La commissione Bilancio della Camera ha “licenziato” il testo del dl 73/2021 che dopodomani approderà nell’Aula di Montecitorio per l’approvazione in vista della conversione in legge di fine mese: per quel che riguarda la scuola, malgrado l’emergenza pandemica e il picco di cattedre scoperte, la maggioranza ha rinunciato ad avere tutti gli inseganti precari in ruolo il 1° settembre, nonostante le intenzioni espresse dallo stesso Governo che aveva concordato le richieste sindacali confluite nel Patto per la Scuola sottoscritto a maggio. A queste condizioni, solamente meno della metà dei posti che verranno autorizzati dal Mef verranno trasformati in reali immissioni in ruolo: saranno infatti assunti solo i precari in prima fascia Gps, con almeno tre annualità di servizio oppure su sostegno anche senza servizio, con il titolo che dovrà essere conseguito entro il 31 luglio. Sui posti residui di quest’anno sarà poi bandito un nuovo concorso straordinario con una prova disciplinare da sostenere entro il 31 dicembre prossimo e con un corso integrativo universitario, da svolgere durante l’anno di prova e a spese dai candidati. Infine, il 30 per cento dei posti dei nuovi concorsi verrà riservata ai precari con almeno tre annualità di servizio.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, non nasconde la sua amarezza: “Con i sindacati avevamo chiesto insieme una soluzione urgente per mettere in ruolo tutti i precari da quest’anno, ma non siamo stati ascoltati. Con le decisioni prese prima e ora in commissione Bilancio, a settembre il Governo riuscirà nell’impresa di toccare due record di cui vergognarsi: toccheremo il massimo numero di precari nella storia della scuola pubblica italiana e di immissioni in ruolo autorizzate non assegnate a causa della cattiva organizzazione di reclutamento e non certo per mancanza di candidati. Sarebbe bastato ripristinare il doppio canale di reclutamento, estendendo le assunzioni anche alla seconda fascia delle Gps, senza vincoli di servizio, con corsi abilitanti e di specializzazione a carico dello Stato. In questo modo, con il testo che sta arrivando in Aula, invece ancora una volta si creano discriminazioni tra i precari, si approvano norme irragionevoli e illegittime che porteranno a una nuova esplosione del contenzioso nelle aule dei tribunali”.