Siccome l’organico potenziato della riforma approvata si concretizzerà solo nel 2016, con il nuovo anno scolastico 1 scuola su 4 si ritroverà senza preside. E a sostituirlo non ci sarà nemmeno il vicario. Stiamo parlando di un fenomeno tutt’altro che trascurabile, perché riguarda oltre 2mila istituti autonomi e quasi due milioni di studenti.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): dopo aver subito il blocco dell’indennità di reggenza dal 2010 e aver preso miseri riconoscimenti con il fondo d’istituto, per aver sostituito il dirigente o averlo coadiuvato nella gestione di scuole con più di sei plessi in media, ora ci mancava la beffa.
Anief lo sostiene da mesi: a seguito dell’adozione di una spending review alla rovescia e per via dell’adozione ritardata dell’organico potenziato, introdotto con la riforma della scuola, approvata oggi, che si concretizzerà solo nel 2016, dal prossimo mese di settembre 1 scuola su 4 si ritroverà senza preside. E a sostituirlo non ci sarà nemmeno il vicario. Stiamo parlando di un fenomeno tutt’altro che trascurabile, perché riguarda oltre 2mila istituti autonomi e quasi due milioni di studenti che saranno gestiti da un preside di un’altra scuola. Considerando che oggi, in media, un dirigente gestisce non meno di 5-6 sezioni distaccate, per via dell’assurdo ‘dimensionamento’ attuato a seguito della riforma Berlusconi-Gelmini, oltre 10mila plessi scolastici saranno assegnati in reggenza. Con tutte le conseguenze che ne derivano.
Le contestazioni del sindacato sono già realtà. Proprio oggi, la stampa specializzata, la rivista Orizzonte Scuola, riporta che “il Ministero ha già comunicato ai sindacati che l'organico potenziato sarà avviato nel 2015, ma reso operativo nel 2016”. A rendere tragica la situazione è che su “esoneri e semiesoneri, il Ministero blocca le richieste” con i presidi che parlano di "pura follia". Perché stanno per scomparire nel nulla, per un pugno di milioni di euro, dei seri professionisti che hanno coordinato il servizio scolastico, quasi sempre senza l’apporto diretto del preside, pur essendo stata loro negata quell’indennità di reggenza spettante al 50% quando si sostituisce il dirigente scolastico per più di 15 giorni o si riceve l’incarico di reggere uno o più plessi.
“Dopo aver subìto il blocco dell’indennità di reggenza dal 2010 e aver preso miseri riconoscimenti con il fondo d’istituto, per aver sostituito il dirigente o averlo coadiuvato nella gestione di scuole con più di sei plessi in media, ora ci mancava la beffa”, commenta Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal. “Perché a settembre tutti i vicari dovranno tornare a insegnare, per via della cancellazione di esoneri e semi-esoneri. E il ritardato avvio dell’organico dell’autonomia farà diventare la situazione delle scuole davvero difficile”.
Anief ricorda che è dal 2010 che tutti i governi hanno fatto a gara nello svilire la figura del vice-dirigente scolastico, sempre col silenzio-assenso dei sindacati rappresentativi e tradizionali: prima ne hanno mortificato la qualifica, sottraendo loro l’indennità di reggenza (2010-2011), poi negandogli la qualifica di mansione superiore (2012-2014, attraverso l’applicazione dell’art. 14, comma 22, del dl n. 95, convertito nella Legge 135/2012) ed, infine, cancellando del tutto gli esoneri e affidandone l’incarico all’organico funzionale (con la Legge di Stabilità 2015). Come se non bastasse non è stata assegnata nemmeno più una quota di posti riservata all’interno dei concorsi per dirigenti scolastici, e neanche un riconoscimento giuridico nei contratti sindacali.
Inoltre, la batosta finale alla categoria dei collaboratori del preside è giunta con l’ultima Legge di Stabilità, che ha introdotto tre membri dello staff a sostegno del dirigente scolastico, ma nessuno con la funzione di vicario. Con l’aggravante, ora, che si impianterà con un anno di ritardo. Il potenziamento dell’organico dell’autonomia, infatti, da deliberare attraverso il Collegio e il piano triennale dell’offerta formativa nel prossimo autunno, sarà realizzato concretamente soltanto a partire dall’anno successivo, con la chiamata diretta dei dirigenti scolastici per l’a. s. 2016/2017, che ora dovranno gestire da soli più di 42 mila plessi.
“Ricordiamo, tra l’altro – commenta ancora Pacifico -, che stiamo parlando di dirigenti a loro volta sotto organico, visto che sono 7mila quelli di ruolo, su 8.500 scuole autonome. Ai sensi, infatti, dell’art. 1, comma 329, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, più di 5mila tra esoneri e semi-esoneri finora attribuiti ai vice-presidi salteranno a partire dal prossimo anno, come oggi riporta la stampa, in base ad un’indicazione dell’U.S.R. Campania. Anief lo aveva denunciato durante le audizioni parlamentari sul disegno di legge di riforma. Ma la fiducia al provvedimento ha impedito ogni modifica. E meno male che la Buona Scuola avrebbe dovuto favorire il merito professionale. Finora – conclude il sindacalista Anief-Confedir-Cisal – il provvedimento tanto voluto dal Governo porterà di sicuro un gran caos nelle scuole”.
Ecco perché Anief ha detto che è ora di dire basta a questo andamento. Il sindacato è pronto, ancora una volta, a schierarsi a fianco del personale, ora anche “scaricato” dopo anni e anni di lavoro realizzato ben oltre i propri compiti professionali. Per questi motivi è stato deciso di riaprire i ricorsi in tribunale per recuperare la liquidazione dei vicari dei presidi: pari ad una cifra che si aggira, in media, sui 25mila euro. Spettanti al lavoro da loro svolto negli ultimi cinque anni a sostegno dei dirigenti. Non è un auspicio, perché ci sono già le prime pronunce favorevoli dei giudici. Chi, come vicario, vuole ottenere la liquidazione spettante, può aderire al ricorso registrandosi al sito Anief e cliccando qui.
Per approfondimenti:
Comma 83, articolo 1 della riforma della scuola approvata oggi in via definitiva dalla Camera:
83. Il dirigente scolastico può individuare nell'ambito dell'organico dell'autonomia fino al 10 per cento di docenti che lo coadiuvano in attività di supporto organizzativo e didattico dell'istituzione scolastica. Dall'attuazione delle disposizioni del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
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Riforma scuola, i profili di incostituzionalità nel ddl ‘Buona Scuola’ (Il Fatto Quotidiano del 29 giugno 2015)
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