Anief: sbagliato affidare a dei test la preparazione di chi insegna da anni, che si è magari pure specializzato o abilitato presso gli atenei. Bisogna trasformarlo subito in una procedure non selettiva per evitare nuove cattedre vuole a settembre e ricorsi in tribunale
LA STORIA
C’è tanta delusione tra le diverse migliaia di candidati del concorso straordinario per docenti della scuola secondaria a cui gli uffici scolastici stanno comunicando l’esclusione: la considerano una bocciatura inspiegabile, dopo una lunga militanza nella scuola, durante la quale hanno acquisito un’alta professionalità e gli strumenti adatti per potere insegnare. La loro presenza nelle scuole sembrava una garanzia, visto che la procedura è stata riservata a docenti con almeno tre anni di servizio, di cui uno specifico per la classe di concorso richiesta, maturata esclusivamente in scuole secondarie statali tra l’anno scolastico 2009/09 e il 2019/20. Solo che esperienza e formazione sul campo si sono dissolte nel nulla, nel momento in cui sono stati messi davanti a cinque quesiti sulle conoscenze e competenze disciplinari e didattico-metodologiche. A delle domande tutt’altro che semplici, e un testo di comprensione in lingua inglese, a cui sono stati chiamati a rispondere in appena 150 minuti: un tempo ridotto, che sarebbe stato necessario, a rigor di logica, per sviluppare per bene una sola traccia.
LA RABBIA DEI PRECARI
Monta la rabbia per la piega che sta prendendo il concorso straordinario previsto dal D.D. n. 510 del 23 aprile 2020 e DD n. 783 dell’8 luglio 2020: come riporta oggi correttamente Orizzonte Scuola, questi docenti, “seppure con contratti a termine, a volte anche di pochi mesi, hanno fatto parte della scuola italiana. Salvo poi scoprire, ex post, di non avere le caratteristiche richieste, non tanto per poter diventare docenti a tempo indeterminato, ma neanche per poter conseguire l’abilitazione”. Secondo la rivista specializzata, “il dubbio è lecito, soprattutto se si leggono le prove, mai pubblicate in maniera ufficiale dal Ministero dal momento che devono ancora essere svolte le suppletive”.
PUNTEGGIO MINIMO SBAGLIATO
Viene riportato, infine, che numerose commissioni, circa il 40%, “hanno già valutato la prova, assegnando almeno 56/80 alla prova ritenuta idonea”: una soglia contro la quale Anief ha anche presentato ricorso, perché collocata troppo in alto, poiché ben superiore alla sufficienza, che per legge è considerata sufficiente per essere ritenuti idonei. Inoltre, “il punteggio minimo offre due chance: l’immissione in ruolo se si rientra nel numero dei posti a bando, ma anche la possibilità di poter conseguire l’abilitazione se non si rientra nel numero”.
CONCORSI TUTTI IN ALTO MARE
Ma è tutta la procedura dei concorsi che è estremamente deficitaria. Sempre la stampa parla di “impasse e stallo in cui si trova il sistema di reclutamento dei docenti la dice lunga. Due concorsi ordinari, uno per infanzia e primaria l’altro per la secondaria di I e II grado, banditi ad aprile 2020, con più di 400mila domande, sono fermi e non c’è una data di programmazione. Come se non esistessero”. Infine, c’è una procedura di abilitazione di cui sono perse le tracce: “bandita ad aprile 2020, domande presentate entro il 15 giugno 2020, sparita dal radar della programmazione. Come se di docenti in possesso di abilitazione non si sentisse l’esigenza”.
IL COMMENTO DI PACIFICO
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “ci troviamo davanti a un’altra procedura sbagliata, che anziché graduare il personale precario con titoli e servizi è stata costruita per escluderne la aggiornare. Con una logica che va contro la soluzione del concorso riservato richiesta dall'Europa come rimedio all'abuso dei contratti commesso dallo Stato italiano. Lo dimostra anche la composizione dei quesiti assegnati in occasione della prova unica: sarebbe servita mezza giornata per affrontarli in modo esauriente, altro che 150 minuti. Alla fine delle correzioni, dopo avere visto la composizione delle prime graduatorie, è probabile che avremo oltre 20mila esclusi dopo avere partecipato alle prove. È un fatto assurdo, ancora di più perché la soglia minima per ottenere l’idoneità è stata alzata senza motivo. Così i candidati precari sono stati messi ancora più in difficoltà. Per non parlare di chi quella soglia l'ha superata ma non entrerà nella graduatoria finale utile per i ruoli, cosa che è stata censurata più volte dal Tar. Noi siamo sempre più convinti che tutti coloro che hanno partecipato alle prove hanno pieno diritto a entrare in una graduatoria finale di idonei che già in passato Anief ha dimostrato devono avere il diritto di inserirsi in una graduatoria di merito finale. E anche coloro che stanno partecipando alle suppletive, fino al 20 maggio, compresi quelli che le faranno in una successiva fase, visto che è stata accolta la richiesta di un decreto monocratico da noi prodotto per delle esclusioni illegittime. I nostri legali stanno quindi per notificare il ricorso per l’inclusione nelle graduatorie dei primi candidati esclusi in modo immotivato”.
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