Sul rinnovo del contratto abbiamo fatto un passo avanti con l'accordo del 6 dicembre sugli anni 2018-2021, che ha prodotto il 4,2% di aumento stipendiale; ma adesso se ne fanno due indietro perché per il periodo successivo ci erano state promesse risorse, che non arrivano, per ulteriori aumenti e valorizzare anche il personale e manca anche quasi tutta l'indennità di vacanza contrattuale prevista dalla legge. A dirlo è stato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, intervistato dalla rivista Orizzonte Scuola.
Sta diventando importante la lista delle richieste Anief per cambiare il decreto Milleproroghe e migliorare la scuola pubblica italiana: dopodomani, lunedì 16 gennaio, alle ore 19.00 una delegazione di Anief, Udir e Cisal sarà ricevuta in audizione a Palazzo Madama, in prima e quinta Commissione, per discutere le modifiche al decreto legge n.198 del 29 dicembre 2022, il cosiddetto decreto Milleproroghe: i rappresentanti sindacali ricorderanno che vi sono dei precisi impegni approvati dallo stesso Senato, attraverso Ordini del giorno di poche settimane fa, che salverebbe la scuola dal declino cui è destinata qualora non si attuassero interventi immediati: gli emendamenti proposti dai sindacati vanno dalla proroga della mobilità straordinaria in deroga, ai vincoli imposti in modo illegittimo che minano la tutela del diritto alla famiglia e al lavoro, dalle assunzioni non più limitate a pochi candidati allo stop ad un nuovo dimensionamento scolastico, fino al ripristino dei Fun e della mobilità “aperta” per i dirigenti scolastici.
Dopo una fase iniziale di “conoscenza” tra le parti, da martedì prossimo entrerà nel cuore dei problemi il confronto tra ministero dell’Istruzione e sindacati rappresentativi: il 17 gennaio, alle ore 17,30, l’amministrazione centrale ha convocato i sindacati rappresentativi per un confronto con il Capo di Gabinetto. La convocazione arriva dopo la richiesta che l’Anief ha inviato all'inizio del nuovo anno, il 2 gennaio, al ministro Giuseppe Valditara. Il tema principale sui cui ci si soffermerà è quello del “reclutamento del personale”.
Come riporta Tren online, la BCE torna ad aumentare i tassi d'interesse sui mutui da febbraio. Ecco quali saranno le conseguenze La speranza di un allentamento dei mutui a partire di inizio 2023 sembra ormai vana. “La BCE fa sapere che per il mese di febbraio saranno previsti altri aumenti sui tassi di interesse, con inevitabili ripercussioni su finanziamenti, prestiti e mutui. Una mossa sempre indirizzata a ridurre quanto più possibile l'inflazione, ancora troppo alta per gli standard della BCE. Ma tutto ciò potrebbe diventare troppo oneroso per coloro che negli ultimi mesi hanno contratto un mutuo a tasso variabile”.
Il gap stipendi-inflazione è destinato a crescere: l’annuncio è arrivato in queste ore dall’ultimo bollettino della Banca centrale europea, secondo cui il 2023 non sarà l’anno della fine dell’inflazione esplosa nel 2022. La Bce, infatti, prevede un sicuro innalzamento del caro vita: “Se l’anno appena concluso ha fatto segnare un rialzo generalizzato dei prezzi come non si vedeva da metà anni ’80 (+8,4% il consuntivo a fine 2022 per l’area Euro), quello appena iniziato non andrà poi così lontano da questi livelli: +6,3% secondo le stime della Banca centrale europea, che ha rivisto al rialzo le precedenti previsioni”. Dobbiamo aspettarci un 2023 “di ulteriori rialzi dei tassi per cercare di frenare l’escalation. Prepariamoci quindi a ulteriori salassi per le nostre tasche, non solo per la spesa di tutti i giorni al supermercato, per le bollette e per i carburanti; ma anche per i finanziamenti più importanti di una famiglia, dal mutuo ai prestiti al consumo”.