In vista del ritorno in classe a settembre, oltre all’arma dei vaccini accompagnata da screening periodici su studenti e personale, l’Istituto Superiore di Sanità ha auspicato l’adozione di una serie di azioni e strumenti anti-virus: dall’utilizzo dei microfoni per gli insegnanti così da permettere loro di abbassare la voce ed emettere meno aerosol, all’uso di impianti di ventilazione meccanica per ridurre il rischio in aula con un adeguato ricambio d’aria, fino ai rilevatori di anidride carbonica per monitorare sempre la qualità dell’aria.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha dichiarato a Italia Stampa che “sono tutti strumenti importanti ma secondari rispetto al distanziamento cui continua a fare riferimento lo stesso Comitato tecnico scientifico. La verità è che per il terzo anno consecutivo stiamo andando incontro a delle lezioni con le classi pollaio e non attuando quanto chiesto dal Cts: il distanziamento sociale all’interno degli spazi scolastici chiusi. È certo importante che tutti si vaccinino, però per la ripresa della didattica in presenza bisogna focalizzare l’attenzione pubblica non sull’obbligo vaccinale ma sull’obbligo dello Stato di fornire gli spazi adeguati”. Perché deve essere chiaro, ha detto ancora Pacifico, che “in una classe di 35 metri quadri, più di 15 alunni non possono stare”.
Il sindacato è convinto che quella sui vaccini è una battaglia importante, ma non decisiva. “Ora – dice il leader dell’Anief, Marcello Pacifico - se il distanziamento, assieme a una adeguata areazione dei locali, è la prima regola per la sicurezza, significa che occorre sdoppiare le classi dotando le scuole di un rapporto diverso tra alunni e insegnanti da collocare in aula. Rispetto alla teoria dell’obbligo vaccinale del personale e degli studenti noi siamo nettamente contrari. Lo Stato deve garantire il ritorno alla didattica in presenza, ma sdoppiando le classi. Se qualcuno dice che non ci sono i tempi, perché a prove si inizia allora significa che questo non si farà mai”.
Per Anief, inoltre, l’areazione dei locali scolastici e gli screening continui necessitano di una programmazione accurata e di finanziamenti ad hoc. Anche la campagna vaccinale è importante, ma senza arrivare a obbligare nessuno e a ledere il diritto alla privacy. Per quel che riguarda l’assegnazione dei microfoni ai docenti, da utilizzare mentre fanno lezione, potrebbe essere una forma di aiuto, a patto che si tratti di strumenti sostenuti da una adeguata tecnologia informatica a supporto, quindi con annessi computer e casse acustiche. A questo scopo è indispensabile un’assistenza adeguata, quindi con tecnici, del personale Ata, presenti in tutti gli istituti scolastici, nessuno escluso, a differenza di quanto avviene oggi. Proprio per definire al più presto questo ambito, il sindacato torna a chiedere al ministero dell’Istruzione di essere convocato al più presto, al fine di adeguare e migliorare il regolamento sulla sicurezza anti Covid sottoscritto nel 2020.
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