Nelle ultime ore si sono completati i trasferimenti dei docenti, con poca soddisfazione per tantissimi candidati della scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado: sono infatti oltre 40 mila gli insegnanti di ruolo a cui è stata respinta la domanda. I numeri sono stati forniti dallo stesso ministero dell’Istruzione: guardando i dati ufficiali, a fronte di “96mila i docenti effettivamente coinvolti – al netto delle domande non accoglibili – 78.881 le donne e 17.696 gli uomini – ha comunicato il MI - le domande soddisfatte a livello nazionale sono state 55.008”. Degli oltre 40 mila docenti rimasti “al palo”, molti avevano chiesto uno spostamento interprovinciale: “Siamo ancora tantissime fuori regione, 8.000 trasferimenti sono solo briciole”, scrive una docente sui Social. Tra gli scontenti ci sono gli immessi in ruolo 2019 (ex Fit) “bloccati per 5 anni senza possibilità di chiedere la mobilità”, coloro che hanno svolto servizio nelle paritarie, chi si è visto valutare parzialmente il servizio pre-ruolo, chi non si è visto valutato il periodo di sostegno da supplente, chi è portatore di disabilità o deve assistere un genitore invalido. Secondo l’Ufficio Studi dell’Anief le lamentele hanno fondamento, perché in diversi casi la loro richiesta poteva essere accolta: per questo motivo il sindacato ha avviato una serie di ricorsi al Giudice del Lavoro.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “soltanto una parte delle domande di mobilità sono state accolte, nonostante ci siano migliaia e migliaia di posti disponibili. Questo è avvenuto senza tenere conto di una precisa Ordinanza del Consiglio di Stato, in base alla quale i posti vacanti vanno assegnati ai trasferimenti. Ci sono migliaia di casi di docenti che stanno da anni e anni lontano da casa, per via dei blocchi quinquennali, pure in presenza di insegnanti che godono dei benefici della Legge 104 del 1992. Ancora di più dopo il Covid, che ha portato al distanziamento sociale e alla mancata libertà di movimento, esasperando i problemi di lontananza dai propri familiari. Bisogna capire perché è stato negato loro il diritto alla famiglia, che invece va contemplato con quello al lavoro. Il sindacato può dare le opportune istruzioni per capire se vi sono i presupposti per ricorrere e ottenere il trasferimento”.
Le domande di trasferimento dei docenti di ruolo hanno avuto esito positivo nel 49.053 dei casi: il ministero dell’Istruzione ha comunicato che ad avere avuto accesso alla mobilità territoriale sono stati il 54,3%, “per un totale di 8.000 spostamenti circa fuori Regione garantiti agli insegnanti”.
TANTI SCONTENTI
A leggere i commenti dei docenti, si comprende il grado di insoddisfazione di molti diretti interessati. In prevalenza, si tratta di insegnanti di ruolo che chiedono di avvicinarsi ai propri affetti, quasi sempre coincidenti con la propria terra di origine: ancora una volta, invece, la richiesta è stata negata. Anche in presenza di titoli e servizi, non del tutto considerati, e di posti vacanti e disponibili, che continuano a non essere messi a disposizione per la mobilità perché furbescamente posti in organico di fatto.
I MOTIVI DEL DISAGIO
Su Facebook, nel commentare gli esiti della prima fase di mobilità 2020 dei docenti, c’è chi ricorda che come “ogni anno la mobilità” anche quest’anno è stata “un incubo per tutti”; chi rivendica “i diritti di tutti quelli che hanno il blocco quinquennale della mobilità e pure dell'assegnazione provvisoria costretti lontani dai propri affetti”; chi si lamenta per essersi visto negare ancora una volta il trasferimento perché “assunto da concorso 2018 con assunzione a partire da settembre 2019”; una docente sostiene di essere “davvero stanca” di fare sempre il suo “dovere, ma rimanere comunque sempre fuori casa”; il problema è che “siamo ancora tantissime fuori regione. 8000 trasferimenti sono solo briciole!”, chiosa una collega insegnante.
L’AZIONE DEL SINDACATO
Proprio per venire incontro alle istanze mosse, spesso a ragione, dei docenti a cui è stato negato il trasferimento di sede scolastica, il sindacato Anief ha avviato una serie di ricorsi, da presentare dopo avere valutato caso per caso. In particolare, il giovane sindacato, al fine di tutelare le categorie escluse e che vogliono far valere i propri diritti rispetto alla mobilità, ha avviato una serie di ricorsi al Giudice del Lavoro.
I SINGOLI RICORSI
Nello specifico, le impugnazioni contro il mancato trasferimento riguardano:
Ricorso volto a consentire la mobilità ai docenti assunti su posti residui quota 100 con retrodatazione giuridica al 1° settembre 2019
Ricorso avverso la tabella valutazione titoli mobilità, per ottenere, ai fini dell’attribuzione del punteggio per la mobilità 2020/21, la valutazione del servizio pre-ruolo o di altro servizio di ruolo prestato nella scuola paritaria/ nei percorsi di formazione professionale / nelle scuole comunali, o per ogni anno di servizio pre-ruolo o di altro servizio di ruolo effettivamente prestato in scuole paritarie/corsi di formazione professionali/scuole comunali anche situati nelle piccole isole.
Ricorso volto al riconoscimento dell’esonero dal vincolo quinquennale di permanenza nella scuola di immissione in ruolo dei docenti assunti da Fit nell’a.s. 2019/20 (anche ex D.M. 631/2018) con disabilità personale o di un congiunto che si assiste riconosciuta prima del concorso.
Ricorso contro il vincolo quinquennale di permanenza nella sede di immissione in ruolo dei docenti Fit assunti nell’a.s. 2019/20 (anche ex D.M. 631/2018).
Ricorso volto al riconoscimento della precedenza di cui al punto IV del Ccni mobilità anche nei trasferimenti interprovinciali in favore del pendente referente unico che presta assistenza al genitore disabile.
Ricorso contro il vincolo quinquennale per il passaggio da sostegno a posto comune/curricolare computando anche il servizio svolto su posto di sostegno durante il precariato.
Ricorso avverso la tabella valutazione titoli mobilità triennio 2019/22, per la valutazione dell’abilitazione SSIS, del diploma SSIS anche di sostegno (punti 5), del titolo TFA conseguito (anche sostegno) e del servizio militare prestato non in costanza di nomina.
Ricorso avverso la tabella valutazione titoli relativa alla compilazione delle graduatorie interne d’istituto, per ottenere, ai fini dell’attribuzione del punteggio nelle Graduatorie Interne d'Istituto, il servizio pre-ruolo svolto nelle scuole paritarie.
Ricorso avverso la tabella valutazione titoli relativa alla compilazione delle graduatorie interne d’istituto, per ottenere, ai fini dell’attribuzione del punteggio nelle Graduatorie Interne d'Istituto, il servizio pre-ruolo al pari di quello prestato dopo la nomina (punti 6 e per intero).
Ricorso avverso la tabella valutazione titoli mobilità d’ufficio, per ottenere nelle graduatorie interne d'istituto 2019/2020 l’attribuzione del punteggio, anche per la mobilità "a domanda condizionata", dell’abilitazione SSIS, del diploma SSIS anche di sostegno, del titolo TFA conseguito (anche sostegno) e del servizio militare prestato non in costanza di nomina.
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