Per il giovane sindacato il danno prodotto contro i supplenti storici è evidente. E ha un costo, che ora viene quantificato: bastano pochi clic. Perché non vengono immessi in ruolo e lasciati in uno stato professionale che li danneggia. Come i supplenti al 31 agosto, ai quali sono negate le ferie non godute e gli scatti di anzianità; quelli con contratti fino al 30 giugno per il mancato pagamento delle mensilità estive e i precari che stipulano contratti di breve durata o su organico Covid senza nemmeno la retribuzione professionale docenti. Per far valere questi diritti, negati da un’amministrazione sorda, occorre rivolgersi al tribunale: al giudice si chiede anche lo specifico risarcimento per chi ha svolto più di tre anni di servizio. Come pure il riconoscimento totale della ricostruzione di carriera, da realizzare dopo l’immissione in ruolo e l’anno di prova, visto che si riconoscono per intero solo i primi quattro anni di precariato. E che dire dei neo-assunti il cui stipendio rimane fermo fino al nono anno di servizio?
Per capire quanti soldi recuperare, Anief propone un Calcolatore ad hoc, proprio per andare a scoprire qual è il credito che spetterebbe per gli anni svolti durante il precariato ma pagati solo in parte: può essere utilizzato sia da chi è ancora supplente che da chi è entrato di ruolo.
I precari hanno una posizione lavorativa poco stabile ma sono “una risorsa importante perché garantisce allo Stato in più di 150mila unità di personale”, ha ricordato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso di un’intervista rilasciata a Verona Economia, in occasione del 30esimo anniversario del Salone dell'Orientamento Job&Orienta. I supplenti, ha detto il sindacalista, “sono penalizzati perché continuano ad avere uno stipendio iniziale nonostante, magari, anni e anni di precariato, non riescono ad avere lo stesso trattamento del personale di ruolo”. E “sono penalizzati anche nel salario accessorio. Addirittura devono pagarsi i corsi di formazione”. Eppure, ha aggiunto Pacifico, “svolgono un importante servizio, sono una risorsa preziosa per lo Stato”.
Marcello Pacifico, leader dell’Anief, sostiene che “è facilissimo consultare il calcolatore. Servono pochissimi minuti: basta mettere alcune informazioni generali e si scopre poi alla fine quanto il lavoratore può reclamare, rispetto all’abuso dei contratti a termine svolti e alle norme europee. Stiamo parlando – continua Pacifico - di quote che vanno da mille fino a 30-40mila euro. Naturalmente, è sempre possibile rivolgersi all’Anief per conteggiare esattamente, prima di ricorrere in tribunale, e verificare come ottenere questi soldi che fanno parte della retribuzione di ogni lavoratore della scuola”.
Anche la Corte di Cassazione, con più pronunce, ha certificato il diritto di chi è stato precario, o è ancora precario, a vedersi riconoscere ad esempio gli scatti di anzianità analogamente al personale di ruolo. Ai supplenti di lungo corso è stato anche riconosciuto un risarcimento per l'abuso dei contratti a termine, con il pagamento delle mensilità estive, qualora il posto ricoperto sia vacante e disponibile. E anche, nella ricostruzione di carriera, il riconoscimento per intero di tutto il servizio prestato prima di essere assunti a tempo indeterminato.
I diritti sono negati al personale docente, ma anche ad amministrativi, tecnici, collaboratori scolastici, educatori e altre professionalità. Mentre per i supplenti brevi manca all’appello il salario accessorio: viene corrisposta a chi ha un contratto con scadenza 30 giugno o 31 agosto, ma non viene però assegnata ai supplenti incaricati per pochi giorni. Tra i danneggiati che possono essere interessati al Calcolatore Anief, vi è anche chi è stato immesso in ruolo a partire dal 2011 e che si è visto negato il primo gradone stipendiale dopo due anni di servizio.
Per questi motivi, per recuperare le somme mai pagate, Anief ha introdotto il Calcolatore: misura il potenziale credito vantato dal personale scolastico, docente, educativo, Ata, precario o di ruolo, per il servizio svolto a tempo determinato. I rimborsi e i risarcimenti possono superare anche i 30 mila euro secondo la giurisprudenza della Cassazione: in due minuti fa una stima di quanti soldi lo Stato ha negato e che ora si possono recuperare. È possibile chiedere maggiori informazioni al sindacato. E verificare con immediatezza il potenziale credito per aumentare la busta paga al seguente link.
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