Mai era accaduto, come quest’anno, che le lezioni prendessero il via con quasi 2mila istituti privi del loro capo d’istituto: in pratica, una presidenza su quattro va in reggenza. Il concorso, che per la prima volta verrà gestito in toto dal Ministero dell’Istruzione, rappresenta quindi una tappa fondamentale per sanare una situazione ormai diventata insostenibile. Rimane il rammarico per delle prove concorsuali attese quasi due anni e ancora una volta impostate sulla base di un regolamento inadeguato: nuovamente, salvo improbabili ripensamenti, saranno infatti esclusi i precari con 5 anni di servizio. Eppure Consiglio di Stato, Tar e Corte europea sostengono il contrario. Anief è quindi pronta a riproporre il ricorso per far partecipare i supplenti alle prove concorsuali. Alcuni di loro sono ormai da anni presidi. Per aderire, vai al link.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): È inspiegabile per quale motivo il personale precario laureato, seppure con 5 anni di servizio svolto, debba non considerare le espressioni dei giudici. Non solo quelle nazionali, visto che a favore della partecipazione dei precari ai concorsi pubblici si è espressa pure la Corte di Giustizia europea. Ancora più inammissibile è l’esclusione dal concorso di chi non ha ancora svolto l’anno di prova: è personale di ruolo a tutti gli effetti e noi ci opponiamo anche a questa esclusione immotivata, presentando formale impugnazione in tribunale.
Intanto, Eurosofia continua a organizzare corsiin presenza ea distanza per prepararsi alle prove concorsuali usufruendo di vantaggiose convenzioni.