Continua l’opera di costrizione del possesso del Green Pass per i lavoratori. Il nuovo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 settembre, incentrato proprio sul certificato verde, non solo estende l’obbligo a tutti dipendenti pubblici e al settore privato, ma introduce anche multe più pesanti di quelle comminate sinora per coloro che sono sprovvisti: da metà ottobre, per coloro che sono colti senza la certificazione sul luogo di lavoro – si legge nella nota diffusa dal Governo – è prevista la sanzione pecuniaria da 600 a 1.500 euro e restano ferme le conseguenze disciplinari. Mentre, per i datori di lavoro che non abbiano verificato il rispetto delle regole e che non abbiano predisposto le modalità di verifica è invece prevista una sanzione da 400 a 1.000 euro. Molto probabile l’inclusione nelle maxi-multe anche per i lavoratori della scuola.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “si sta calcando la mano su dei lavoratori che hanno risposto in modo massiccio alla vaccinazione. Ormai nella scuola siamo arrivati a soli 90mila non immunizzati, con oltre il 94% di personale vaccinato. Considerando che nella percentuale di coloro che non hanno fatto il vaccino, vi sono molti docenti e Ata che non possono farlo per motivi di salute e sono quindi dispensati, quale motivo c’era di arrivare a forzare la mano, tra l’altro su un ambito su cui permangono vizi di legittimità?”.
“La verità – continua il sindacalista autonomo - è che chi governa la scuola e l’istruzione in Italia sta insistendo su un solo aspetto, mentre continua a tralasciare quello centrale ai fini della salvaguardia della salute e della prevenzione rispetto al virus: il mantenimento del distanziamento, quindi l’esigenza di evitare assembramenti in luoghi chiusi. Essendo questa la condizione più rilevante, ma clamorosamente trascurata, considerando che anche il distanziamento sociale di un metro in classe non è più obbligatorio, non ci dobbiamo meravigliare se già in oltre cento classi sparse per la Penisola si sono venuti a creare dei focolai. Ma invece di affrontare questo problema sdoppiando le classi e aumentando gli spazi – conclude Pacifico -, ci accaniamo sul personale multandolo con importi superiori ad uno stipendio”.
L’obbligo del Green Pass diventa un dogma per tutto il mondo del lavoro. Così ha deciso il Governo, approvando un decreto che prevede che il personale che ha l’obbligo del Green Pass, se comunica di non averlo o ne risulti privo al momento dell’accesso al luogo di lavoro, è considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della Certificazione Verde; dopo cinque giorni di assenza, il rapporto di lavoro è sospeso e la retribuzione non è dovuta dal primo giorno di sospensione. Non ci sono conseguenze disciplinari e si mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. L’aumento dovrebbe riguardare anche i lavoratori della scuola per i quali l’obbligo di esibizione del green pass vige dal 1° settembre, in quanto dipendenti PA: “al momento per docenti e Ata sprovvisti di certificazione verde le multe vanno dai 400 ai 1000 euro”, ricorda Orizzonte Scuola.
Il sindacato Anief ricorda che il vaccino anti Covid19 non scherma dai contagi. Inoltre mascherina e vaccinazione di un quinto delle persone che staziona a scuola per ore, tra alunni, insegnanti e personale, non possono fornire certezze. Ancora meno il Green Pass, contro il quale il nostro sindacato ha presentato ricorso, che è anche illegittimo e discriminante. E non ci sorprende che tanti lavoratori della scuola abbiano partecipato allo sciopero Anief nel primo giorno di scuola, arrivando a lasciare chiusi diversi istituti. Pensare di calcare la mano con multe salate a chi è sprovvisto di Green Pass è un errore, perché non porterà risultati se non discriminando ulteriormente il personale.
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