Considerato il caos relativo al nostro sistema di previdenza e fiscale, e per fornire all’utenza notizie aggiornate e chiare in ordine agli strumenti che potrebbero essere d’ausilio per avere un “anticipo” sulla normale maturazione dei requisiti pensionistici, parliamo oggi del riscatto del servizio civile nazionale. È possibile riscattare il periodo in cui si è svolto il Servizio Civile Nazionale ai fini sia del raggiungimento del diritto alla pensione sia dell’incremento dell’assegno pensionistico. La normativa, però, nel corso del tempo, ha subìto delle modifiche per quanto riguarda i criteri di computo del riscatto.
Ne ha parlato la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, nel corso di un incontro con le rappresentanze sindacali dei dirigenti scolastici. Peccato che la conclusione della fase selettiva sia prevista solo per il prossimo autunno e dopo partirà la fase di formazione che richiederà non meno di sei mesi per concludere il tutto solo a primavera del 2019. Amara la conclusione del sindacato: Invece di accelerare i tempi di selezione e formazione dei nuovi presidi, al Miur continuano a perdere tempo dietro ad iniziative sostanzialmente inutili.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): L’unica novità importante rispetto al concorso di sei anni fa è che per il raggiungimento dei cinque anni minimi di servizio varrà anche quello svolto come supplente: la modifica, tra l’altro, era inevitabile viste le tante sentenze che hanno condannato il Miur su tale questione. Solo che lo stesso Ministero ha dimenticato, o fatto finta di dimenticare, che ci sono altrettante sentenze che hanno permesso a dei docenti precari, sempre con un quinquennio di supplenze alle spalle, di partecipare alle prove e di essere pure diventati presidi a tutti gli effetti, con tanto di Consiglio di Stato favorevole.
I tribunali del lavoro stanno dando piena ragione alle tesi patrocinate dall'Anief e applicano il previgente gradone stipendiale 3-8 anni anche ai docenti immessi in ruolo dopo il 2011 con almeno un anno di servizio a termine precedente al 2011. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Necessario adeguare la contrattazione interna alle direttive comunitarie”.
Arrivano altre due sentenze dal Tribunale del Lavoro di Vicenza che accolgono le tesi del nostro sindacato sul diritto dei docenti immessi in ruolo dopo il 2011, ma con almeno un anno di precariato svolto negli anni precedenti, all'applicazione della “clausola di salvaguardia” che riconosce il mantenimento del gradone stipendiale “3-8 anni”. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “La contrattazione economica del 2011 discrimina palesemente i precari e tutti gli immessi in ruolo con anni di servizio a tempo determinato alle spalle. Il CCNL va adeguato alle normative eurounitarie e una volta raggiunta la rappresentatività ci faremo portavoce in contrattazione dei diritti di tutti i lavoratori della scuola che ancora risultano violati”.
L’Esecutivo si è impegnato nell’immediata esenzione dall’innalzamento della speranza di vita rappresentata dall’anno 2019 per 15 categorie di occupazioni ritenute particolarmente gravose. Considerati i dubbi e le perplessità inerenti ai requisiti d’accesso e ai beneficiari coinvolti, è opportuno far chiarezza sulle differenze sostanziali delle categorie coinvolte.
Possibili novità sul fronte pensioni per i lavoratori impiegati nelle aziende; infatti, è stata citata l’isopensione per la prossima legge di bilancio 2018. Facciamo maggior chiarezza. Attualmente un lavoratore per andare in quiescenza con i requisiti della pensione di vecchiaia dovrà compiere 67 anni, dato l’adeguamento alle speranze di vita previsto per il 2019 (adeguamento che ricadrà ogni 4 anni) e aver maturato almeno 20 anni di contributi. A tal proposito è stata diffusa, non ufficialmente, la possibilità di anticipare di ben 7 anni l’uscita dal mondo del lavoro, con uno scivolo già previsto dalla riforma Fornero e conosciuto come isopensione o assegno di esodo che avrà validità per il triennio 2018-2020. Ricordiamo che nella predetta riforma l’anticipo dell’uscita era di 4 anni.