Considerata la pubblicazione del Decreto Ministeriale n. 506/2018 che apre una nuova finestra volta alle operazioni annuali di aggiornamento delle Graduatorie a Esaurimento, l'ANIEF ha intenzione di continuare la propria battaglia al fianco dei docenti abilitati con Diploma Magistrale e propone una nuova azione legale per sollevare dinnanzi al TAR del Lazio questione pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea per violazione da parte dello Stato italiano dell'art. 5 dell'Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato allegato alla Direttiva Comunitaria 1999/70/CE. Contestualmente i legali Anief richiederanno la trasmissione del ricorso all'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato per dirimere la questione della valenza erga omnes delle sentenze di annullamento dei decreti di aggiornamento GaE già passate in giudicato. Adesioni gratuite sul sito Anief entro il 9 luglio.
Lo ha detto a Bruxelles stamane Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, parlando al consesso di parlamentari UE in lingua francese a nome di Anief e per conto della confederazione europea Cesi. Illustrati elementi e dati inequivocabili: ben 140 mila lavoratori precari della scuola sono stati chiamati dal Miur come supplenti annuali ancora nel corrente scolastico, le cui lezioni sono terminate da pochi giorni. E il prossimo settembre si replica. Nel frattempo, sono diventate cinque le cause pendenti in Corte di Giustizia Europea dal 2017, segno tangibile del fatto che il problema del precariato si è aggravato e nemmeno accenna certo a diminuire.
Delle cause all’esame della Corte UE, due sono state promosse da Anief: i casi Rossato e Motter, su cui la commissione Ue ha dato parere favorevole nelle osservazioni rese in corso di causa: riguardano l'esclusione del personale di ruolo dal risarcimento sull'abuso dei contratti a termine, il licenziamento dopo 36 mesi di servizio, il riconoscimento parziale degli anni pre-ruolo nella ricostruzione di carriera, l'esclusione del personale inserito nelle graduatorie di istituto dalle procedure straordinarie di assunzioni.
Nelle conclusioni del lungo intervento, Pacifico si è rivolto ai parlamentari sostenendo che occorre adottare provvedimenti legislativi immediati. Per questo ha invitato la Commissione “a intensificare i suoi sforzi per porre fine alle clausole inique nei contratti di lavoro, affrontando tutti gli abusi: permane in troppi Paesi UE, tra cui l’Italia, la mancata applicazione del principio di non discriminazione che, come da decreto, va applicato anche sui contratti a tempo determinato e su cui proprio non si può più soprassedere. Mai come adesso è arrivato il momento di voltare pagina.
Domattina, poco dopo le ore 8, toccherà al presidente nazionale del giovane sindacato italiano illustrare al Parlamento Europeo lo stato dell’arte sull'applicazione negli ultimi vent'anni della direttiva Ue nei Paesi membri e sul caso anomalo del personale scolastico italiano. La relazione di Marcello Pacifico verterà sull'analisi di oltre cento sentenze e ordinanze della Corte di Giustizia in diversi Paesi della Comunità europea, che ha toccato l’apice con la sentenza Mascolo C-22/13 emessa a Lussemburgo nel 2014, rispetto alla violazione della direttiva 70/1999 e di diverse altre direttive sul lavoro. Si dipanerà, quindi, con un breve commento alle due risoluzioni sul precariato prodotte dallo stesso Parlamento europeo. L’intervento di Pacifico si concluderà sulle cause attualmente pendenti in Corte Europea e sul caso recentissimo del docente italo ispanico in merito alla ricostruzione di carriera, con supplenze limitate illegittimamente al termine delle lezioni, quindi sottraendo in modo ingiustificato gli stipendi di luglio e agosto, e il risarcimento da assegnare al personale entrato in ruolo ma ancora sfruttato da precario.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal: Domani chiederò a nome di Anief e per conto della confederazione europea Cesi la stabilizzazione per tutti gli insegnanti e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario italiano. Ma anche per tutti i lavoratori europei che hanno svolto più di tre anni di servizio da precari e che non vengono assorbiti nei ruoli, in virtù di norme capestro che aggirano la Costituzione e le limpide indicazioni provenienti proprio da Bruxelles. Far parte dell’Unione Europea non può servire solo per cercare il pareggio di bilancio, ma anche a rispettare le indicazioni che giungono dal Parlamento europeo: se, davvero, si vuole guardare ad un’Europa comune, guidata dagli stessi valori, allora – conclude il sindacalista autonomo - la si finisca di trattare i lavoratori come pedine.
L'intervento del prof Marcello Pacifico potrà essere seguito in diretta Facebook.
L’Anief ottiene due nuove vittorie in tribunale per il riconoscimento del diritto all'attribuzione del punteggio per il servizio svolto su scuola paritaria ai fini dei trasferimenti. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “La disparità di trattamento tra servizio svolto su scuola statale e servizio svolto su scuola paritaria, presente all’interno del CCNI mobilità, non ha motivo di esistere e sempre più tribunali ci stanno dando ragione. Porteremo la questione ai prossimi tavoli contrattuali per risolvere ab origine questa e altre problematiche che da anni abbiamo rilevato”. Ancora attive le adesioni ai ricorsi Anief contro la procedura di Mobilità per quanti hanno dichiarato il servizio e i titoli oggetto del ricorso nella domanda di trasferimento.
Alla denuncia dell’Anief di inizio giugno, sulle inspiegabili prove difformi per verificare l’attitudine all’insegnamento dei candidati lombardi, è di queste ore la denuncia circostanziata, sempre ad opera del giovane sindacato, sulle anomalie, comunicate da alcuni candidati, che starebbero connotando la procedura in atto nella regione, in particolare per l’ambito disciplinare AD05 (Spagnolo): la prima riguarderebbe la lezione simulata che nelle tracce preparate dalla commissione giudicante non trova riscontro, per fare spazio, invece, alla preparazione di una Unità di Apprendimento. La seconda irregolarità verterebbe sulla durata massima del colloquio che secondo l’articolo 8 del bando va svolto entro 45 minuti: invece, in più occasioni, durante l’espletamento delle prove, tale limite obbligatorio è stato superato. Ci sarebbe poi un palese difetto di trasparenza: riguarderebbe il fatto che la griglia di valutazione dell’ambito disciplinare pubblicata sul sito dell’Ufficio Scolastico Regionale della Campania fosse, qualche ora dopo, di contenuto diverso. Inoltre, la variazione non solo sarebbe avvenuta senza alcuna comunicazione ufficiale, ma ad esami già avviati. Il principio di trasparenza, che avrebbe dovuto guidare l’intera procedura concorsuale, sembrerebbe non essere stato rispettato, infine, nemmeno quando è stato sostituito il presidente di commissione. A questo punto, in assenza di una risposta celere e ufficiale, Anief si riserva di attivare qualsiasi azione, compresa quella giudiziaria, al fine di tutelare i diritti e gli interessi degli associati.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Se ci troviamo in una situazione sempre più kafkiana la responsabilità è del Miur e degli ultimi due governi. Perché piuttosto che attivare questa selezione tautologica, bisognava risarcire i precari non assunti e attivare le prove suppletive del vecchio concorso, sanando così i tanti ricorsi in essere nei tribunali, piuttosto che attivare un’ulteriore verifica di conoscenze, capacità e competenze già riscontrate attraverso procedure analoghe. Il Partito Democratico si è voluto complicare la vita, introducendo questa cervellotica selezione, per non parlare delle altre, quando bastava applicare quanto ci dice l’Unione Europea da vent’anni: dopo tre anni di servizio svolto, i precari vanno immessi in ruolo.