Lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief a Orizzonte Scuola, preannunciando gli effetti negativi sul prossimo anno scolastico dei “deboli” emendamenti approvati dalla commissione Bilancio della Camera: a settembre, ha detto il sindacalista autonomo, “avremo più di 50mila insegnanti non specializzati che continueranno a essere chiamati come supplenti”. Purtroppo, ha continuato il sindacalista autonomo, “è stata sconfessata la linea del governo che voleva gli insegnanti in cattedra il primo settembre. Questa è la prima grande sconfitta della soluzione presa. Avremo tra le altre cose confermata l’idea di accantonare i 64 mila posti banditi con i concorsi ordinari e straordinari e quindi di fatto su 113 mila posti più della metà non sono utilizzabili per le immissioni in ruolo. E di questi 150 mila posti soltanto una minima parte saranno assegnati alle graduatorie vigenti”. In cnclusione “il prossimo anno scolastico avremo più di 100 mila cattedre” vacanti “non assegnate e sarà il record”, a cui si aggiungerà “il record di cattedre andate deserte rispetto al record di insegnanti inseriti nelle graduatorie per le supplenze”.
C’è delusione tra i lavoratori della scuola: il dl 73/2021 che dopodomani approderà nell’Aula di Montecitorio per l’approvazione in vista della conversione in legge di fine mese non è quello che avevano chiesto. E nemmeno quello che voleva una parte sostanziosa dei parlamentari, che avevano prodotto tanti emendamenti di cui molti simili, con l’obiettivo comune di cancellare i vincoli del servizio triennale per essere assunti da prima fascia Gps e di aprire alle stabilizzazioni anche dalla seconda fascia. Lo ricorda oggi Marcello Pacifico, che non nasconde la delusione per come la politica ha male gestito anche questa “partita” sulla scuola.
“Noi volevamo l’assunzione dalla seconda fascia dopo la prima per scorrimento – dice il sindacalista a capo dell’Anief - e volevamo eliminare il vincolo di servizio, che è stato eliminato dal sostegno ed è rimasto sul curriculare: non è legittimo, non c’è nessuna differenza, abbiamo bisogno di tutti gli insegnanti”. E sulle assunzioni sul sostegno, “noi avevamo individuato una strada più semplice che era quella di andare a reclutare dagli elenchi aggiuntivi di sostegno, anche per quelli sprovvisti di specializzazione, con l’impegno a conseguire la specializzazione a spese dello Stato durante l’anno di prova. Le soluzioni poste in essere rinviano quanto doveva essere applicato da quest’anno. In maniera incoerente vanno a disciplinare i supplenti in maniera differente a seconda che siano iscritti in prima o seconda fascia, soprattutto rinviando il problema delle migliaia dei precari che saranno chiamati come supplenti dalla seconda fascia”.
Pacifico contesta anche la procedura concorsuale straordinaria per 11 mila posti comuni: “I numeri – sostiene - sono inventati perché questi posti dovrebbero essere sui posti residuali delle immissioni in ruolo di quest’anno, che saranno almeno 30 mila. Si tratta di una soluzione ancora una volta che va a storpiare alcune delle richieste che da tutto il mondo sindacale erano pervenute. Noi avevamo chiesto di reclutare subito i precari e ripristinare a regime il doppio canale di reclutamento e di fare in modo che chi non aveva l’abilitazione o la specializzazione la potesse conseguire a spese dello Stato durante l’anno di prova”.
L’amarezza del sindacalista è palpabile, anche perché solo poche settimane fa il Governo aveva dato ampi segnali di disponibilità. “Alla fine hanno scelto di non ripristinare il doppio canale di reclutamento, hanno deciso di far fare l’abilitazione a proprie spese, hanno deciso di non reclutare dalla seconda fascia delle graduatorie di istituto. Di fatto è una risposta confusa della politica a un problema che è evidente e a delle soluzioni che il sindacato aveva portato avanti nel Patto per la Scuola” firmato a Palazzo Chigi a fine maggio. In quell’accordo “era stato detto di trovare soluzioni immediate, da adottare quest’anno prima dell’inizio del nuovo anno scolastico” per rispondere ad un numero inaudito di posti vacanti e di precari che si sono accumulati negli anni per coprirli. Questa era la premessa. Le parole pesano come pietre. L’urgenza non c’è stata, il governo ha adottato una sua idea di assunzioni in ruolo, in questo caso da prima fascia col requisito dei tre anni di servizio. Ora – conclude Pacifico - nell’iter parlamentare ci si è resi conto che c’era una grande platea di esclusi”.
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