“Sarà esaminato dalla Corte di Giustizia Europea il tema della card annuale dei docenti da 500 euro da assegnare al personale precario": ad annunciarlo è Marcello Pacifico, presidente dell’Anief. Durante una video-intervista all’agenzia Teleborsa, il sindacalista ha ricordato che da anni il sindacato, prima con la sentenza Mascolo poi con quelle Rossato e Motter, fa appello alla Corte Europea basandosi sul principio di tutelare tutti i precari della scuola italiana. Stavolta, in attesa della sentenza della Corte di Giustizia europea, l’organizzazione sindacale invita quindi i docenti precari a produrre domanda per ottenere il bonus da 500 euro previsto dal 2016 per il personale di ruolo. Potenzialmente, il ricorso potrebbe riguardare fino a 250mila precari, chiamati ogni anno a portare avanti la scuola: se, come si sta verificando in sede giudiziaria, hanno diritto a questo prezioso strumento che consente di svolgere attività formative, lo Stato sarebbe costretto ad assegnare le somme sottratte.
“Grazie alla pronuncia del Tribunale di Vercelli - ha spiegato Pacifico - per l'ennesima volta torneremo dinanzi al Tribunale di Lussemburgo per discutere di una norma italiana, la Legge 107/15, che prevede questo bonus solo per il personale di ruolo. E' importante quindi inviare subito una diffida per interrompere i termini di prescrizione, essendo il bonus stato previsto a partire dall'anno scolastico 2016-17", afferma il leader del sindacato, aggiungendo: "sono soldi che si perdono: 500 euro ogni anno per cinque anni per un cifra di 2.500 euro".
"Il problema vero – continua il presidente Anief - è rivendicare i diritti dei precari, anche se siamo in estate, anche se siamo tutti in vacanza. Non bisogna ricorrere. Basta inviare una lettera di interruzione. Se la Corte Europea ci darà ragione, finalmente riusciremo a dare 2.500 euro a ogni precario che in questi ultimi anni è stato sfruttato dallo Stato, senza neanche avere gli strumenti per poter fare la Dad ed utilizzare la card per l'acquisto degli strumenti informatici". Alla luce di questo, conclude Pacifico, “è quindi importante interrompere i termini di prescrizione perché è un diritto che deve essere rivendicato da tutti i precari della scuola”.
Il sindacato ricorda che la discriminazione è diventata assurdità con l’esplosione della pandemia da Covid19: i 250mila docenti precari privati della carta di aggiornamento si sono trovati a connettersi e a formarsi a proprie spese, dalle proprie abitazioni. Senza alcun supporto da parte dello Stato. Anief ha sostenuto – già all’indomani lo dall’approvazione della norma sulla formazione obbligatoria prevista dalla riforma Buona Scuola voluta dal Pd allora guidato da Matteo Renzi, che il bonus annuale andava assegnato anche ai supplenti, almeno a quelli annuali: per questo motivo, ha messo a loro disposizione un modello di diffida per poter interrompere i termini di prescrizione e richiedere l'erogazione di questo assegno comprensivo degli arretrati dal 2016.
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