Il sindacato Anief non si rassegna: il rischio biologico di chi opera nella scuola va riconosciuto. È un intervento che va attuato per dare una risposta ai reali pericoli per la salute a cui si espongono insegnanti e personale Ata, che in questa fase di emergenza epidemiologica hanno toccato l’apice. L’adozione del provvedimento è stata chiesta in questi giorni dal giovane sindacato anche alla V Commissione della Camera, attraverso un apposito emendamento, impegnata nella valutazione del Disegno di Legge di Bilancio 2021 già approvato dal Governo.
Nella richiesta di modifica del testo, l’organizzazione sindacale chiede che entro il corrente anno scolastico di proceda con “l’avvio di una nuova sessione contrattuale per l’assegnazione a tutto il personale scolastico, di un’indennità per il rischio biologico e di un’indennità specifica per i videoterminalisti. Nella motivazione dell’emendamento, Anief ricorda che quello “del docente, dell’educatore e di buona parte del personale Tecnico, Amministrativo e Ausiliario, è un lavoro relazionale, che ogni giorno prevede lo scambio ravvicinato di contatti con decine di alunni. In un contesto di continua preoccupazione per il contenimento dell’epidemia diventa pertinente il conferimento di un’indennità di rischio”.
Il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico: “Non si può continuare a ignorare l’elevata percentuale di over 60 e di docenti e Ata potenzialmente fragili, con un indice di burnout derivante della maggiore vulnerabilità psico-fisica di chi lavora a scuola. È una condizione scientificamente riconosciuta, ma non dallo Stato. Per questo, sempre nella Legge di Bilancio, chiediamo pensioni anticipate per tali lavoratori, come avviene con le forze armate. Anche se la scuola è un luogo sicuro, rimane un dato di fatto incontrovertibile: esiste un rischio biologico effettivo a scuola, poiché c’è un elevato quotidiano numero di alunni e di personale. Quanto è garantito da tempo, sotto forma di assegno, al personale sanitario, ora va quindi attribuito pure al personale scolastico. Anche solo di 10 euro al giorno, rispetto ai 40 euro di un infermiere e ai 100 euro di un medico, andrebbero a costituire un riconoscimento importante”.
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I MOTIVI DELLA RICHIESTA
L’Anief continua la sua battaglia per la salvaguardia dei diritti del lavoratori della Scuola. Secondo il sindacato è ragionevole pianificare una riapertura della contrattazione per assegnare un forfait di 10 euro al giorno a quel personale che si sottopone a rischi per la salute e stress non indifferenti, che sfociano in alto numero nel burnout, poiché a contatto con tanti alunni, all’interno di edifici che nella metà dei casi sono stati costruiti prima del 1971, oggi in alto numero fatiscenti e in perenne ristrutturazione.
LA “PRESUNZIONE RILEVANTE DI RISCHIO”
Per il sindacato si tratta, peraltro, di indennità che comunemente viene già da tempo riconosciuta “a certe tipologie di personale per il quale sussiste quella che viene definita come una “presunzione rilevante di rischio”. Spetta, in sostanza, per quelle prestazioni di lavoro che comportino continua e diretta esposizione a rischi pregiudizievoli per la salute e l’integrità personale del lavoratore, ciò indipendentemente dalla quella che potrebbe essere la categoria o il profilo professionale di appartenenza”.
L’INAIL LO AVEVA DETTO NEL 2011
Anief ricorda che lo stesso Inail nel suo documento “Il rischio biologico nei luoghi di lavoro. Schede tecnico-informative”, già nel 2011 affermava che le scuole sono annoverate tra i cosiddetti “ambienti indoor” (ambienti confinati di vita e di lavoro). In esse si svolgono sia attività didattiche in aula, in palestra, e/o in laboratorio, sia attività amministrative. Per il rischio biologico, un’attenzione particolare meritano gli istituti che hanno indirizzi particolari quali quello microbiologico o agrario. In tali scuole, infatti, spesso vengono svolte attività in laboratorio che richiedono il contatto con colture microbiologiche o esercitazioni nel settore agricolo e zootecnico. Ma è anche da segnalare in particolare la situazione dei convitti e del relativo personale educativo che anche in caso di chiusura delle Istituzioni scolastiche proseguono le attività didattiche in presenza.
L’INDENNITÀ PER CHI LAVORA AL VIDEO
Infine, il sindacato autonomo sostiene che bisogna anche riconoscere l’indennità specifica per il “videoterminalista”, da assegnare a ogni lavoratore della scuola che utilizza in modo sistematico o abituale videoterminali, personal computer, per almeno venti ore settimanali. E il personale Amministrativo, Tecnico e Dsga trascorre sicuramente più di venti ore settimanali davanti ad un video.
IL PARERE DEL PRESIDENTE ANIEF
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “occorre prevedere l’immediata riapertura del Contratto collettivo nazionale di comparto, per normare una somma da assegnare al rischio biologico, conseguente al carattere gravoso della professione: una procedura che si aggiunge a quella dell’adeguamento all’inflazione dello stipendio del personale della scuola chiesta con un emendamento a parte. La riapertura della contrattazione, quindi, dovrà portare ad assegnare un forfait di 10 euro al giorno a quel personale che si sottopone a rischi e stress non indifferenti, a contatto con tanti alunni, all’interno di edifici che nella metà dei casi sono stati costruiti prima del 1976, tanto da risultare in alto numero pure fatiscenti e privi delle certificazioni adeguate. Ambiti e prestazioni di lavoro che comportano continua e diretta esposizione a rischi pregiudizievoli per la salute e l’integrità personale del lavoratore”.
PER APPROFONDIMENTI:
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