Viene finalmente configurato il danno economico prodotto dallo Stato contro i supplenti della scuola, lasciati per anni e anni a fare supplenze e senza assegnare loro i compensi adeguati: a dare consistenza alle cifre da restituire ad ogni lavoratore, docente e Ata, è il sindacato Anief, che ha oggi realizzato, attraverso un partecipato webinar, la “Presentazione del calcolatore Anief per il recupero delle differenze retributive”.
Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato, ha aperto i lavori, ricordando che quanto è prezioso lo strumento messo a disposizione: “Vogliamo offrire gratuitamente ad oggi insegnante, amministrativo e collaboratore scolastico – ha detto Pacifico – l’opportunità di inquadrare la propria situazione, così da quantificare esattamente qual è il credito che gli spetterebbe per gli anni svolti durante il precariato, ma pagati solo in parte, oltre che per la ricostruzione di carriera incompleta e tante altre indennità, come il salario accessorio, illegittimamente non assegnate. I doveri, come la formazione, i precari li devono invece espletare tutti. Per noi c’è qualcosa che non torna”.
Durante la diretta gli avvocati Anief Walter Miceli e Fabio Ganci hanno ribadito come l’operato del sindacato sia “volto a eguagliare il trattamento tra docenti precari e di ruolo. Invitiamo tutti a far valere i propri diritti”.
Durante il webinar sono intervenuti anche gli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, che si sono soffermati sui diversi casi di risarcimento possibili, che in alcune situazioni può produrre ad ogni dipendente, anche di ruolo, decine di migliaia di euro: con pochi clic, i supplenti assunti al 31 agosto, possono scoprire che gli stato negato ad esempio negato il pagamento delle ferie non godute e degli scatti di anzianità; ai precari con contratto fino al 30 giugno, come tutte le supplenze in deroga su sostegno, viene invece negato il pagamento delle mensilità estive; per tutti i supplenti cosiddetti “brevi” o su organico Covid non c’è in busta paga la retribuzione professionale docenti.
Per far valere questi diritti, negati da un’amministrazione sorda, è stato ricordato, occorre rivolgersi al giudice. Al quale si chiede anche lo specifico risarcimento per chi ha svolto più di tre anni di servizio. Come pure il riconoscimento totale della ricostruzione di carriera, da realizzare dopo l’immissione in ruolo e l’anno di prova, visto che si riconoscono per intero solo i primi quattro anni di precariato. E che dire dei neo-assunti il cui stipendio rimane fermo fino al nono anno di servizio? È possibile chiedere maggiori informazioni direttamente ad Anief. Ma anche verificare con immediatezza il potenziale credito per aumentare la busta paga: basta cliccare al seguente link.
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