Nel corso del Congresso Cesi, arriva il via libera, all’unanimità, della mozione sulla creazione di un pool di avvocati che opereranno in simbiosi per le 42 organizzazioni sindacali europee aderenti per la tutela dei lavoratori: d’ora in poi, i legali delle organizzazioni sindacali aderenti si supporteranno sulle iniziative giudiziarie intraprese nei 28 Stati membri e concerteranno difese comuni in Corte di Giustizia europea e presso la Corte europea dei diritti dell'uomo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è un giorno importante per costruire una nuova Europa del diritto. L’obiettivo è avvicinare le legislazioni nazionali alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e alle direttive UE. Il metodo Anief dopo la vittoria sul precariato scolastico sbarca in Europa. Siamo pronti a costruire un'Europa dei diritti. In Italia siamo già pronti per chiedere il risarcimento e gli scatti per gli anni di precariato svolto ma che l’amministrazione scolastica si ostina a non voler considerare ai fini della carriera.
A Palermo un altro caso di “mala scuola”: i fondi da impiegare nell’acquisto di materiale scolastico, forniti dal Comune, sono sempre più assottigliati, tanto da risultare spesso insufficienti. Così i genitori devono sobbarcarsi le spese. La triste situazione affligge anche diversi istituti del Centro e Nord Italia. Sul fronte dei fondi statali non va meglio, se si considera, rispetto ad un quinquennio fa, il forte ridimensionamento del Miglioramento dell’offerta formativa, con cui il Miur finanzia le ore prestate di pomeriggio per i progetti e le altre figure essenziali al funzionamento scolastico, anche per il recupero degli alunni a rischio abbandono scolastico. Dati negativi pure a livello di macro-investimenti per l’Istruzione rispetto al Pil: secondo i dati dell’Istituto statistico della Commissione europea, l’Italia si trova all’ultimo posto tra i paesi dell’UE.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): un Paese civile non può fare mancare quei servizi elementari che permettono a ogni studente la corretta partecipazione alle lezioni scolastiche; ci troviamo davanti all’illogicità in cui sono le famiglie a rifornire le scuole dei bisogni essenziali. È un diritto dei nostri figli trovare nel luogo pubblico in cui trascorrono gran parte dello loro giornate, la scuola, ciò di cui hanno bisogno. Soprattutto in questi tempi, in cui molte famiglie devono fare i conti con le ristrettezze economiche, i genitori non possono e non devono occuparsi di questo. È lo Stato che deve far fronte alle esigenze dei suoi cittadini”.