Si è svolto oggi un incontro tra i dirigenti del Ministero dell’Istruzione e le organizzazioni sindacali rappresentative per confrontarsi sul tema del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del triennio 2019/2021, in particolare sull’Atto indirizzo da presentare all’Aran. Al tavolo c’era anche Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, che si è soffermato sui motivi di attuare il prima possibile un adeguamento stipendiale non inferiore agli altri dipendenti pubblici: “Cosa può rendere questo rinnovo contrattuale migliorativo per i lavoratori del comparto scuola? Un’adeguata indennità di vacanza contrattuale – ha detto il leader dell’Anief -, un incremento tale da poter recuperare il forte gap rispetto agli stipendi dei colleghi dell’UE”.
Su questo punto, il presidente del giovane sindacato ha espresso una posizione netta: “A seguito dell’esplosione della crisi pandemica da Covid-19, riteniamo indispensabile che le retribuzioni del personale scolastico vengano allineate ai parametri europei. I salari, inoltre, devono essere adeguati al tasso d’inflazione certificata negli ultimi dodici anni, così da colmare un gap di sette punti percentuali e non erodere il potere di acquisto delle famiglie da lavoro dipendente, spesso anche monoreddito”.
LA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE ANIEF, MARCELLO PACIFICO
“Poiché l'elemento perequativo è aggiuntivo e strutturale rispetto all'aumento contrattuale, significa che col rinnovo del Ccnl si dovranno avere 150 euro lordi medi di aumenti, pari a 100 euro netti a lavoratore", ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, che non comprende i motivi del trattamento peggiorativo che verrebbe riservato a docenti e Ata della scuola con aumenti annunciati ben al di sotto di tale livello. Poi il sindacalista ha aggiunto: "Se è vero che il passaggio del recupero dal 3,48% del precedente rinnovo all'attuale 4,07% è positivo, tuttavia siamo ancora lontani dal recuperare i 14 punti di inflazione persi. Di certo, non condividiamo la teoria di chi ipotizza 20 euro medi in meno da assegnare ai lavoratori della scuola. Riteniamo, invece, che l'aumento debba essere almeno uguale a quello degli altri statali. Ricordiamo che i compensi annui di chi lavora nelle nostre scuole sono mediamente 10 mila euro annui più bassi rispetto a quelli della media Ue, per questo motivo sarebbe auspicabile da parte del governo trovare le risorse necessarie per colmare questo gap".
LA POSIZIONE DEL SINDACATO
Anief ha presentato al tavolo la sua piattaforma sindacale, contenente diverse proposte costruttive. Tra queste, c’è anche l’introduzione di un’indennità di rischio biologico, sinora riconosciuta solo ai lavoratori di altri comparti. Vista l’elevata percentuale di docenti e personale Ata over 60, potenzialmente fragili, non vi è alcun dubbio che la pandemia da Covid-19 comporti un rischio biologico effettivo per tutti i lavoratori della scuola. Inoltre, il rischio di infezione pandemica e il burnout rendono necessaria una revisione dei parametri di pensionamento. In attesa delle riforme strutturali sui pensionamenti, dovrà quindi essere riconosciuta un’indennità da stress da lavoro. Ove ciò non accadesse, allora bisognerà prevedere l’introduzione di un nuovo scatto stipendiale che interessi la fascia 35-43.
“Risulta ormai sempre più necessario – ha concluso Marcello Pacifico – novellare ed integrare nuovi istituti del Contratto Collettivo Nazionale, privilegiando la fonte contrattuale quale luogo naturale per la disciplina del rapporto di lavoro, dei diritti e delle garanzie dei lavoratori dando più spazio alla contrattazione decentrata e incrementando le prerogative sindacali, e soprattutto eliminando le inaccettabili discriminazioni tra personale di ruolo e precario in termini di ferie, permessi, malattia e retribuzioni. Intanto, anche per questo motivo in questi giorni abbiamo deciso di scioperare nel primo giorno delle lezioni, mandando così un segnale al Governo”.
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