Il modello 730 precompilato è già disponibile dal 16 aprile in consultazione sul sito dell’Agenzia delle Entrate, ma dal 2 maggio si può modificare e inviare; la data di scadenza per la trasmissione è il 23 luglio. Anche il modello Redditi può essere modificato dal 2 maggio, ma potrà essere trasmesso dal 10 maggio al 31 ottobre (ex Unico).
Nelle prossime ore, probabilmente già domani, lunedì 7 maggio, “ci sarà il ‘verdetto’ ovvero si saprà se ci sarà la possibilità di aprire una commissione speciale e quindi se continuare nel nostro sciopero della fame ad oltranza oppure interromperlo perché si va verso un accordo”, spiega una delle maestre che ha partecipato allo sciopero della fame dei giorni scorsi davanti al Ministero dell’Istruzione. Nei giorni scorsi diversi membri del Parlamento hanno dimostrato sensibilità al problema: parlamentari di Forza Italia, Fratelli d’Italia e di Liberi e uguali, con disegni di legge o pubbliche dichiarazioni, hanno chiesto apertamente quello che l’Anief rivendica con una bozza di decreto legge. Anche la Lega Nord ha chiesto di eliminare il divieto delle supplenze introdotto dalla Legge 107/2015. E il Movimento 5 Stelle ha chiesto di interrogare la ministra per sapere quali soluzioni urgenti voglia avviare. Sulla stessa linea si è mosso, seppure tardivamente, anche il Pd.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): La soluzione, invocata da tutti, rimane quella di riaprire per la terza volta le GaE a tutto il personale abilitato dall’infanzia alle superiori. Inoltre, vanno trasformate le graduatorie d’istituto in permanenti e provinciali. Tutti stanno comprendendo che chi è in possesso di un’abilitazione riconosciuta dallo Stato italiano deve essere assunto in base al punteggio ottenuto. Inoltre, che essere licenziati per via dell’Adunanza Plenaria del 20 dicembre scorso rappresenterebbe un’ingiustizia vera. La soluzione, infine, non può essere quella di estendere il fallimentare regime di reclutamento transitorio ai docenti della primaria e dell’infanzia. Per questo siamo pronti a continuare la protesta fino a quando non si approverà il diritto nella scuola.
“La rappresentatività nazionale dell’Anief assume sempre più rilievo: con 55 mila voti, concentrati nel 60% delle scuole, il nostro sindacato, in tutte le scuole dove aveva presentato propri candidati, raddoppia i voti del 2015, supera la Gilda (42 mila consensi), tallona lo Snals (61 mila) e con le attuali 41 mila deleghe rispetto alle 17 mila precedenti Anief raggiunge il 6% della rappresentatività. Il tutto, a soli dieci anni dalla sua nascita, a Palermo, e nonostante l'unificazione dei comparti della Conoscenza avvenuta proprio in occasione del rinnovo delle Rsu 2018. Inoltre, alla luce di questi risultati e delle nuove prerogative sindacali, Anief si candida nel prossimo triennio a diventare la terza sigla sindacale nazionale”. Con queste parole, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha aperto oggi i lavori del Consiglio nazionale del giovane sindacato, alla presenza dei quadri sindacali territoriali e dei rappresentanti della segreteria nazionale nella storica sede palermitana di via del Celso, nel Palazzo del Gran Cancelliere.
Tra i risultati rilevanti sulle liste scrutinate, commentati a caldo, spicca la seconda posizione raggiunta dall’Anief a L'Aquila, Chieti, Biella, Agrigento, Caltanissetta, Trapani; molto bene è andato il sindacato anche in Abruzzo e Molise, oltre che nelle province di Teramo, Crotone, Cremona, Campobasso, Verbania e Palermo, dove si è posizionato come terzo. C’è poi da registrare il record di Rsu elette a Napoli, una su dieci del nazionale (113/1176), pari merito tra Milano e Torino (68-65). Altissimo, poi, è risultato il numero di preferenze di voti per lista a Biella (27,78%), Caltanissetta (24,24%) e Teramo (19,30%). Tra i voti raccolti nelle province dove Anief ha presentato le liste vincono Napoli (4.992), Milano (3.743) e Torino (2.659), mentre tra le regioni la Sicilia (9.861), Lombardia (8.323), Campania (7.676) raccolgono quasi la metà dei voti.
Possono impugnare l’estromissione illegittima tutti coloro che hanno presentato domanda, in base all’allegato 1 o al modello MS-1, e sono stati esclusi ai sensi della Circolare 4537/18 o dalle restrizioni contenute nella successiva Nota ministeriale 6078/18. Il giovane sindacato ha già ottenuto diversi decreti cautelari al Tar Lazio. Scadenza adesioni 9 maggio per invio della documentazione richiesta per Raccomandata 1. Per aderire al ricorso, vai al seguente link.
Marcello Pacifico (presidente Udir): I paletti del Miur sono stati censurati dai legali del nostro sindacato, considerando anche che dal 2008 è stato introdotto il ruolo unico della categoria: va ricordato, infatti, che i dirigenti scolastici possono essere nominati prescindendo dal grado scolastico dove operano. Far venire meno questo concetto, escludendo a priori dalle commissioni della maturità tanti potenziali aspiranti, rappresenta quindi un atto illogico e discriminante, sul quale i giudici si stanno esprimendo in modo chiaro.
A ribadire la posizione dell’Anief è Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato, all’indomani della manifestazione di protesta tenutasi davanti al Miur, nel secondo giorno di sciopero consecutivo, il quarto in cinque mesi, organizzato per sensibilizzare Governo e Parlamento ad approvare un decreto d’urgenza che salvi tanti docenti dal licenziamento. Il problema è oggi delle maestre con diploma magistrale, presto si allargherà ad altri profili di insegnamento pubblico. Ecco il motivo per cui quella di un decreto legge approvato dal Governo e ratificato dal Parlamento rimane l’unica soluzione plausibile e ragionevole. E non si venga a dire che i posti per assumere questi precari non ci sono.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): Onorevoli e senatori di Forza Italia, Fratelli d’Italia e di Liberi e uguali, con disegni di legge o pubbliche dichiarazioni, hanno chiesto apertamente quello che l’Anief rivendica da tempo attraverso una dettagliata bozza di decreto legge. Così, all’inizio della XVIII legislatura, dopo una netta chiusura registrata nell’ultimo quinquennio dall’ex partito di maggioranza, anche il PD sembra essere favorevole a fare passare gli abilitati nelle GaE. Altri partiti, come la Lega, hanno chiesto di eliminare il divieto delle supplenze introdotto dalla Legge 107/2015; altri ancora, a partire dal Movimento 5 Stelle, stanno interrogando la ministra. Si sta comprendendo che non c’è alcuna guerra tra poveri, perché deve essere solamente rispettato il diritto secondo il quale ognuno in possesso di un’abilitazione riconosciuta dallo Stato italiano deve essere assunto in base al punteggio ottenuto: il vulnus riguarda tutti i precari in possesso di un’abilitazione, al di là dell’ordine e grado. Se l’attuale maggioranza trasversale che si trova tra i gruppi parlamentari non dovesse concretizzarsi in un atto in tal senso, l’ultima strada rimarrebbe la trasformazione delle graduatorie d’istituto in permanenti e provinciali, con l’accorpamento della prima e seconda fascia per tutto il personale abilitato, l’aggiornamento annuale aperto ai nuovi abilitati e laureati, l’abolizione del divieto delle supplenze dopo 36 mesi e la conferma nei ruoli di tutto il personale assunto con riserva che abbia superato l’anno di prova. Ma di certo, non si può invocare un transitorio inutile e non risolutivo. Per questi motivi, siamo pronti a continuare la protesta fino a quando il diritto non sarà ripristinato.