Continuano a giungere segnali negativi per il rinnovo contrattuale della scuola. Un paio di giorni fa, Palazzo Chigi ha comunicato le intenzioni di approvare la Legge di bilancio per aiutare quasi esclusivamente gli italiani su caro energia e inflazione, dimenticando che il pubblico impiego attende il suo contratto da quattro anni. Oggi il presidente dell’Aran Antonio Naddeo è tornato a parlare del contratto scuola, l’unico rimasto ancora senza la firma. “Le trattative proseguono – ha detto Naddeo - ma il nodo principale rimane quello delle risorse per il comparto scuola. Comunque il confronto con i sindacati è molto complicato”, perché “occorre rivedere gli ordinamenti professionali del personale Ata della scuola, degli enti di ricerca, delle Università e delle Afam, e le posizioni sono molto diverse. In pratica è come se si dovesse trovare un accordo su quattro settori diversi”. Poi, ha proseguito il presidente Aran, c’è il triennio 2022-2024, “ma questo per ora è un campo tutto da verificare. Per ora sono stanziate solo le risorse per il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale”. Oggi la stampa specializzata ha scritto che “saranno due i provvedimenti in materia finanziaria da parte dell’esecutivo. Il primo, da 9,5 miliardi, sarà il Decreto Aiuti Quater da varare a metà della prossima settimana. Il secondo, invece, sarà la Manovra 2023 da quasi 23 miliardi”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “il Governo deve in un modo o nell’altro fare fede agli impegni presi con il mondo della scuola e suoi lavoratori. Si chiuda subito, certamente, il contratto 2019/21, spostando i 300 milioni circa del Mof sul rinnovo e poi si proceda all’approvazione di importanti risorse per il successivo che parte dal 2022. Non vi sono altre soluzioni. A costo di rivedere i profili professionali nel Ccnl 2022/24. Noi, dal canto nostro, domani invieremo i nostri dossier sulle emergenze da affrontare: uno al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e un altro, come Cisal, alla ministra Marina Elvira Calderone, proprio per fare in modo che nella legge di bilancio vi siano quelle risorse utili ad evitare che i nostri docenti e Ata continuino a vestire la maglia nera nell’UE in fatto di stipendi. Lo avevamo annunciato durante gli incontri. Certamente, se le cose non andranno in questo modo – conclude Pacifico – il nostro sindacato non rimarrà di certo a guardare”.
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