Non ci sono novità sul ritorno in classe e l’adozione delle linee guida da adottare: l’annunciata pubblicazione delle conclusioni, frutto anche del lavoro svolto per settimane dalle task force e delle indicazioni del Comitato tecnico scientifico, quindi di base sanitaria, saranno pubblicate non prima della prossima settimana. “Per la riapertura delle scuole a settembre il Ministero dell’Istruzione ha continuato a raccogliere, anche in questi giorni, le proposte di tutte le parti coinvolte e ha chiesto alle Regioni e agli Enti Locali un incontro da tenersi la prossima settimana per chiudere le Linee guida”, si legge in una Nota ministeriale.
Secondo l’Anief, tra i motivi ostativi alla sicurezza per i nostri alunni vi è il mantenimento delle classi pollaio e di aule ridotte a pochi metri quadrati. “Queste due condizioni – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato – rappresentano un ostacolo insormontabile per l’attuazione di una didattica in presenza che tenga conto dei limiti imposti dal Comitato tecnico scientifico e dalle stesse Regioni, che hanno scritto preventivamente al ministero dell’Istruzione. Pensare di riaprire mantenendo troppi alunni in aule risicate è incompatibile prima di tutto con le regole sul distanziamento, ma anche con quelle dell’ordinaria sicurezza, per la prevenzione degli infortuni e in caso di sisma, oltre che per garantire diritto allo studio perché l’apprendimento in condizioni di ‘affollamento’ non può essere mai ottimale. Ecco perché serve abbattere i limiti, trovare spazi aggiuntivi e incrementare gli organici del personale di 200 mila docenti e Ata nuovi”.
Le Linee Guida per riprendere le lezioni in presenza non sono ancora pronte. Dal dicastero di viale Trastevere c’è comunque la volontà espressa “di dare modo ai tavoli regionali, che si stanno già costituendo, di iniziare subito a lavorare insieme alle scuole. Per quanto riguarda l’inizio ufficiale dell’anno scolastico, come noto, il Ministero ha già avanzato la proposta del 14 settembre. Si ricorda anche che dal primo settembre le scuole riapriranno per accogliere gli studenti che hanno necessità di recupero degli apprendimenti”.
Anief ribadisce che per riaprire gli istituti scolastici in sicurezza è indispensabile la cancellazione dei nuovi limiti imposti a partire dalla Legge 133/08, da cui è scaturito il “dimensionamento” scolastico, la cancellazione di 4 mila istituti autonomi e la formazione di scuole-mostro con migliaia di alunni e collegi dei docenti con diverse centinaia di insegnanti. A questo scopo, il giovane sindacato si è fatto promotore di 40 emendamenti all'articolo 230 del Decreto Rilancio in discussione in questi giorni nelle Commissioni, a partire dalla V, di Montecitorio.
Marcello Pacifico, leader del sindacato Anief, sostiene che “la Camera dei Deputati ha in questi giorni l’opportunità di sanare gli errori dei governi passati, modificando il Decreto Rilancio sulla base degli emendamenti di nostra ispirazione. Diverse di quelle richieste di modifica migliorativa sono anche orientate alla copertura di posti vacanti che altrimenti andrebbero a supplenza, con tutte le difficoltà e i disagi che comporta il precariato”.
Nello specifico, Anief ribadisce la volontà di tornare a fare lezione in scuole a misura d’uomo. A questo scopo serve la riorganizzazione della rete scolastica ogni 300 alunni, con il dimezzamento dell’attuale soglia minima portata a 650 alunni. Serve però anche la rimodulazione delle classi con un numero massimo non superiore a 15 alunni, mentre oggi si autorizzano ancora classi “pollaio” da 30 e più iscritti. E anche quando sarà superata l’emergenza Covid-19, le classi non potranno più contenere, come previsto da un lodevole disegno di legge del M5S, più di 22 alunni e 20 in presenza di alunni disabili certificati. Nelle zone colpite dal Covid-19 la rimodulazione delle classi dovrà essere limitata con numeri ancora più bassi.
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