La delegazione del Coordinamento Nazionale Ata Anief - Cristina Dal Pino Presidente Regionale Anief Toscana e Teresa Vitiello Vice Presidente Friuli Venezia Giulia – ha partecipato, a seguito di invito da parte della Direzione Generale del Personale Scolastico, alla riunione in video conferenza in merito alle nomine in ruolo informatizzate del personale Ata
Oggi pomeriggio Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, è intervenuto su Orizzonte Scuola TV per discutere di immissioni in ruolo, 112mila autorizzate dal Mef. Presenti anche Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega, e Maddalena Gissi, segretario della Cisl Scuola.
Il leader dell’Anief ha affermato che dei 112 mila posti saranno autorizzati solo 45mila e di questi 45mila posti avremo soltanto 20mila immissioni in ruolo. È ridicolo, il Decreto legge così come è licenziato dalla Camera fa acqua da tutte le parti: abbiamo firmato un Patto per la scuola e adesso la montagna ha partorito il topolino. Il decreto sostegni bis doveva intervenire per far avere gli insegnanti in cattedra il 1° settembre e così non è, il Governo ha tradito il patto per la scuola. Ha rimandato al prossimo anno l’ennesimo concorso straordinario bocciato dall’Europa, così non si risolve il problema del precariato. Avevamo chiesto di reclutare anche da II fascia Gps”. Per quanto riguarda poi la questione della sicurezza, Pacifico ha aggiunto che bisogna mettere “10miliardi per la questione dimensionamento, rivedere il rapporto alunni per classi adesso, bisogna dedicarsi a questo prima di pensare ai vaccini obbligatori”.
Si è da poco concluso l’incontro al ministero sul tema relativo alle operazioni di avvio del nuovo anno scolastico 2021-22. Per l’ANIEF era presente il vicepresidente nazionale Gianmauro Nonnis. Sul tavolo punti estremamente importanti quali titoli di abilitazione, reclutamento e pareri del CTS in materia di prevenzione da SARS-COV 2. Marcello Pacifico (Anief): “Si necessita pertanto di un piano di stabilizzazione”
Con 16 giorni di ritardo, il ministero dell’Economia e delle Finanze ha finalmente autorizzato le immissioni in ruolo dei docenti nella scuola pubblica valide per l’anno scolastico 2021/2022: i posti autorizzati sono 112.473 in totale, con oltre la metà delle cattedre che verranno conferite attraverso le nuove modalità previste dal decreto Sostegni bis, appena approvato alla Camera ed entro pochi giorni anche al vaglio dell’aula del Senato per la conversione definitiva in legge.
Anief reputa quasi offensivo questo procedere da parte del Governo, col quale c’erano stati impegni di tutt’altro tenore, pure sottoscritti coi sindacati nel Patto per la Scuola di maggio. Secondo il suo presidente nazionale, Marcello Pacifico, “decidere di immettere in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili, quando si sa benissimo che se ne potranno realizzare solo la metà della metà, per via della pessima organizzazione del reclutamento voluta dal Governo, è un comportamento che sembra voler deridere il personale precario, ancora una volta rimasto volutamente escluso. A pagare gli errori di queste decisione scellerate, che hanno lasciato fuori dalle assunzioni tutti i precari con oltre 24-36 mesi e anche coloro che sono in seconda fascia Gps, sarà tutto il sistema scolastico: a settembre i presidi saranno infatti costretti a rincorrere più di 200mila supplenti per coprire una quantità inaudita di cattedre senza titolare. Nei prossimi giorni, quando gli Uffici scolastici convocheranno per le assunzioni in ruolo, si arriverà a malapena a coprire il turn over, pari a circa 40mila docenti che lasceranno il servizio, lasciando quindi intatte le 220mila supplenze dello scorso anno, a cui si aggiungono i nuovi posti di sostegno derivanti dall’aumento di alunni disabili e dalle sentenze dei giudici”.
“Formazione e aggiornamento all’innovazione didattica devono diventare un obbligo per tutti con continue verifiche della qualità raggiunta”. Lo chiede Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli: nel commentare i preoccupanti dati emersi dall’ultimo rapporto Invalsi, ha quindi detto che durante il lockdown “i docenti si sono limitati a riproporre online il metodo d’insegnamento tradizionale: lezione frontale, compiti e verifiche”. Anief ricorda che i docenti italiani hanno affrontato un evento eccezionale mostrando altissima professionalità e andando ben oltre quanto loro dovuto, superando gli orari di competenza ed intraprendendo strade didattiche alternative ed efficaci rispetto a quelle tradizionali. Il tutto, con mezzi spesso di fortuna e con i costi di connessione a loro spese.
“Puntare il dito contro il corpo docente italiano per giustificare la regressione di apprendimenti rilevata dall’Istituto Invalsi è ingeneroso e ingiusto”, ribatte Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. “Perché dall’inizio della pandemia i nostri insegnanti si sono prodigati al massimo, mettendo a disposizione l’offerta formativa migliore in quel momento e anche oltre. Anche perché organizzata, implementata e attuata senza indicazioni o supporti, almeno nella parte iniziale. Nel caso del personale precario, docente e Ata, nemmeno avvalendosi dal bonus annuale per l’acquisito dei dispositivi tecnologici”.