei tagli adottati dalla Spending Review. È stato ridotto di un sesto anche l’orario scolastico, tanto che nel 2013 l’Italia è scesa a 4.455 ore studio nell’istruzione primaria rispetto alle 4.717 dell’Ocse e 2.970 in quella superiore di primo grado rispetto alle 3.034 sempre dell’Ocse con un tasso di Neet tra i 15 e i 29 anni del 23,2% rispetto al 15,8% dell’Ocse.
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