I mancati investimenti e il rinnovo del contratto della scuola che tarda ad arrivare sono tra i temi centrali che hanno portato oggi in piazza i lavoratori della scuola, assieme a tanti studenti, per dire no alla Legge di Bilancio in via di approvazione. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “alla scuola manca un miliardo per adottare gli aumenti già previsti per gli altri comparti”. Intervistato da Orizzonte Scuola Live, il sindacalista, dopo avere sfilato per le vie della capitale e manifestato davanti al ministero dell’Istruzione, ha detto che “giungono voci che per la scuola potrebbero arrivare 200 milioni di euro: in questo caso si tratterebbe di 12 euro lordi a lavoratore. Non scherziamo – ha avvertito il sindacalista - perché la scuola merita rispetto, questo è lo slogan di oggi dell’Anief, e non si possono continuare a lasciare gli stipendi 13 punti sotto l’inflazione”.
Sono innumerevoli le questioni alla base dello sciopero odierno e della protesta in piazza a Roma: dal mancato distanziamento in aula alla negazione dello sdoppiamento delle classi e dell’aerazione delle aule; dall’opposizione alle assunzioni dei precari al problema degli organici, del taglio delle sedi e del blocco della mobilità e di carriera del personale. I punti sono stati toccati dal presidente Anief, che si è soffermato sul rinnovo del contratto che tarda a realizzarsi. Secondo il leader dell’Anief, “per cominciare ad allineare gli stipendi dei docenti e del personale Ata, rispettando i Patti sottoscritto dal Governo con i sindacati, l’ultimo lo scorso mese di maggio, complessivamente “ci aspettiamo 4 miliardi di risorse. Inoltre, vanno introdotte tre indennità, come quella di rischio biologico, oltre a quella di sede, per coloro che lavorano lontani della residenza, e anche l’indennità di incarico”.
“Vogliamo tornare in classe in sicurezza, ma per farlo - ha continuato Pacifico - abbiamo bisogno che oltre agli accordi il Governo ora si impegni mettendo le risorse per mettere la scuola al centro del Paese. Non ci sono soldi per gli aumenti di stipendi, neanche per la stabilizzazione dei precari. E nemmeno per la mobilità. Dopo cinque anni, la scuola ha di nuovo fatto quadrato e si è ritrovata in piazza, con i sindacati, a dire no alle politiche del Governo. Tra l’altro, in piena pandemia. E nei momenti più difficili, la Corte della Louisiana ci ha detto, reputando illegittimo l’obbligo vaccinale, che dobbiamo rispettare i diritti di tutti. Noi oggi eravamo in piazza e con Anief e gli altri sindacati c’erano tanti docenti, Ata e studenti. Speriamo – ha concluso il presidente Anief - che il Governo se ne ricordi ora concretamente nella Legge di Bilancio”.
PER APPROFONDIMENTI:
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