La certificazione “verde” contro il Covid19 potrebbe diventare indispensabile anche per varcare la soglia degli istituti scolastici, nonostante le classi pollaio. E il sindacato è pronto a una clamorosa class action per garantire la sicurezza di alunne e alunni. Già dal 5 agosto, invece, la certificazione verde sarà valida per accedere a bar e ristoranti al chiuso, piscine, palestre, cinema e teatri. E pure per fare i concorsi. Un’imposizione, quest’ultima, chiaramente incostituzionale.
“Il Governo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - chiede la certificazione verde a mezzo milione di candidati che un anno fa ha presentato domanda per partecipare al concorso ordinario di scuola primaria e secondaria, tralasciando che ci sono diverse soluzioni per garantire la salute di tutti. Lo Stato non può discriminare i cittadini nell’accesso al pubblico impiego, anzi, deve mettere tutti quanti nelle stesse condizioni per poter esercitare i diritti alla cittadinanza. Potrebbe ad esempio provare, in questo caso, a semplificare le procedure concorsuali, a svolgerle in maniera telematica o ancora a pensare a sessioni speciali. Noi siamo per le vaccinazioni, invitiamo a farlo, siamo stati tra i primi ad averle fatte; ma in questa fase sperimentale, e senza decisioni a monte che permettano il distanziamento sociale anche durante le lezioni in presenza, queste norme appaiono irragionevoli e quindi illegittime. Se vuoi garantire la didattica in presenza, devi sdoppiare le classi per garantire il distanziamento, principale misura per evitare un contagio che può essere trasmesso anche da un docente vaccinato, come nel caso delle classi con bambini sotto i 12 anni”.
Il sindacalista non si fida nemmeno dei numeri ufficiali: “Ci dicono che ci sono 221mila docenti e Ata non vaccinati? Bene, prima di tutto andiamo a controllare quei dati, perché non risulta che nella scuola ad oggi siano in servizio quasi un milione e mezzo di lavoratori. Probabilmente il computo totale si riferisce ad aprile e riguarda anche i precari temporanei, che il prossimo anno potrebbero non avere rinnovato il contratto. Quindi, si dovrebbero rivedere i numeri dei non vaccinati in base agli organici di settembre”, conclude Pacifico.
Prende il largo il nuovo green pass, tra tanti dubbi, speranze ma anche proteste. E all’orizzonte si prefigurano disposizioni ancora più pesanti, quali l’estensione dell’obbligo al personale scolastico e comunque appartenente alla pubblica amministrazione oltre che nel lavoro privato come richiesto espressamente da Confindustria. Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, dà alcune anticipazioni in merito all’orientamento del governo: “Al momento il personale scolastico indeciso è concentrato in alcune Regioni. Auspichiamo che entro il 20 agosto tutta la categoria risponda in maniera convinta all’invito a vaccinarsi”. In caso contrario, “opportuno valutare l’ipotesi dell’obbligo vaccinale”. E tra due settimane il green pass sarà necessario anche per fare i concorsi: la certificazione sarà valida anche per chi ha fatto una sola dose o si è sottoposto a tampone, che però durerà sole 48 ore. L’intenzione del Governo è chiara: vuole che la vaccinazione diventi una pratica indispensabile per un cittadino che ha un’occupazione o che cerca lavoro, contrariamente, però, a quanto avviene in Europa.
Il sindacato conferma i propri dubbi su questa imposizione che appare giuridicamente pure sospetta rispetto anche a una precisa risoluzione del parlamento europeo: lo stato di diritto deve essere garantito e non tradito da chi governa. La stessa Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha comunicato formalmente ai Paesi membri che occorre garantire che i cittadini siano informati sul fatto che la vaccinazione non è obbligatoria e che non è possibile politicamente, socialmente o in altro modo mettere sotto pressione i cittadini e i lavoratori per farsi vaccinare, se non desiderano farlo da soli.
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