Il ministro dell’Istruzione lo ha detto stamattina in audizione presso la VII Commissione cultura, rispondendo ai quesiti dei parlamentari: oltre all’attuale selezione, riservata agli abilitati, sono in programma altri tre concorsi, mentre le GaE “sono ad esaurimento e non si possono perpetrare all’infinito”. Secondo il giovane sindacato, le prospettive sul nuovo reclutamento indicate oggi dal Ministro dell’Istruzione non sono affatto risolutive; la strada da attuare passa per la verifica delle ragioni sostitutive valide che portano lo Stato italiano a perpetrare le supplenze per tanti anni: in caso contrario, bisogna invece procedere alle assunzioni, laddove i precari fossero già selezionati, formati e abilitati. E siccome in questa situazione sono i diplomati magistrale, i laureati in scienze della formazione primaria, oltre agli abilitati con Tfa e Pas, si può fare in modo veloce aprendo loro le GaE. In tal maniera, si stabilizzerebbero subito la maggior parte dei 100mila che vengono chiamati ogni anno a fare supplenze annuali. L’emblema di questa assurda situazione, che mette a repentaglio la didattica, è quanto sta accadendo con il sostegno: proprio oggi, è giunta la notizia che in Veneto per la scuola secondaria di primo grado, non sarà possibile coprire gli 842 posti assegnati.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Se si vuole davvero sradicare il precariato, l’unico modo rimane quello di riaprire le GaE e non chiuderle. Perché è dalle Graduatorie ad esaurimento che si chiamano ogni anno decine di migliaia di diplomati magistrale e collocarli in quelle d’istituto condannerebbe molti di loro alla supplentite a vita: per ammissione dello stesso Bussetti, infatti, anche i posti del concorso straordinario saranno limitati e chi non riuscirà ad entrarvi non potrà fare altro che il precario a vita, visto che la sua presenza è necessaria per coprire i vuoti di organico. Il progetto presentato dal Ministro non è altro che una continuazione della Buona Scuola. Altro che governo del cambiamento. Altro che continuità didattica. Si lasciano, in pratica, tantissimi precari senza alcuna prospettiva di assunzione. Sul sostegno si sta rasentando l’assurdo: un posto su tre, benché sia vacante, rimane al 30 giugno e quindi destinato ai supplenti.