Anche l’Inps reputa necessario introdurre il salario minimo legale in Italia: è necessario, ha detto il suo presidente Pasquale Tridico, perché tanti giovani altrimenti sarebbero destinati a ricevere delle pensioni povere anche a seguito dell’introduzione del sistema contributivo. Tridico, che è pure docente di Economia a Roma Tre, ha spiegato che “fissare una soglia sotto la quale le retribuzioni non possono scendere aiuta a far crescere l’importo delle pensioni future dei giovani, oltre ad aiutare l’economia e combattere le disuguaglianze oggi. Il presidente dell’Inps ha anche detto di essere favorevole all’ipotesi, nel frattempo “diventata un priorità nell’agenda politica”, di “tagliare il cuneo fiscale purché non sia alternativa al salario minimo e abbia una funzione anti-inflazione per bloccare sul nascere una possibile spirale prezzi-salari”.
La direttiva Ue in arrivo sul salario minimo, anche se solo tra 2-3 anni, può “tradursi per molti lavoratori in un incremento dei salari”, anche “attraverso il rafforzamento della contrattazione”, ha specificato Tridico. Ma servirebbe anche, ha osservato, introdurre “un fattore legislativo coerente con l’articolo 36 della Costituzione che parla di retribuzione dignitosa e proporzionale al lavoro svolto”, con il salario minimo non potrà “essere inferiore a nove euro lordi all’ora, una cifra che deriva esattamente dalla direttiva europea del 2020, quella sui cui si è raggiunto l’accordo nei giorni scorsi”. L’economista ha anche tenuto a ricordare che “negli ultimi trent’anni la produttività è aumentata di oltre 10 punti percentuali, non è tanto ma i salari sono diminuiti del 2,9 per cento. Quindi non è vero che c’è stata una parallela crescita, anche se modesta, di produttività e salari. Siamo l’unico Paese in Europa in cui questo è accaduto”. Tridico ha infine rilanciato la sua proposta, per chi fruisce del sistema misto, di “andare in pensione con 63/64 anni prendendo fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia, cioè 67 anni, solo il rateo della pensione calcolata con il contributivo”.
Le parole del presidente Inps rafforzano le proposte del sindacato Anief, a partire dall’esigenza di introdurre i pensionamenti, soprattutto in alcuni comparti, come quello dell’Istruzione, dove il burnout è alto e bisogna dare la possibilità di uscire dal lavoro attorno ai 60 anni senza penalizzazioni. Inoltre, "l'aumento dell'inflazione fino al 7% ci convince sempre più della necessità di firmare un contratto ponte, per dare una risposta immediata agli stipendi che si impoveriscono", ha detto oggi Marcello Pacifico, presidente del sindacato autonomo rappresentativo.
Durante un’intervista rilasciata all’agenzia Teleborsa, il leader dell’Anief ha detto che "è necessario dare subito quel 3,84% di aumento già finanziato con l'ultima Legge di Bilancio, ma con la promessa e l'impegno del Governo che nella prossima legge di bilancio ad ottobre, e già a partire da quest'estate con la Nota di aggiornamento al Def, di stanziare quelle risorse aggiuntive necessarie ad allineare gli stipendi all'inflazione. Il salario minimo da dare ai lavoratori è proprio l'allineamento del salario al costo della vita, perché si parla tanto di Europa, di direttive comunitarie e della necessità di regolare il rapporto di lavoro, dimenticandosi del pubblico impiego. Dove gli stipendi sono anni luce lontani dall'inflazione e ancora di più quelli della scuola", ha concluso Pacifico.
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