“Le nostre scuole – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a proposito dell’ipotesi di maxiemendamento senza approvare alcuna modifica parlamentare – hanno bisogno estremo di ulteriori finanziamenti, a cominciare da quasi 200 milioni per salvare i 14mila Ata Covid che in piena emergenza pandemica altrimenti tra dieci giorni verrebbero licenziati. Come occorre cancellare i vincoli alla mobilità del personale e allargare a tutte le classi della primaria l’educazione fisica affidata per due ore a settimana a docenti specializzati. Sono, tra l’altro, provvedimenti su cui tutta la maggioranza si è detta d’accordo. Poi, sempre per la Scuola, ci sono molti altri nodi da sciogliere: le classi pollaio, gli organici all’osso, le scuole tagliate e da ripristinare, il tempo scuola di aumentare. Sullo sfondo, infine, c’è il rinnovo del contratto che non può essere liquidato con 4 miseri euro a dipendente, che poi non andranno nemmeno a tutti. Anche noi vogliamo la Scuola al centro degli interessi del Paese, ma per davvero: non solo a parole”, conclude il presidente Anief.
Con il passare delle ore diventa sempre più concreta l’ipotesi di un maxiemendamento del Governo senza tenere conto delle proposte del Parlamento: una soluzione che, scrive la stampa specializzata, “potrebbe annullare le possibili novità per la scuola provenienti dalle forze politiche”. Infatti, “la seduta convocata per oggi pomeriggio dalla Commissione Bilancio” del Senato “per votare il pacchetto di emendamenti alla manovra, è stata sconvocata”. E “a meno di nuove disposizioni dell’ultimo minuto, il calendario della commissione Bilancio di palazzo Madama segna una nuova seduta per martedì 21 dicembre (ore 9.00) e posticipa la prima di domani mattina dalle 9.00 alle 11.30 (a cui seguiranno quelle delle 16.00 e delle 20.30)”. Questo significa che l’approvazione definitiva della manovra in Aula a Palazzo Madama slitterà a giovedì 23 dicembre”. Poi il testo passerà alla Camera, che non potrà fare altro che convertire definitivamente in legge il testo senza avere alcuna possibilità di modifica.
Ma se i tempi dovessero allungarsi ulteriormente, sostiene La Stampa, il Governo potrebbe decidere di portare il maxi-emendamento in aula senza il mandato del relatore in commissione: una ipotesi “che le forze politiche vorrebbero scongiurare, dopo giorni intensi a produrre e trovare intese sulle proposte emendative. Se dovesse verificarsi tale scenario andrebbero perdute alcune misure per la scuola che hanno visto l’intesa fra le forze politiche”.
Fra queste, figura “la proroga della procedura di assunzione in ruolo dagli elenchi di prima fascia delle Gps degli insegnanti di sostegno, con decine di migliaia di posti che andrebbero così coperti con stabilizzazione. Altra questione condivisa dalle forze politiche in commissione nei giorni scorsi sarebbe quella relativa allo scorrimento delle graduatorie del concorso docenti Stem, che potrebbe portare gli idonei verso l’assunzione in ruolo. Inoltre, spiega Orizzonte Scuola,” si profila un’intesa anche per la riduzione del vincolo di mobilità per i Dsga, che attualmente è fermo a 5 anni. Se dovesse passare la proposta accordata da tutti i partiti politici, si scenderebbe a tre anni di blocco, sulla falsariga di quanto accaduto per il vincolo dei docenti, che con il Sostegni bis è stato accorciato da 5 a 3 anni”. Ma “a proposito di docenti vincolati, sembra esserci ancora una speranza per avere in legge di bilancio il superamento di tale blocco triennale”.
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