Dalla Legge di Bilancio sembrano arrivare “sconti” per i lavoratori, come l’approvazione di “Quota 102”, con l’accesso alla pensione per chi ha 64 anni di età e 38 di contributi, ma anche l’Ape Sociale “allargata” e il salvataggio di “Opzione Donna”: in realtà sono dei provvedimenti che riguardano una ristretta cerchia di lavoratori e approvati pure per un solo anno. Secondo Anief non è questa la strada giusta per andare incontro alle esigenze dei nostri dipendenti pubblici, in particolare quelli della scuola, colpiti in alto numero da burnout e di patologie invalidanti per effetto dello stress da lavoro prolungato. Sono soluzione limitate e ancora una volta penalizzanti, lontanissime dalla richiesta dell’Anief: far valere per il personale scolastico le stesse regole che portano alla pensione i dipendenti delle forze armate, così da far lasciare il servizio a tutti a 62 anni e senza tagli all’assegno di quiescenza.
“Pensare di ‘parare’ il dopo ‘Quota 100’, arrivata al capolinea, introducendo dei pensionamenti anticipati per ‘salvare’ dalla riforma Fornero solo i nati nel 1958 – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – per noi costituisce una manovra tutta tesa a salvare la faccia, senza pensare a risolvere i problemi. Paradossalmente, possiamo dire con cognizione di causa che si tratta di provvedimenti addirittura discriminanti. Perché cosa diciamo ai nati nel 1959 che hanno pure 40 anni di contributi versati? Cosa diciamo a docenti e Ata sfiniti, anche loro dopo decenni di onesto lavoro nella scuola, che non si ritrovano inclusi nella lista dei lavori gravosi, dopo che in un primo momento erano almeno stati inseriti i maestri della scuola primaria e i collaboratori scolastici? Cosa diciamo alle donne che lasciano il lavoro con ‘Opzione Donna’ e si ritrovano con 500-600 euro in meno di pensione al mese, quindi quasi con l’assegno sociale”.
“È evidente che non erano questi i patti sottoscritti dal sindacato con il Governo Draghi: con quello della Scuola di maggio si erano presi ben altri accordi. Cosa è accaduto nel frattempo? Perché – conclude il sindacalista autonomo e rappresentativo - gli insegnanti e il personale amministrativo e ausiliario della scuola devono sempre essere i primi a pagare quando si tratta di far quadrare i conti a fine anno?”.
PER APPROFONDIMENTI:
Classi troppo affollate, già sopra 15 alunni ci sono rischi per sicurezza e salute
GREEN PASS – A scuola saranno validi anche i tamponi salivari, il Parlamento dà ragione ad Anief
I dati Ocse dicono che l’età media dei docenti italiana è sempre più alta, Anief: serve Quota 96
PENSIONI – Lavori gravosi, via pure le insegnanti delle materne?